Bossi tuona contro il governo. Al teatrino della politica in scena la stessa rappresentazione

ROMA – Il timore più avvertito è quello di un colpo di coda del Berlusconismo, con o senza il suo Fondatore. Ancora non si è capito che Berlusconi è stato ed è solo un “propagandista”, l’esecutore materiale che furbescamente interpretava le direttive di una politica neoliberista indicata e progettata in ambiti ben più pericolosi, importanti e lontani. 

Tuttavia i timori non sono infondati, e lo possiamo vedere dall’attuale posizione politica assunta dalla Lega stessa. Chi si limita a confinare Bossi nel ristretto ambito che lo dipinge come istrionico e folcloristico “capopopolo”, non ha ben compreso la sua lungimiranza politica. E’ tuttaltro che uno sprovveduto! Bossi sa bene che deve riconquistare un elettorato attualmente perso grazie ai trascorsi Romani alla corte di Re Silvio.

All’operaio di Mirafiori, ma anche al Cittadino Lombardo, non si raccontano più le favole; ed è così che la scelta migliore lo ha consigliato di rimanersene fuori da un governo che farà indubbiamente molto discutere. In questo panorama la Lega diventa il braccio “armato” di una frangia super critica che siede all’interno del Parlamento tra i banchi della maggioranza, ed ovviamente rappresentata da Berlusconi e &. Uno fuori a sparare cannonate e l’Altro dentro a minare il terreno. La voce più amplificata diventa quindi quella della stessa Lega. “Il governo fa schifo e non arriverà al 2013”, tuona oggi il Senatur! Che la premiata Ditta B.&B. sia ancora in piedi lo testimonia il fatto che Bossi non si ferma alla sola denigrazione del governo Monti, tanto che non manca di dichiarare apertamente che Berlusconi “è stato ricattato, e ha dovuto dimettersi per quel motivo. Gli hanno ricattato le imprese”.  Il capo del carroccio entra persino nei particolari: “Le sue imprese sono crollate in borsa del 12% in una giornata ed era un evidente segno di ricatto. C’ero anch’io quando i suoi dirigenti gli hanno detto: “Silvio, qui ci distruggono le imprese, vai a dimetterti”. Da ore questa è ormai cronaca, ma necessita comunque di una riflessione approfondita e motivata. Siamo d’accordo con Macaluso quando sul Riformista parla di una Lega allo sbando, ma questo rimette in gioco il Pdl e comunque consente a Bossi e soci di ritagliarsi quel ruolo di opposizione “ufficiale” che in realtà è solo un escamotage populista. L’opposizione al governo Monti non può essere fatta da chi porta avanti politiche dello stesso tipo!  Qui si inserisce un altro dato di fatto importante: la latitanza di una sinistra che dovrebbe invece fare quadrato e opporsi realmente, legittimamente, proponendosi come alternativa, unica e vera.

Siamo in presenza di una sorta di “falso storico”. Una democrazia camuffata e guidata autoritariamente da poteri forti, dai poteri delegati dalla finanza mondiale che ha collocato in Europa i suoi uomini più rappresentativi.  Bossi e Lega non criticano Monti per la politica che porta avanti quanto per ragioni che minacciano il loro stesso futuro, la loro ragione di esistere. La Lega presumibilmente vedrà crollare i suoi titoli alla “Borsa della Politica”, e questo il Senatur lo sa benissimo. Chi può trarne vantaggio è solo il Berlusconismo che, liberatosi del suo ideatore, mira a portare avanti con altri soggetti quelle politiche iperliberiste che apertamente cercano di salvare dal crollo un sistema che fa acqua da tutte le parti. Proviamo ad andare oltre la Lega e Berlusconi, e porgiamo attenzione a dinamiche ben più complesse ma altrettanto pericolose.  Serve una vera alternativa, politica e culturale.  In questo momento nessuno parla più di “allarme rosso”, di sinistra e di comunisti. E’ finita la grande paura tanto sbandierata a suo tempo dallo stesso Berlusconi?  Del resto la partita attualmente viene giuocata tra parti di uno stesso progetto sociale; riformisti e conservatori sono irriconoscibili e questo porta smarrimento e aumenta la sfiducia del Cittadino. Pd e Pdl seduti dalla stessa parte in Parlamento è quasi una comica! La visione e l’idea di società che ha la sinistra non può essere scambiata come la stessa di quella che hanno altre forze conservatrici. C’è un grande vuoto che se non verrà riempito al più presto porterà il paese ad un punto di non ritorno. Se prima si poteva parlare della prospettiva di costruire un Fronte Democratico, adesso serve qualcosa di più preciso, meno ambiguo e che possa farsi carico dei gravi problemi che affliggono il Cittadino. Bossi? Lasciamolo gridare, deve pur recriminare sui propri errori. E’ l’Italia del futuro la priorità del momento.

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