Da imprenditore a sequestratore. La via dell’esasperazione è dietro l’angolo

ROMA – E’ finita con uno scrosciante applauso la vicenda di Luigi Martinelli, l’uomo di 54 anni che ieri aveva fatto irruzione  armato di un fucile e due pistole nella sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia.

Dopo la resa è uscito e ha chiesto scusa: “non ho i soldi per vivere” ha detto stringendo la mano al brigadiere che lo ha convinto ad arrendersi. E così la sua disperazione si è riversata all’esterno come  un fiume in piena, perchè quello che sta attraversando Luigi accomuna molte di quelle persone che hanno atteso  con un nodo alla gola l’epilogo di un incubo durato sei ore,  che non è frutto di un’azione criminale fine a se stessa, ma della disperazione di un uomo.
Luigi, infatti, di problemi ne ha davvero tanti  e questi possono addirittura schiacciarti come una mosca se vivi in un Paese che non è ultimo a nessuno per pressione fiscale e per erogare gli stipendi più bassi d’Europa. Insomma il passo è breve e la vita di ognuno di noi può trasformarsi improvvisamente in un vero e proprio inferno. Lungi dal giustificare il gesto estremo di quest’uomo che fortunatamente si è concluso senza spargimenti di sangue, ma questa vicenda non va assolutamente presa sotto gamba. Soprattutto da chi tra tagli e riforme ha perso di vista la vita reale delle persone, del loro quotidiano costellato di incertezze e di delusioni, di peripezie per sbarcare il lunario, di bocconi amari digeriti con le lacrime agli occhi,   con la consapevolezza che questo “presente futuro” è avvolto da quel buio profondo che non lascia spazio alla speranza.

Luigi ha sorpreso tutti, perfino gli amici che lo conoscevano e che lo descrivono come una persona  normale e un gran lavoratore. Da ex imprenditore di un’impresa di pulizie alla disoccupazione il passo potrebbe essere stato fatale. E poi la separazione dalla moglie che  ha probabilmente amplificato la sua condizione di solitudine.  Ma c’è dell’altro che sembra essere la vera causa che ha fatto scatare il folle gesto. Luigi aveva debiti proprio con l’erario che avanza 1.000 euro e pare non ci fosse la concreta possibilità di onorarli nei tempi dovuti. Nessuno sapeva di questa condizione, nemmeno i suoi amici più stretti, perchè come spesso accade la vergogna prende il sopravvento in taluni frangenti e chi  sente il suo insopportabile peso  preferisce ingannare se stesso e gli altri piuttosto che raccontare un’amara verità che inevitabilmente scalfirebbe quel sentimento che si chiama dignità.
Subentra la frustrazione, la delusione e tanta rabbia perchè chi cade nella rete dell’improbabilità finisce per essere dimenticato, perde anche quei pochi punti di riferimento che un paese che si definisce civile e democratico dovrebbe garantire ai suoi cittadini, dando quel minimo di tutele e garanzie per coloro che precipitano in situazioni nelle quali non trovano sostegno, soluzioni e soprattutto risposte.
Perchè oggi una cosa è certa. Lo stato di diritto in questo Paese ha cessato di esistere.

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