Caso Meredith. Amanda e Sollecito tornano a casa, come in “Fuga di mezzonotte”

ROMA – Amanda Knox a breve arriverà all’aeroporto di Fiumicino, da dove lascerà l’Italia per gli Stati Uniti. Al terminal 5 la stanno attendendo cameramen e fotografi per immortalare la giovane americana di Seattle che ha trascorso 4 anni nelle patrie galere italiane, da persona che non ha commesso i fatti che le erano stati attribuiti, almeno stando alla sentenza pronunciata ieri sera dalla Corte di Assise di Appello di Perugia.

Raffaele Sollecito, invece, è già arrivato accompagnato dal padre nella sua villetta in Puglia, ancora provato per la lunga prigionia e soprattutto per la sentenza di assoluzione che ha lasciato tutti di stucco.

Nel frattempo l’opinione pubblica si è divisa su questa vicenda che farà  discutere ancora per molto tempo. La saga di Amanda raccontata dai media anglosassoni parla di un “happy ending”, ovvero un finale trionfante che somiglia molto a uno di quei film stile Hollywood, in cui alla fine giustizia è fatta. La vittoria del bene sul male, anche se c’è ben poco da cui rallegrarsi in questo contesto. Secondo il quotidiano The Guardian, il noto regista inglese Michael Winterbottom avrebbe già in cantiere un film con il premio Oscar Collin Firth nel ruolo di reporter al processo di Perugia. Il nome  Knox  lunedì è stato tra i cinque più digitati sul motore di ricerca Google.
E già si parla di un film in cantiere con una sceneggiatura dai contorni intricati e misteriosi, proprio come la  triste realtà di questo delitto. Insomma la saga della Knox non è finita. I giornalisti e le testate che hanno seguito questa vicenda sono giunti da tutto il mondo puntando i riflettori sull’aula del Tribunale umbro e ora faranno a gara per intervistare la giovane, fotografarla per qualche rivista patinata. Insomma per Amanda si prospetta un ritorno in pompa magna per coronare il vero sogno americano. Quello del successo e dei soldi. Una realtà quella di Perugia, che qualcuno ha definito come l’inquietante film “Fuga di mezzanotte”. Ma è davvero questa l’impressione che la giustizia italiana da di sè all’estero? La ricerca all’assassino o agli assassini continua.

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