Il record disoccupazione smentisce i proclami renziani

ROMA – I proclami propagandistici dei giorni scorsi da parte del governo Renzi, che dopo aver varato il Jobs Act, ha elaborato una strategia comunicativa fatta di rassicurazioni e slanci di ottimismo sul tema occupazione, arrivano invece i numeri sconfortanti di Eurostat.

A fronte infatti di una evidente stabilità se non addirittura di una ripresa in termini occupazionali nell’Eurozona, lo stesso non si può dire per l’Italia, dove le stime prodotte appunto da Eurostat non lasciano spazio a falsi ottimismi. In Italia la disoccupazione continua a salire. Non sono dunque sufficienti le parole del ministro Giuliano Poletti che ha detto solo qualche giorno fa: “Credo che i primi numeri ci dicano che siamo di fronte ad un cambiamento importante, per cui molte decine di migliaia di giovani che avevano contratti precari stanno avendo contratti a tempo indeterminato”. E ha proseguito: “Credo che questo sia un buon segno, vuol dire che abbiamo colto un risultato almeno su questo versante. Poi, sul fatto che ci sarà più occupazione, questo è molto più figlio delle dinamiche dell’economia”.

Secondo la stima di Eurostat nella Ue-28 a marzo i disoccupati sono 23,748 milioni, di cui 18,105 milioni nella zona euro. Rispetto allo stesso mese del 2014 i senza lavoro sono diminuiti di 1,523 milioni nell’Ue-28 e di 679mila nell’Eurozona.

I tassi di disoccupazione più bassi sono quelli di Germania (4,7%), Gran Bretagna (5,5% a gennaio 2015) e Austria (5,6%), mentre i più elevati sono in Grecia (25,7% a gennaio 2015), Spagna (23%) e Ungheria (18,2%). In Italia si è registrato un aumento rispetto al mese precedente arrivando al 13%. Negli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione in marzo era pari al 5,5%, come in febbraio. L’Italia si conferma fra i paesi con più disoccupazione giovanile (43,1%), superata in Europa solo da Grecia(25,7% a gennaio) Spagna (23%), Ungheria (18,2%); Cipro (16%) e Portogallo (13,5%). Infine oltre  a quelli in cerca di lavoro, un’altra categoria di giovani è finita per diventare protagonista di questa fase storica: i Neet. Stiamo parlando di quei ragazzi fra i 15 ed i 24 anni che non cercano lavoro e non sono inseriti nel sistema scolastico.

“E’ ancora crisi nera per il mercato del lavoro in Italia”, denuncia il Codacons. “Con una disoccupazione a questi livelli, chi ha parlato di Italia uscita dalla recessione ha commesso un clamoroso errore”, afefrma il presidente Carlo Rienzi in una nota. “Non vediamo come un tasso a questi livelli”, aggiuneg, “possa far sperare in una ripartenza del paese nel corso del nuovo anno, considerando gli effetti negativi della mancanza di lavoro sull’intera economia. La crescita del numero di disoccupati dal periodo pre-crisi ad oggi e’ allarmante. Il tasso di disoccupazione e’ passato infatti dal 6,1% del 2007 al 13% di marzo 2015; cio’ significa che il numero di cittadini senza occupazione e’ piu’ che raddoppiato nell’ arco di pochi anni, passando da 1.506.000 disoccupati del 2007 ai 3.302.000 di novembre, ossia 1.796.000 disoccupati in piu’ per effetto della crisi che ancora perdura nel nostro paese”.  

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