Caso Ruby. Tentativo di furto negli archivi del Gip. Spuntano Elisa e Noemi Letizia

ROMA – Ormai sembra di assistere ad un giallo dai risvolti inquietanti.

Prima la presunta sparizione nella casa famiglia di Sant’Ilario della collana di Damiani, che Karima El Mahroug, alias Ruby  dice di aver ricevuto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ora trapela la notizia di un tentato furto negli archivi del Gip, dove viene custodito il fascicolo dell’intera vicenda, interrogatori compresi. I fatti risalirebbero allo scorso agosto, quando dei ladri entrarono negli uffici dei giudici incaricati alle indagini preliminari alla ricerca delle scottanti carte. Prima tappa all’ufficio del capo dei gip Laura Manfrin e poi a quello di Cristina Di Censo, il magistrato che approvò le intercettazioni.  Fu proprio la Manfrin a denunciare l’accaduto, in quanto si accorse che la porta della sua stanza era fuori asse e l’armadio della segreteria era stato forzato.

Ma il fascicolo in copia unica passa di cassaforte in cassaforte e così i ladri rimangono a mani vuote. Una strana coincidenza di furti, che lasciano presagire il clima che ha scatenato l’intricata vicenda.
Tuttavia i colpi di scena non finiscono. Sembra che Ruby chiami in causa una ragazza già nota alle cronache scandalistiche di Palazzo. Si tratta dell’ormai conosciuta Noemi Letizia. La giovane marocchina ha dichiarato, infatti, che alle feste nelle ville del premier c’era anche lei. E poi Ruby  parla del famigerato “bunga-bunga”, rituale che Berlusconi avrebbe appreso dal suo amico, generale Gheddafi, e al quale non tutte le ragazze partecipavano. C’è da crederci, se il ballo rituale a cui fa riferimento fosse simile alle antiche pratiche tribali dell’Africa.

Spunta l’ex show girl Elisa
Nel frattempo arriva un’altra dichiarazione che conferma la presenza a Villa Certosa di Nadia Macrì nel 2009, durante le vacanze pasquali. A rivelarlo in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino è l’ex show girl Elisa Alloro, autrice del pamphlet “Noi, le ragazze di Silvio”. La 34enne di Reggio Emilia, già candidata nelle fila del Pdl ha aggiunto che la Macrì non sarebbe pero’ attendibile. Elisa racconta addirittura un episodio accaduto proprio nella casa di Berlusconi: “Era sera, dopo cena ci stavamo concedendo una tisana digestiva tutte assieme, era il momento di tirare le somme della giornata. Il premier esordì: ‘Ora vi racconto questa barzelletta…’. Aveva appena cominciato che Nadia lo interruppe: ‘Ma sei vecchio, l’hai già raccontata mille volte…’. Lui, che detesta essere interrotto, rispose algido: ‘Beh, magari qui c’è qualcuno che non l’ha sentita. Se non vuoi ascoltarla puoi anche andarè. E lei, per rimediare, non solo peggiorò la situazione ma lo interruppe nuovamente. Tant’è che il premier si ritrovò a incalzarla: ‘Ma mi lasci almeno finire di raccontarla?’. Noi, sbigottite, le suggerimmo di ritirarsi in camera sua”.  Insomma  Elisa non sembra nutrire molte simpatie per Nadia, e sui presunti festini a base di droga afferma che il premier è un salutista e che la sera va a tisane. Anzi, il premier  avrebbe paura di qualsiasi droga che possa alterare lo stato di coscienza. Tuttavia l’ex show girl ha aggiunto di non poter sapere se  nelle stanze delle altre ragazze  potesse avvenire qualcosa di strano, in quanto non c’era nessun controllo sui bagagli.

L’avvocato Catoliotti: “Molti  riferimenti poco credibili”
Sulle dichiarazioni di Nadia Macrì arriva anche un’altro commento dall’avvocato Liborio Cataliotti, consigliere comunale a Reggio Emilia del Pdl che si interessò alla pratica di affidamento del figlio: “Mi sembrano cose completamente incredibili. Lei riferisce fatti che, se fossero veri, sarebbero reati. Tipo nel caso di consumo di marjiuana. Deve sapere che la calunnia è un reato perseguibile anche d’ufficio. Non credo che il presidente del Consiglio possa avere a che fare con circostanze simili. Molti dei riferimenti che fa mi paiono poco credibili e poco verosimili. Questo vale anche per il coinvolgimento del sindaco di Parma, Pietro Vignali. Ma ripeto che non è credibile che un salutista possa avere a che fare con sostanze stupefacenti e che le abbia trasportate sul suo aereo. Io non credo a nulla di quanto ha detto la Macrì e mi auguro che ci sia un’indagine per calunnia nei suoi confronti, perchè è un atto dovuto”.

Il marito di Nadia “E’ una bugiarda”
Ma a puntare il dito contro l’escort Nadia spunta anche l’ex marito Tony Di Bella di 30 anni che all’Ansa dichiara: “Nadia Macrì è una grande bugiarda, una donna irrequieta, insoddisfatta della vita, che cerca solo pubblicità”. L’uomo vive in Sicilia, a Gela, con il figlio di sei anni, nato dal matrimonio con la ragazza. “L’ho conosciuta nel 2000 a Parma, nella discoteca ‘Dadaumpà dove lei faceva la cubista – rivela l’ex coniuge -.  Facemmo amicizia e decidemmo di convivere a Reggio Emilia, ma non mi piaceva il suo lavoro in discoteca. Così le aprii un bar con i soldi ricavati dalla vendita dell’appartamento che mio nonno mi aveva lasciato in eredità a Gela. Quell’esperienza però durò poco. Nel 2003, vendemmo il bar e acquistammo una profumeria. Mi indebitai fino al collo. Ma non fu una idea felice. Lei non era donna da stare in un negozio.

Sette mesi dopo cessò l’attività. Rimase incinta e decidemmo di sposarci. Celebrammo le nozze il 14 febbraio del 2004. Il 16 maggio nacque nostro figlio che oggi, con ottimi risultati, frequenta la prima elementare e gioca a calcio, come attaccante, in una squadra giovanile di Gela. La madre non lo cerca nemmeno. Si è dimenticata completamente di lui e non si cura del danno che ancora oggi gli sta arrecando con il clamore delle sue uscite su giornali e tv. A Gela – dice sempre Tony Di Bella – venne una decina di volte, sempre con riluttanza. Odiava questa città. Ci maltrattava anche fisicamente: sia me che il bambino. Una volta, nel 2005, la denunciai e la feci arrestare. Il bambino per due anni e mezzo fu dato in affidamento provvisorio a una famiglia di Reggio Emilia, poi ai miei genitori, definitivamente. Avviai la pratica di divorzio. Mi minacciò dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare. Seppi che faceva la escort”.

Tuttavia se le testimonianze delle escort, Ruby compresa,  fossero ritenute attendibili la vicenda assumerebbe dei contorni inquietanti proprio per il coinvolgimento del Presidente del Consiglio, che di fatto si troverebbe in una posizione facile al ricatto, proprio per il tipo di vita che conduce. Ma non solo. C’è da aggiungere che sul profilo umano siamo di fronte a storie di vita veramente tristi, in cui potere e povertà s’intrecciano in una vorticosa spirale senza fine. Da un lato un uomo ricco e potente con le sue imbarazzanti debolezze che lo fanno scivolare in comportamenti vergognosi e lesivi, almeno per il ruolo istituzionale che svolge e dall’altro  ragazze giovani e belle, disposte a tutto., anche di cancellare la loro dignità di donne pur di tentare la scalata di un successo che forse non vedranno mai.

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