Il lavoro non fa parte del dna del governo

ROMA – “L’Italia si è spostata dall’orlo del precipizio, ma il cratere si è allargato e ora siamo di nuovo in crisi:così Monti .

Precipizio, baratro,  parole che piacciono molto al premier, ai ministri.  In realtà un baratro vero c’è: è quello fra il governo e le tre grandi Confederazioni sindacali, Cgil, Cisl, Uil, ma con loro  anche sindacati come l’Ugl, autonomi di settori e importanti categorie. La straordinaria piazza del Popolo, gremita di lavoratori, di pensionati, di giovani  ha dato un segnale chiaro. Un corteo durato alcune ore, sotto un sole bollente, una piazza che ribolliva di persone, bandiere, striscioni, palloncini, una sola parola che è volata via nelle strade di Roma, “lavoro”, gridata in ogni modo e con ogni mezzo,  dà la sensazione di quanto il governo sia lontana dai bisogni della gente che lavora , dei pensionati cui è stata tolta perfino la rivalutazione di pensioni sotto il minimo per una vita decente.

Il “ valore del lavoro”, la straordinaria manifestazione di Cgil, Cisl, Uil

 Il “valore del lavoro”, lo slogan della manifestazione dei duecentomila, non fa parte del dna di questo governo. La distanza dai sindacati, non perché i sindacati siano l’ombelico del mondo, è un fatto molto grave, la mancanza di confronto reale,  il rifiuto di fatto della concertazione, che non è perdita di tempo, creano danni al Paese, ne minano le stesse fondamenta. Non è un caso che il dramma degli “ esodati” sia stato uno dei temi centrali nei comizi di Camusso,Bonanni, Angeletti, un esempio in negativo del rifiuto del governo, di fatto, a discutere, confrontarsi  con chi rappresenta milioni di persone, in carne e ossa, non numeri . Ed è nata una riforma “ sciagurata” “ devastante” che mette in discussione “ le vite degli altri”. Mai come in questi giorni, in questa manifestazione, il giudizio di Cgil, Cisl, Uil, sulle politiche del governo è stato così duro, netto,  unitario dopo anni di divisioni,un’ultima chiamata al governo e l’annuncio che “ non ci rassegnamo” “ la mobilitazione continua “ siamo un osso duro”. Abbiamo vissuto altri momenti difficili del vita del Paese, registrato da cronisti le manifestazioni, i cortei dei sindacati. E’ una storia fatta di vittorie, ma anche di sconfitte, di mediazioni necessarie, di rivendicazioni  sulle quali si aprivano tavoli di concertazione. Ora questi tavoli sono chiusi, il ministro per lo Sviluppo, si trova a dover affrontare centinaia di vertenze, chiusure di aziende, cassa integrazione. Non dà segno di cosa faccia.

Il decreto per lo sviluppo, politica degli annunci

Già lo sviluppo, il decreto messo a punto dal governo, “salvo intese”. Dal palco Camusso, Bonanni e Angeletti non lo nominano mai, lo intruppano nella “ politica degli annunci” che non dovrebbero far parte del vocabolario di tecnici, professori, chiamati “per fare “ e non per “dire soltanto”. Già gli annunci Uno particolare arriva al ministro Fornero e, attraverso di lei a Monti. Martedì quando è chiamata a riferire alla Camera  presenti una norma generale che riguardi tutti gli esodati i quali hanno il diritto di andare in pensione secondo le vecchie norme.  Del decreto se ne parla poco anche nel “ sottopalco”, dove si trovano Rosy Bindi presidente dell’assemblea nazionale del Pd, Stefano Fassina, della segreteria dei Democratici, responsabile della sezione economia e lavoro.  C’è proprio poco è la definizione più benevola. C’è chi lo definisce uno “spezzatino”, buono se accompagnato dai piselli, ma qui i “piselli”, traduci in miliardi, non ci sono. C’è la speranza che da due miliardi reali per procreazione spontanea se ne generino altri 78.  Un economista degno di questo nome non azzarderebbe una tesi del genere. Un governo delle “ riforme sbagliate” da quella delle pensioni a  quella del Lavoro, una “ legge butta- dice Camusso-sarebbe meglio ricominciare da capo.

I sindacati indicano un programma di governo

  Occupazione, riforma del fisco, welfare, i sindacati in dicano un “ programma di governo”, compreso dove trovare le risorse. Un atto di grande responsabilità,  un problema che pongono anche alle forze politiche, in particolare alle forze progressiste, al Pd che sostiene l’esecutivo La distanza fra il governo e i sindacati mette a rischio, può produrre lacerazioni,lesioni, nel tessuto democratico. C’è un solo modo per evitarlo: il governo cambi  subito l’agenda politica, collochi il lavoro al centro delle scelte politiche in Italia e in Europa, trasformi la parola crescita in fatti concreti.. Non c’è più tempo da perdere. Il calendario di iniziative, di lotte già programmate dai sindacati  è molto fitto. Il 20 giugno manifestazioni dei pensionati in tutta Italia, il 2 luglio manifestazione a Napoli oer il Mezzogiorno, iniziative in tutti i territori. L’osso, appunto, è molto duro.

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