Papa: Sarajevo ha sofferto tanto, mai più guerra

SARAJEVO – “Questa citta’ ha tanto sofferto per i sanguinosi conflitti del secolo scorso” ma oggi “e’ tornata ad essere luogo di dialogo e pacifica convivenza”.

Papa Francesco ha introdotto con questa sottolineatura il suo appello all’Eurpoa perche’ non dimentichi Sarajevo e la Bosnia Erzegovina, che hanno, ha detto nel discorso pronunciato al Palazzo Presidenziale subito dopo il suo arrivo, “uno speciale significato per l’Europa e per il mondo intero”. “La Bosnia ed Erzegovinae’ infatti parte integrante – ha affermato il Papa – dell’Europa e i suoi successi come i suoi drammi si inseriscono a pieno titolo nella storia dei successi e dei drammi europei, e sono nel medesimo tempo un serio monito a compiere ogni sforzo perche’ i processi di pace avviati diventino sempre piu’ solidi e irreversibili”.

Secondo Papa Francesco, “per favorire questo percorso sono fondamentali la vicinanza e la collaborazione della Comunita’ internazionale, in particolare dell’Unione Europea, e di tutti i Paesi e le Organizzazioni presenti e operanti sul territorio della Bosnia ed Erzegovina”. Alla presidenza tripartita, della quale fanno parte un rappresentante musulmano, uno serbo ortodosso e un cattolico corato, Francesco ha sottolineato che “e’ pero’ importante non accontentarsi di quanto finora realizzato, ma cercare di compiere passi ulteriori per rinsaldare la fiducia e creare occasioni per accrescere la mutua conoscenza e stima”. Da parte sua, ha assicurato, “la Chiesa Cattolica partecipa, attraverso la preghiera e l’azione dei suoi fedeli e delle sue istituzioni, all’opera di ricostruzione materiale e morale della Bosnia ed Erzegovina, condividendone le gioie e le preoccupazioni, desiderosa di testimoniare con impegno la sua speciale vicinanza verso i poveri e i bisognosi, mossa nel fare questo dall’insegnamento e dall’esempio del suo divino Maestro, Gesu'”.

“Spero che la porta dell’Unione Europea sia aperta per tutti i paesi del sud-est Europeo che, con le riforme essenziali nel processo d’integrazione, desiderino diventare i suoi membri con pari diritti e doveri”, ha detto nel discroso ufficiale di benvenuto al Papa il dottor Mladen Ivanic, membro musulmanao della presidenza tripartita e chariman di turno. “Santita’ – ha chiesto – aspettiamo il suo sincero e pieno appoggio in questo nostro percorso”. Secondo Ivanic, la visita del Papa in Bosnia ed Erzegovina ha una forte valenza politica perche’ Francesco “e’ perceito come “un leaderreligioso vicino all’uomo comune, come un leader religioso che promuove in modo essenziale semplicita’ e tolleranza verso l’altro e verso chi e’ differente, come un leader religioso che invita all’amore tra gli tutti esseri umani”. Anche per questo, ha sottolineato, “la sua presenza oggi a Sarajevo e nella Bosnia ed Erzegovina, e’ un grande evento per tutti noi”. La visita, infatti, ha osservato Ivanic, “ci mette al centro di un evento mediatico globale, ma questa volta, diversamente dagli anni precedenti, con un messaggio molto positivo”. “Ai popoli dell’Est – ha rilevato – serve una spinta, che si sveglino e volgano verso il futuro, in modo che mettano da parte tutto il male dal passato, si aprano alla speranza e si convincano che possono vivere meglio. La Sua visita rappresenta uno stimolo fortissimo in questa prospettiva.

La ringraziamo sinceramente”. Ivanic ha anche rivendicato – nel suo saluto a Bergoglio – il fatto che “tra i primi paesi nella regione, la Bosnia ed Erzegovina ha adottato la legge sulla liberta’ delle chiese e delle comunita’ religiose, qui ogni chiesa e comunita’ religiosa ha diritto di regolamentare il suo stato attraverso la stipulazione di accordi internazionali”. “Finora – ha elencato – abbiamo stipulato gli accordi tra la Bosnia ed Erzegovina e la Santa Sede e il Patriarcato della Chiesa ortodossa serba di Belgrado. Questa – ha concluso il membro musulmano della presuidenza – e’ una buona base per operare nel campo della liberta’ di religione”.

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