Berlusconi bocciato dall’Europa attacca le pensioni. Ancora una volta lavoratori nel mirino

ROMA – La questione principale sulla quale discutere sarebbe altra, e cioè la subalternità ad una Comunità Europea (o meglio a quello sparuto gruppo di burocrati che portano avanti soprattutto gli interessi di Francia e Germania!).

I diktat non si fermano; l’Italia viene “aggredita” nuovamente e spinta verso destini di greca memoria. La ridicola figura incassata da Silvio Berlusconi dopo l’incontro europeo con Merkel e Sarkozy non è servita neppure ad accennare un timido gesto di riflessione da parte del Nostro premier.

Emblematica, assurda quanto ridicola l’uscita di Giorgia Meloni che parla del futuro dei giovani credendo addirittura di essere De Amicis: “Credo che non sia affatto assurdo chiedere un piccolo sforzo in più ai padri per il bene dei propri figli. Rimandare di qualche anno l’abbandono del posto di lavoro non è chiedere troppo, se si tratta di garantire l’accesso a un futuro dignitoso per tanti giovani”. E fu’ così che il tema previdenziale tornò di estrema attualità. E’ chiaro il sintomo dell’incapacità di proporre qualcosa di alternativo, e se si tratta di metter le mani in tasca a qualcuno, bè, allora la strada è quella di metterle in quelle più accessibili: le tasche dei lavoratori!
Alle 18 di questo pomeriggio si riunirà il CdM straordinario dove già si preannunciano momenti di estrema tensione. La Lega sembra non recedere dalla volontà di difendere l’attuale sistema previdenziale; ma sarà solo per giustizia sociale o per ottenere qualcosa in cambio? Il prezzo si farebbe sempre più alto e lo spettro di elezioni anticipate sempre più vicino. La voce più autorevole della Lega, rappresentata in questo momento dal ministro Maroni, gela comunque il decisionismo (o l’irritazione per la misera figura subìta pubblicamente per opera di Merkel e Sarkozy…) del Premier italiano.  Pur lasciando lo spiraglio aperto per ascoltare il dettaglio delle proposte di questa sera, il ministro dell’Interno afferma con decisione che “La nostra posizione è molto chiara sulla riforma delle pensioni: abbiamo già dato, i pensionati hanno già dato”.

 

La reazione delle Organizzazioni sindacali non si fa attendere. La Fiom, attraverso il suo Responsabile auto Enzo Masini, non ha dubbi e accoglie con estremo interesse la partecipata posizione della Lega, tanto da lasciare dichiarazioni ben precise ad un’apertura significativa: “Se qualcun altro si sveglia ben venga”, commentando le dichiarazioni della leader del sindacato padano, Rosy Mauro, che senza mezzi  termini ha minacciato di scendere in piazza contro la manovra. La Fiom, continua Masini, non si tirerà assolutamente indietro e con “l’intera Cgil darà continuità all’iniziativa”, sottolineando come la proposta lanciata da Rosy Mauro “dimostra le difficoltà della Lega a stare in questo governo, che gli crea problemi anche con l’elettorato del nord”.  A volte ci chiediamo come può essere accaduto che tra tante contraddizioni, il governo Berlusconi abbia potuto durare così a lungo; bè, la risposta non è poi così difficile quando in un paese come il Nostro latita la stessa opposizione, tanto che, in momenti come questo, la stessa Lega assume le vesti della “parte critica” di turno. Ed ecco la dolente nota e ci viene niente meno che dal vice segretario del Pd Enrico Letta, il quale, pur ricorrendo ad alchimie aggiuntive, esprime tuttavia il suo parere favorevole: “Va fatto, come in tutta Europa. E con le risorse ottenute da investire nel welfare, bisogna risolvere il problema dei giovani, sia in termini di incentivi occupazionali che di pensioni per il loro futuro”.

La situazione politica odierna è veramente da neurodeliri, tanto che ben si comprende quali siano le ragioni per le quali Berlusconi sia ancora in sella ad un governo “zoppo”. Terzo polo possibilista, con una parte (Fli) che accetterebbe a patto che subito dopo il Premier salga al Colle dando le dimissioni; l’opposizione di centro-sinistra che balbettando continua a contarsi e scopre (ma non può davvero essere questa la novità, semmai la coerenza!) che Sel rigetta “la proposta pensioni” gridando il proprio ultimatum attraverso Massimiliano Smeriglio, responsabile economia e lavoro, ed invitando energicamente ad “adottare misure serie come la patrimoniale, la tassazione delle grandi rendite finanziarie e a ripensare radicalmente alla distribuzione del carico fiscale verso l’alto”. Insomma, la sinistra è ancora lontana dalla costruzione di un’alternativa, così come nessuno degli altri partiti non allineati con Berlusconi, vuole fare il passo più lungo della gamba. Intanto il duo Merkel-Sarkozy marcia come un Caterpillar; ma il problema che più dovrebbe starci a cuore non è tanto quello della posizione dei due eminenti “vicini di casa” europei, quanto gli interessi del popolo Italiano e principalmente degli stessi lavoratori. Qualunque sia, comunque, il tipo di risposta che uscirà fuori dal CdM straordinario di questa sera, la politica italiana dimostra ancora una volta tutta la sua incorreggibile inconsistenza; o forse un distacco sorprendente da quelle che sono veramente le grosse problematiche della Gente.  Berlusconi a parte, of course.

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