D’Alema attacca Renzi. Caos nel PD

ROMA – Ormai è rottura nel Partito Democratico tra una maggioranza renziana dispotica e arrogante e una minoranza che non accetta più i soliti sorprusi.

E’ questo in  sintesi il messaggio lanciato durante la convention che oggi ha visto riunirsi tutte le minoranze Pd che ancora si definiscono di sinistra e che comunque non si riconoscono nella linea del premier Matteo Renzi. E’ proprio Massimo D’Alemo ad attaccare frontalemnte l’ex sindaco di Firenze denunciando la sua gestione troppo personalistica del Partito, nonchè i modi arroganti che esprime. Insomma un durissimo attacco che riaccende lo scontro. “Voglio darvi due consigli – prosegue ancora D’Alema –  il primo è che questa parte del Pd può avere un peso solo se raggiunge un certo grado di unità nell’azione, altrimenti non avrà alcun peso. Il secondo è che una componente minoritaria in un partito a forte componente personale e anche di arroganza, può avere peso solo se si muove con coerenza, definendo i punti invalicabili con assoluta intransigenza”. 

La prima replica per D’Alema arriva da Matteo Orfini: “Dispiace – afferma –  che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così si offende la nostra comunità”.  A Orfini fa eco il vicesegretario Lorenzo Guerini: “”Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l’Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione”.

Ma non è finita. E’ sempre D’Alema a lanciare l’ipotesi di creare una vasta associazione di rinascita della sinistra: “Io penso che dobbiamo trovare un nuovo modello organizzativo anche per quello che riguarda i tesseramenti. Non tessere degli iscritti alle correnti del PD. Per favore, no. Ma creare una vasta associazione di rinascita della sinistra che non sia un nuovo partito politico, ma uno spazio di partecipazione per tante persone”.

A mettere i puntini sulle “i” ci pensa però Gianni Cuperlo. “Le nostre posizioni sono apparse troppo lontane dalle vite che vogliamo rappresentare. D’Alema hai detto cose giustissime. Ho rispetto per te e per la tua storia. Dovresti, pero’, chiederti perche’ la sinistra ha ceduto negli anni in cui era al potere. Noi cerchiamo di stare uniti ed essere incisivi. Ma se tu ed altri di voi aveste fatto il vostro dovere forse oggi la montagna sarebbe stata piu’ facile da scalare”. Lo ha detto Gianni Cuperlo rispondendo a Massimo D’Alema nel corso dell’iniziativa della minoranza Dem a Roma. L’ex presidente del Consiglio, infatti, aveva sottolineato la necessita’ per la sinistra Dem di essere piu’ incisiva assestando, quando serve, anche colpi che lasciano il segno. 

Alle parole di Cuperlo si aggiungono quelle di Pippo Civati: “Oggi ci serve una scossa. Ho sentito D’Alema, ma quello che dice lui io lo sto facendo da un anno con la mia associazione. Molti dei miei elettori alle primarie se ne sono già andati dal Pd. Se andiamo avanti così, l”ultimo spenga la luce”. Civati ha richiamato tutte le minoranze alle proprie responsabilità: “Serve onestà: è difficile contrastare il trasformismo andando avanti con le larghe intese fino al 2018 e la riforma costituzionale non va bene dall”inizio, mentre l”Italicum è contrario a quello che abbiamo sempre sostenuto come Pd e il jobs act andava fermato prima di andare in aula. La domanda che dobbiamo porre è noi siamo alternativi o compatibili con il renzismo e il renzismo è compatibile con la sinistra?”.

“D’Alema ha detto una cosa sacrosanta”, afferma invece Pier Luigi Bersani. “C’è tanta gente nel Pd in sofferenza e a disagio. Bisogna trovare il sistema, anche dal punto di vista organizzativo, per dialogare con questi mondi”. Fassina dice invece no a un “”correntone anti-Renzi“” e propone la “”rottamazione delle idee e dell’agenda…”. Inutile dire che questo PD ha le idee molto confuse e non riesce a trovare una comunione d’intenti. A pensarci bene non ha infatti molto senso fare una convention dedicata solo alle minoranze. Il partito dovrebbe essere in teoria uno solo. Ma nessuno sembra avere il coraggio di lasciarlo veramente.

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