Contratto a tempo indeterminato per il capo, allora si pensi anche ai precari

Foto di Alessandro Ambrosin ©

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Super stipendio a Gubitosi e tagli per gli altri? La Giunta Fnsi chiede chiarezza, coerenza e rigore. Con metà di quella busta paga si possono sistemare almeno dieci persone

 

ROMA – “Governo che tace, governo che acconsente e, finalmente, si ravvede: il posto fisso non è più monotono e va remunerato con somme ben superiori al tetto per i pubblici dirigenti. Ma ci deve essere un errore e la ‘svolta’ per i cittadini non c’è se riguarda – come è nei fatti – solo il neo direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, al quale è stato attribuito un contratto a tempo indeterminato da 650 mila euro. Siamo al rigore diseguale ed è lecito attendersi un segnale dal Governo Monti, a meno che non si voglia accreditare l’idea che i sacrifici e gli stipendi da ridurre sono quelli degli altri.

Oppure si sceglie di fare un contratto sontuoso al neo direttore generale affinché riduca gli stipendi dei dipendenti della sua azienda?
Chiarezza, coerenza e rigore  sono elementi di credibilità e sostenibilità tanto predicata – a giudizio della Giunta esecutiva della Federazione nazionale della Stampa, in condivisione con l’Usigrai – che si tengono se viaggiano in maniera omogenea e secondo principi di proporzionalità e di eguaglianza.  E se il tema dei super stipendi dei manager è all’evidenza della discussione pubblica da tempo, se si può capire una giusta indennità perché le figure apicali, assunte perciò di norma a termine, se non danno i risultati affidati alla propria missione possono essere mandate subito a casa, appare assolutamente incomprensibile un contratto a tempo indeterminato, rescindibile solo con altri super indennizzi. Tanto più quando le prime parole di indirizzo dei vertici Rai sono quelle della moralizzazione e del taglio dei costi.
La Fnsi chiede perciò al Governo segnali non diseguali e, intanto, un vero cambio di marcia a sostegno del lavoro a tempo indeterminato per i lavoratori che non avranno mai indennizzi e premi a colpi di centinaia di migliaia di euro. E’ l’indicazione alla Rai di destinare le risorse professionali di guida e quelle economiche di una nuova politica di moralizzazione dei costi alla definizione dei contratti dei precari, posto che solo con la metà dello stipendio del Direttore generale si possono sistemare almeno dieci persone”.

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