“Laboratorio politico”: un programma per la ricostruzione del Paese

ROMA – Il voto, seppur amministrativo, ha detto delle cose molto chiare.Il blocco elettorale delle destre si è frantumato, in pochi hanno votato PdL e Lega, altri hanno votato Grillo, molti non sono andati a votare.

Per le destre è stato un crollo. Il PD, viceversa, ha accresciuto fortemente il proprio ruolo nel governo locale pur con una flessione nei voti e rimane la vera alternativa alla situazione attuale. La sfiducia nel paese è forte, è radicata,è in cerca di una rappresentanza politica. Questo spiega il fenomeno non momentaneo del movimento 5stelle.
È evidente che il paese è nel suo insieme in una situazione di smarrimento considerando che le forze responsabili della crisi, morale, sociale e democratica, come le destre, ancora hanno un peso significativo sul governo Monti. E non si vedono politiche incisive contro la recessione e per la ripresa economica.

 

Dal terribile terremoto l’urgenza della tutela del territorio
Il terribile terremoto che le terre emiliane hanno subito deve riportare la politica ai valori della solidarietà, dei bisogni e dell’economia reale, dell’efficienza e della serietà. Non siamo più nella pestilenziale epoca berlusconiana di chi faceva speculazioni sui terremoti come è successo per l’Aquila. Questo ci deve dare fiducia e spingere ad andare avanti tutelando il territorio, realizzando un sistema dei controlli per tutelare gli immobili e la vita dei lavoratori e delle persone tutte. Anche da questa vicenda, emerge con chiarezza la necessità del cambiamento e di predisporre un programma per la ricostruzione dell’intero paese  riorganizzando il tessuto industriale, le infrastrutture, l’agricoltura, l’edilizia, il turismo, la ricerca e la formazione. Per dare lavoro dignitoso e sicuro al nord come al sud. Ma come fare?
La questione non è come raccontare al pubblico televisivo un buon programma o delle splendide fandonie come fece Berlusconi.Le conseguenze le stiamo pagando con la crisi delle imprese, la disoccupazione, la precarizzazione della vita dei giovani e del Mezzogiorno. Quella politica populistica dell’uomo solo che pensa a tutti e la personalizzazione plebiscitaria devono essere eliminata. La proposta presidenzialistica è la istituzionalizzazione dell’attuale, vecchio e fallimentare sistema politico.

 
I valori della sinistra, socialista, ambientalista, solidarista
Il nostro “Laboratorio politico”, che si richiama alla sinistra europea, socialista, ambientalista, solidari sta, crede, viceversa, che occorra istituzionalizzare la partecipazione dei cittadini, con una riforma profonda sia dei partiti, tali solo se garantiscono di essere reali strumenti partecipativi, sia degli iter decisionali e della trasparenza degli enti locali, delle istituzioni e dei mercati finanziari.
Servono cambiamenti profondi e non basta enunciarli ma possono essere realizzati solo con il consenso e per questo è necessario sviluppare un movimento partecipativo imponente in grado di articolarsi in sedi unitarie per decidere il programma della ricostruzione.
Ciò è indispensabile nei momenti di crisi in cui la consapevolezza e la condivisione diventano le vere leve del cambiamento.
Il PD che vuole essere ed è un partito diverso dagli altri, per essere all’altezza della situazione, dovrà cambiare e accentuare il modo d’essere partecipativo nelle decisioni politiche, essere vicino, sostenere, e dove occorre, la sollecitare e l’organizzare movimenti sociali non violenti per il lavoro, l’equità, l’ambiente e la ripresa economica

Le destre cercano di riorganizzare un blocco politico

Non si può attendere il 2013 per iniziare a promuovere la ricostruzione.
La crisi investe tutte le famiglie e a tutte le fasce popolari va estesa l’attenzione e la vicinanza. Ciò è tanto più necessario in quanto le forze di destra, approfittando della crisi, tenteranno di riorganizzare un nuovo blocco politico esteso a forze moderate e popolari. Certamente la presenza di Berlusconi renderà poco credibile l’operazione ma non si può stare a guardare. Questo disegno va fatto fallire con l’iniziativa sociale, capillare e unitaria per scegliere il programma e una nuova idea di società. La questione quindi è lavorare per una estensione massima delle forze di centrosinistra e democratiche disponibili al cambiamento. Non si tratta perciò di rimirarsi nella fotografia di Vasto ma di prendere l’iniziativa sociale e politica a tutto campo.

Monti dovrà dare risposte alle richieste popolari
Il voto parla anche al governo Monti. Esso chiede una svolta politica nelle politiche economiche e sociali per la ripresa, i diritti, l’occupazione, i redditi e la riduzione delle disparità (presenti anche in troppi provvedimenti dell’attuale governo).
Dal voto esce quindi la richiesta di una riduzione del peso politico delle destre sul governo e una maggiore ascolto delle istanze e delle proposte del PD. Monti dovrà dare risposte alle richieste popolari realizzando le condizioni politiche per attuare la svolta per la crescita e ciò passa inevitabilmente per un ridimensionamento del peso politiche delle destre sul governo. Altro che la falsa immagine di una maggioranza A-B-C che sostiene il governo dei tecnici.   
    

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