Sindacati contro la manovra Monti. Tra i partiti emergono contraddizioni e ambiguità

ROMA – In casa Pd si parte dal presupposto che il voto sulla manovra di Monti (che Napolitano ha già avallato!) sarà favorevole.

Il resto è come prendere in giro gli italiani quando sentiamo dire che “verranno chieste alcune modifiche”. Ma di quali modifiche sta parlando Bersani?? Qui non si tratta di cambiare qualcosa ma di spostare l’asse d’intervento da una tipologia di percorso ad un’altra! Oggi persino l’IDV di Di Pietro sembra un partito marxista in confronto allo stesso Pd. E’ chiaro che si va delineando piano piano quella che sarà la new line politica che avremo di fronte tra un anno. Si pensa a questo e solo a questo. In questo caso occorre fare distinzioni, marcare le differenze. Non significa parteggiare ma stanare gli obbiettivi, l’idea di società che si vuole, chi si vuol difendere e cosa si vuol portare avanti.

 

Come dare torto a Di Pietro quando afferma che “Bersani è lontano dal Paese che soffre?!”. Questa volta (ma anche altre, a dire il vero) non è una lite tra ex alleati (visto che di questo se piove di quel che tuona si parlerà) ma di una vera linea di demarcazione. I sindacati ritrovano l’unità proclamando lo sciopero in “compatta convinzione”, e proprio il partito numericamente maggiore dell’ex opposizione si defila. Sorge spontanea la domanda: “Ma se c’era ancora Berlusconi che cosa faceva Bersani con il suo Pd?” Non prendiamoci per i fondelli e chiamiamo le cose con il proprio nome. Monti sta portando avanti una politica che a livello economico e sociale non si discosta da quella che avrebbe portato avanti (costretto) lo stesso Berlusconi. Nessuno lo rimpiange, né vorrebbe ancora la sua immoralità, ma la sostanza è fatta da un grosso impatto negativo che si abbatte egualmente sui ceti sociali più deboli, sui meno abbienti. Monti non dice bugie quando afferma che farà pagare a tutti il prezzo di questa manovra anti crisi, ma è proprio questo il punto: devono pagare i redditi alti, quelli che in realtà hanno la possibilità di “piangere meno lacrime”! Più volte si è parlato di appartenenza ai poteri forti della finanza mondiale, e a discesa questa non permette (attraverso questi Personaggi) una sintesi come quella sopra scritta. Parliamo di fatti e non di aria fritta. Servono soldi, grossi capitali con l’addolcimento della pillola attraverso la prospettiva che con questo “intervento” si cambierà passo e prospettive per il futuro.

 

Si parla di futuro per i giovani; ma si può accettare un futuro dove verranno “tagliate fuori” intere generazioni ancora attive, anche se non più giovani? Sopprimiamo fasce anagrafiche in nome della salvezza di una generazione giovanile?  Di questo passo il governo Monti inasprirà un conflitto generazionale forse già in atto. Ci siamo stufati di suggerire, di proporre, di indicare percorsi alternativi. Non è compito di un giornale, ma siamo ancora Persone e Cittadini, e come tali abbiamo l’obbligo di rimarcare la nefandezza e la pericolosità dei provvedimenti enunciati da Monti. La patrimoniale secca sui redditi alti!! Una risposta sulle spese militari e altro deve essere data. Si vanno delineando invece trucchi da finanza occulta, escamotage dai dubbi connotati. Un esempio su tutti: la tracciabilità delle spese fatte con contante! Suvvia, non prendiamoci in giro; questo serve a rinforzare le fondazioni bancarie, le banche e gli istituti di credito e non come si vorrebbe far credere, una lotta all’evasione più incisiva.

 

Esistono metodi ben più “pratici” e meno invasivi di questo. Si lavori tenendo presente il fine ultimo: l’equità. Per raggiungerla occorre riequilibrare un sistema; così come è in politica l’intenzione delle quote rosa. Per questo tipo di riequilibrio occorre far pagare chi può ed ha la possibilità di farlo. Non si parla senza prove e neppure generalizzando, ma i grossi redditi non si accumulano attraverso “gite fuori porta”. Mettiamo da una parte l’ipocrisia e perseguiamo un fine condiviso. Il paese e il Cittadino vuole uscire da un incubo e non è certo questa la strada per ottenere questo fine. Negli Enti locali si taglia, la vita di ogni giorno è diventata insostenibile e in più si toglie invece di aiutare? Monti a Porta a Porta parla del “Cittadino che capirà”. Cosa, ci chiediamo? Risponda al Cittadino con una vera e giustificata risposta che motivi la decisione di non percorrere la strada sopra prospettata. La realtà parla di grave situazione non più sostenibile. Immaginiamo di non avere più acqua ma di possedere molte falde dalle quali far sgorgare questo liquido prezioso. Perché le teniamo sigillate?  Ognuno dia la propria risposta. Per quanto ci riguarda la vorremo conoscere dallo stesso Prof. Monti.

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