Poliziotti esigono pranzo e cena a Montecitorio allo stesso prezzo della Casta

ROMA – Era il 14 agosto e gli italiani visto la crisi avevano trovato o stavano cercando un posto al sole, al costo più basso possibile, per passare qualche giorno, anche solo i ferragosto, di vacanza.

E proprio il 14 agosto il COISP, Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia, spedisce una lettera – Prot. 1102/11 S.N. Roma, 14 agosto 2011 – al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, all’On. Roberto Maroni Ministro dell’Interno e, p.c., al Ministero dell’Interno, Ufficio Amministrazione Generale, Dipartimento della P.S., Ufficio per le Relazioni Sindacali:

“OGGETTO: I poliziotti esigono di poter usufruire dei buoni pasto da 7 euro al ristorante presso il Senato della Repubblica o presso Palazzo Montecitorio.
Dai principali organi di stampa nazionali apprendiamo che presso il ristorante del Senato è possibile consumare le “lamelle di spigola con radicchio e mandorle” a soli 3 euro e
34 centesimi, che le “penne all’arrabbiata” costano euro 1,60, che un filetto alla griglia costa 5,23 euro e che una “fetta di crostata” vale 1,74 euro.”

Chi ha scritto questa lettera ha le idee chiare sull’etica dei nostri politici e sulla loro infinita bramosia parassitaria. Inoltre non ha certo timori reverenziali, soprattutto perché a questi reucci nudi è rimasta solo l’arroganza e l’autoritarismo mentre è venuta completamente a mancare anche un minimo di dignità etica che dà la vera autorevolezza. Quando nacque la democrazia erano gli aristòs, i migliori a governare, ora chi governa è il furbo, è colui che ha due, tre, innumerevoli maschere che si cambia secondo l’occasione: satiro sempre in cerca di povere e avvenenti ragazze da ‘aiutare’, guitto che coattivamente racconta barzellette fuori luogo, politico dalle infinite gaffe, affabulatore mediatico, baciapile, bacia mani lorde di sangue, ecc. ecc..

Sembra però che gli italiani, anche quelli più tonti, se ne siano accorti.

Ma è quasi inutile continuare a interpretare questa coraggiosa lettera, perché essa parla da sé. Leggiamola:

“Una domanda allora sorge spontanea, egregio signor Presidente del Consiglio e signor Ministro: se ad un Senatore bastano poco più di tre euro per consumare un primo ed un secondo, perché mai deve guadagnare circa 14mila euro al mese? Senza pensare ai viaggi gratis in aereo ed in treno, al fatto che non paga l’autostrada, che può vestirsi nelle migliori boutiques della capitale usufruendo dello “sconto Parlamento”, che gode di copertura sanitaria totale estesa anche ai familiari e conviventi, che non paga i biglietti del cinema o dello stadio e chi più ne ha più ne metta.

I poliziotti invece guadagnano mediamente 1500 euro al mese, che raggiungono faticosamente includendovi l’indennità di servizio esterno, i turni festivi e notturni e qualche
ora di lavoro straordinario, quando viene pagata; quasi nessuno gode del privilegio della seconda casa, o meglio ancora di qualcuno che gli paghi, per anni, il mutuo della prima senza
accorgersene; paga il biglietto del treno e dell’aereo, il pedaggio autostradale, l’entrata al cinema e allo stadio, il ticket sanitario per se stesso e per i suoi familiari e si veste come può e
dove può, facendo i conti al centesimo “per far passare la nottata”. Ha però diritto ad un buono pasto di euro 7 che bastano a malapena a coprire la consumazione di un panino
imbottito, accompagnato da una bibita e da un caffè, in quanto per le lamelle di spigola con radicchio e mandorle deve spendere almeno 22 euro, con la conseguenza che i 19 euro di
differenza tra quanto pagato da un Senatore ed il corrente prezzo di mercato della spigola viene pagato dai contribuenti, poliziotti inclusi.

Come giustamente osservato da qualche bravo opinionista, un pranzo completo di un parlamentare costa 10 euro, mentre ad un comune mortale 50. La differenza di 40 euro è tutta
a carico dei cittadini lavoratori e contribuenti e poiché la casta è rappresentata da poco meno di mille persone che consumano due pasti al giorno, ovvero 60 al mese, l’aggravio prandiale sulle casse dello Stato e quindi dei cittadini tutti, ammonta a ben 29 milioni e duecentomila euro.
Roba da repubblica delle banane, con la r minuscola e con le banane andate a male. E pensare che l’ultimo aumento concesso alle Forze dell’Ordine è stato di appena 20 euro lordi mensili. E poiché a Roma la consumazione dei pasti per i poliziotti è diventata logisticamente ed economicamente difficile, si esige di poter usufruire dei ristoranti di Palazzo Montecitorio e di Palazzo Madama durante la pausa pranzo ed anche fuori servizio, e si pretende di pagare con il buono pasto da 7 euro.
La misura è colma poiché guadagnare 14mila euro al mese e pagare un luculliano pranzo completo al prezzo di otto euro, prepara le rivolte del pane, accende gli animi, e
legittima lo strepitus fori, nonché il disprezzo per la classe politica e per questo Governo che ci ha preso per i fondelli per ben tre anni.

Cosa devono fare i poliziotti che guadagnano 1500 euro (quelli che ci arrivano) e che hanno in tasca qualche buono da 7 euro?
Viene voglia di venire sotto Palazzo Madama e Montecitorio, magari il giorno di ferragosto, e spararvici all’interno i nuovi lacrimogeni in dotazione così si coglierebbero due
piccioni con una fava, ovvero si otterrebbe lo sgombero immediato di certi ristoranti da politici mediocri e si testerebbero su quest’ultimi gli effetti dei nuovi artifici lacrimogeni in dotazione
alle forze di Polizia, la cui lesività nonostante le numerose interpellanze parlamentari, è sempre stata tenuta nascosta da Lor Signori.
Che si fa, signor Presidente e signor Ministro? Veniamo a spendere il nostro buono pasto di 7 euro presso i ristoranti di Camera e Senato??
In attesa di cortese urgente riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali
Saluti.

La lettera

La Segreteria Nazionale del COISP”
Questo è il contenuto del documento che potete leggere anche nell’originale allegato.
In tutta questa storia vi è anche una stranezza: questa lettera non è stata pubblicata da nessun giornale, né cartaceo né on line. Sarà perché il 14 agosto stavamo tutti al mare? Mistero. Sta di fatto che, dopo una prima ma accurata ricerca sulla rete, risulta che di questo documento se ne parla solamente in alcuni organi siti del sindacati di polizia COISP o in alcuni giornali militari. È come se vi fosse stata da parte della stampa una autocensura o effettivamente la lettera è stata secretata. A noi la lettera è stata inviata da una lettrice che a sua volta l’ha ricevuta da un poliziotto del sindacato COISP.
Qui sotto pubblichiamo i link dei siti dove è apparsa questa lettera e il PDF originale giuntoci in redazione.

Questi sono i siti e i giornali on line dove è apparsa la lettera:

www.militariassodipro.org/filevari/2011/buoni_pasto_7euro.pdf
www.poliziotti.it/public/polsmf/index.php?topic
www.coisp-venezia.it/index
www.coisp.it/flash11/COISPflash%2033%20.pdf
www.ilnuovogiornaledeimilitari.it/comparti/sicurezza.htm

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