Fassina riunisce la sinistra. “Siamo qui per fare un partito”. FOTO

ROMA – Eccolo rispuntare quella sinistra che sembrava scomparsa e che ora, più che mai, è alla ricerca di una raspprentanza che rispecchi quei valori traditi. 

Inutile fare troppi giri di parole, la voglia di chi è venuto al Teatro Palladium nel cuore della storica Garbatella è quello di  costruire un nuovo partito, come ha annunciato l’organizzatore Stefano Fassina a pochi giorni dall’uscita dal Partito Democratico. Un”indicazione è arrivata da questa assemblea.

Oltre ai movimenti, all’associazionismo  hanno partecipato Sergio Cofferati, Pippo Civati, Sel con il coordinatore Nicola Fratoianni e una considerevole rappresentanza della sinistra  anto che il richiamo fatto dall”ex segretario della Cgil, in un passaggio del suo discorso, non è stato forse troppo casuale. “Serve generosità da parte di tutti – ha detto Sergio Cofferati – ognuno di noi può dare un contributo. La mia generazione non può rivendicare nulla ma deve mettere disposizione di altri l”esperienza che ha accumulato, per costruire una nuova classe dirigente”. A sinistra c”è “grande spazio”, ha premesso Fassina, che va occupato, con un partito, un programma e un”organizzazione nuovi, costruiti su una rete di comitati, assemblee, circoli per fare politica capillare sul territorio ma che, all”occorrenza, sappiano fare massa e mettersi d”accordo, per esempio, raccogliendo le firme per un referendum abrogativo (Jobs act e Buona scuola i primi indiziati) o prepararsi per le elezioni amministrative del 2016, quando si andrà a votare in grandi città come Torino, Milano, Bologna, Napoli, Cagliari e Reggio Calabria.

“Possiamo promuovere comitati su tutto il territorio e quindi costruire una forza per il cambiamento”, ha dichiarato Fassina. Il partito è lo strumento “essenziale per aggredire la degenerazione morale delle classi dirigenti della politica. Possiamo raccogliere le forze senza fughe in avanti solitarie e inutili – ha continuato – per una campagna referendaria da valutare insieme, anzitutto sulla legge per la scuola, e insieme a chi rappresenta insegnanti e studenti”. “Attraverso i comitati territoriali e una piattaforma di idee proviamo a raccogliere le risorse morali, le passioni civili, le energie e le competenze per costruire un soggetto politico all”altezza delle sfide. Lavoriamo insieme da oggi all”autunno per verificare le disponibilità e fare un percorso unitario. Il primo possibile banco di prova sono le elezioni amministrative della primavera 2016. Può essere l”occasione – ha concluso Fassina – per mettere in campo un”offerta politica unita e riconoscibile e guidare alla vittoria un centrosinistra oggi debilitato e sempre più lontano dal suo popolo”. Sel ci sta ma, ha avvertito il coordinatore Nicola Fratoianni, il nuovo soggetto deve essere una forza politica vera e propria. “Le prossime elezioni amministrative -ha osservato – possono essere un obiettivo ma dobbiamo però evitare che la costruzione di un nuovo soggetto, sia limitata esclusivamente all”emergenza elettorale. Chiariamoci: non vogliamo fare l”ennesima lista elettorale ma costruire un soggetto politico vero e proprio, capace di stare in piedi sulla base di una proposta, un programma e una cultura nuova e unitaria”. 

“Noi siamo disponibili a mettere in discussione Sel fino in fondo. Lo abbiamo detto in tutte le lingue, a patto che l”approdo sia la costruzione di un soggetto unitario che riguardi tutti. Soggetto o partito, chiamiamolo come vogliamo ma sapendo che, anche la forma con cui si organizza una proposta politica, ha bisogno di essere discussa e innovata. E” evidente, infatti, che c”è una crisi irreversibile della tradizionale forma-partito. Noi -ha concluso l”esponente di Sel- siamo completamente a disposizione”. L”approccio di Sergio Cofferati è sembrato un pò più cauto. “Noi dobbiamo ripartire dalle ragioni per le quali tantissime persone hanno deciso di non partecipare più alla vita di partito. Per questo dobbiamo affrontare il problema che abbiamo davanti, con coraggio, determinazione ma con la consapevolezza che l”approdo non sarà semplice, nè ravvicinato. Il tema importante e affascinante del contenitore, lo considero il punto di arrivo e non la questione dalla quale partire. Se il contenitore diventasse l”argomento principale del nostro lavoro -ha ammonito Cofferati – sarebbe inevitabile dare l”idea che stiamo mettendo insieme quello che c”è perché c”è una scadenza elettorale”. Se invece si deve costruire qualcosa di più stabile e strutturato, ha continuato Cofferati, è necessario che “gli errori del passato vadano messi a profitto. Guai se passasse il messaggio ”unifichiamo quel che c”è, perché tra qualche mese si deve votare”. Con pazienza e determinazione dobbiamo ripartire proprio da quello che è mancato e manca al Pd: identità e valori. Certo poi ci saranno elezioni e vedremo di volta in volta come affrontarle, come abbiamo fatto in Liguria, quando di fronte al bisogno abbiamo fatto la scelta più utile. Nel frattempo – ha concluso – facciamo camminare la discussione e facciamola camminare anche con altri interlocutori fuori dall”Italia perché sono tanti i Paesi europei che hanno gli stessi nostri problemi”.

LE FOTO DI LUCIANO DI MEO

{gallery}SX{/gallery}

 

Condividi sui social

Articoli correlati