Quirinale. Tante chiacchiere, nessun papabile

ROMA – Mentre l’Europa attende i primi effetti del vincitore alle elezioni greche Alexis Tsipras, la politica italiana è tutta concentrata sulla elezioni del prossimo Capo dello Stato. 

Insomma, si cerca un nome credibile, che eviti per lo meno i soliti giochetti di potere o i colpi bassi a cui purtroppo abbiamo assisitito. Ma non sarà cosa facile.

Oggi   Renzi e Berlusconi si sono intrattenuti a Palazzo Chigi per ben due ore. Si parla di un braccio di ferro nel quale a nessuno dei due conviente rompere il patto del Nazareno che li tiene saldamente uniti a garanzia delle poltrone del governo. Al momento non e’ ancora stato fissato in agenda un nuovo incontro tra i due: potrebbe svolgersi gia’ domani mattina, dopo che entrambi i leader hanno consultato i rispettivi partiti. Ma l’incontro tra il premier e il Cavaliere potrebbe anche slittare a venerdi’, sempre che a Berlusconi venga concesso dal Tribunale di sorveglianza di restare a Roma nel week end.

In caso di risposta positiva dai giudici, Berlusconi e Renzi – spiegano fonti di Forza Italia – potrebbero vedersi venerdi’, per fare il punto dopo i primi due o tre scrutini per il Colle. O anche sabato mattina, quando si procedera’ con il quarto scrutinio e solo allora, sottolineano fonti qualificate azzurre, potrebbe essere svelato il nome del candidato condiviso. Insomma, concludono le stesse fonti, le agende di Renzi e Berlusconi sono in continuo aggiornamento e i due gia’ questa sera dovrebbero risentirsi al telefono, dopo il primo screening compiuto con i rispettivi partiti (Berlusconi ha visto i grandi elettori di FI, Renzi ha incontrato a palazzo Chigi, dopo il Cavaliere, lo stato maggiore del Pd).

Nel frattempo il presidente del Consiglio ripete di voler dialogare “con tutti” annunciando addirittura una sorta di Quirinarie. L’indicazione del Pd è comunque quella di votare scheda  bianca nelle prime tre votazioni. Fonti parlamentari, riferiscono di un incontro tra lo stesso Fassina e Bersani a Montecitorio, dopo che  l’ex segretario Pd aveva incontrato Renzi a Palazzo Chigi. Secondo quanto si apprende, la minoranza del Pd sta sondando il Movimento 5 stelle per trovare una convergenza sul nome di Pier Luigi Bersani sin dal secondo scrutinio. Secondo quanto viene riferito in ambienti parlamentari, sarebbe stato Stefano Fassina a contattare alcuni esponenti 5 stelle per cercare una ‘sponda’ sul nome dell’ex segretario del Pd. Ma a patto che il nome di Bersani sia sostenuto “seriamente” e quindi gia’ dalla seconda votazione. Per il Pd al momento l’indicazione di partito e’ di votare scheda bianca nelle prime tre votazioni.

Oggi, Bersani e Fassina sono stati visti a colloquio alla Camera dopo che l’ex segretario Pd aveva incontrato Renzi a palazzo Chigi. Nel frattempo anche dal M5S spunta una rosa di nomi dalle consultazioni on line. «Dall’assemblea del gruppo parlamentare è uscita una rosa di nomi che, con l’aggiunta di Romano Prodi, verrà messa in votazione sul blog domani», annuncia Beppe Grillo sul blog spiegando:«Questo perché riteniamo di dover onorare l’impegno preso con i parlamentari del Pd attraverso l’e-mail inviatagli». Gli iscritti possono votare tra una rosa di 10 nomi: Pierluigi Bersani, Raffaele Cantone, Lorenza Carlassare, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Romano Prodi, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky. 

Intanto si attende la giornata di domani, giorno in cui i “grandi elettori”, riuniti a Montecitorio, cominceranno a votare a scrutinio segreto per il nuovo presidente della Repubblica. Si potrebbe votare due volte e venerdi’ addirittura tre. A quanto si apprende, infatti, il Pd starebbe valutando di far svolgere un numero di votazioni superiori a quelle solitamente in programma, e cioe’ una il primo giorno e due il secondo. “Tutto e’ aperto” spiegano fonti parlamentari, mentre dal partito sarebbe giunta la richiesta di stringere i tempi per non far passare troppo tempo tra una votazione e l’altra. Ovviamente tutto e’ ancora in alto mare: molto dipendera’ dagli accordi politici che si raggiungeranno, o non si raggiungeranno, tra le diverse parti. E la decisione verra’ comunque ufficialmente presa domani dalla Presidente della Camera, sentita la conferenza dei capigruppo. La capigruppo si dovrebbe riunire domani alle 12.

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