P4. Sacrificato Papa. Iniziati i titoli di coda del film Berlusconiano

Chiesto l’annullamento del voto dal Pdl

ROMA – A conti fatti la questione si può valutare con un bel “fine corsa” per il governo. Difficile trovare altra lettura. Ieri alla Camera, il Ministro Maroni, con la sua presenza, ha dettato un modus operandi. “Siamo stati coerenti, abbiamo votato come detto”, così sintetizza R. Maroni. Un taglio a due lame. Da una parte lo slittamento del leader U. Bossi sormontato da Maroni, dall’altra, il voto contrario al Pdl.

La coalizione  Lega, Udc, Pd e Idv
I numeri dicono. Alla Camera, una coalizione formata da Lega, Udc, Pd e Idv ha dato la risultanza di 319 voti favorevoli all’arresto di Papa contro i 293 sfavorevoli. Il risultato accolto da un silenzio tombare e da un paio di pugni sul tavolo del premier, ha segnato il punto di “non ritorno” di una stagione all’estremo.
Il rifugio del voto segreto, non è servito a nascondere il doppio gioco leghista che puntava a salvare faccia e poltrone. Il cambiamento lo sottolinea anche P. Bersani che valuta il risultato del Parlamento: “La Lega è quella che ha fatto la differenza sul voto ed è da registrare che, in altri periodi, il vincolo di maggioranza sarebbe stato rispettato mentre questa volta non è andata così”

Papa si avvia a Poggioreale (NA)
E con questa consapevolezze che A. Papa si avvia, per costituirsi, verso il carcere di Ascoli Piceno. Nel tragitto, rintracciato da una pattuglia della Finanza, gli viene notificato che la sua destinazione è Poggioreale (NA). Alle due del mattino, il parlamentare Pdl varca la soglia della casa circondariale.  

Pdl chiesto annullamento
Dov’è il problema? Si è creato un precedente! I promotori del voto segreto/timido, oggi si rigetta il risultato, nella speranza di ribaltare l’esito. È un Pdl che annaspa, che rigetta, aggressivo e riluttante, in cerca di improbabili motivazioni. La richiesta avanzata da F. Cicchitto, (Pdl) afferma: “Non è stato un voto segreto e va annullato – spiegando – In quest’aula deve esserci garanzia di un voto segreto, non la parodia di un voto segreto. Va assicurata la possibilità per il singolo deputato di poter lavorare e scrivere al suo posto in aula senza essere spiato e fotografato. In questo vogliamo essere garantiti dalla presidenza”. Un debole eco arriva da M. Reguzzoni della Lega, il quale sottolinea l’importanza della postazione dei fotografi proprio sopra i settori Lega. Per questo, in futuro, Reguzzoni auspica una migliore distribuzione degli addetti stampa, cioè sopra ogni tribuna dell’aula.

La paura della casta
Ieri, nel silenzio opprimente della Camera, 319 voti concretizzano una paura. Il timore non solo del  fine corsa di un governo, da troppo allo sbando, ma la paura delle patrie galere.
Si materializza l’inquietudine. M. Pepe (Pdl) esprime energicamente e ricorda: “Se Papa va in galera saremo tutti dietro le sbarre, tutti noi, nessuno escluso! – e meglio ancora M. Paniz (Pdl) precisa – Se accettiamo che uno di noi venga arrestato saremo travolti da un’ondata mediatica. Vogliono un agnello sacrificale, ai loro occhi i parlamentari sono meno uguali degli altri”.
“Uno di noi” l’appartenenza ad uno status. “Tutti noi, nessuno escluso!” il monito. Attori della politica. Regie e copioni cercano il punto d’incontro nella parola “noi” simbolo di dominio. Ma i numeri dicono. 319 voti danno il “la” ai titoli di coda di un brutto film, senza raccogliere l’accorato appello “NOI”, affermando così un principio: l’interesse privato non può gestire la cosa pubblica.

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