Monti tentato dal partito dei cattolici

ROMA – “Preoccupazione, rammarico, finale troppo brusco, non bruciate fiducia dell’Italia, un fallimento la mancata riforma della legge elettorale”. Sono queste le parole usate dal Presidente della Repubblica  intervenendo alla cerimonia di scambio di auguri tra  le alte cariche dello Stato. Un tono severo, quello di Napolitano che ha anticipato  di fatto, il messaggio che nell’ultimo giorno dell’anno rivolgerà agli italiani.

Severo, con qualche punta di visibile irritazione come quando rivolto alle forze politiche ha affermato che “in gioco è il Paese, il nostro comune futuro  e non solo un fascio di voti per questo  o  quel partito paese”. Non ha nascosto  il rammarico, “ mio malgrado” ha detto, perché dovrà essere lui a indicare il nuovo capo del governo, un governo politico. “ Ed ha tenuto a precisare che l’incarico “sarà dato sulla base del consenso che gli elettori accorderanno a ciascuna forza politica”.

I paletti piantati dal Presidente Napolitano

 Un paletto piantato per terra mentre si sta avvicinando il momento della stretta, della verità. Monti che ha incontrato Bersani, un colloquio di poco più di trenta minuti, non può ritardare ancora  di far sapere cosa intende fare da grande mentre si incrociano le voci più disparate. Quando Napolitano afferma una cosa che dovrebbe essere banale, che l’incarico andrà a chi prenderà più voti, lo fa a  ragion veduta.   In particolare cerca di “ salvaguardare “ la stessa immagine di Monti che, se  si presentasse in prima persona  o  comunque come guida di una lista civica, portando a casa fra il dieci e quindici per cento, non potrebbe essere più considerata una “ risorsa”. Un effetto che avrebbe risvolti non solo sul piano nazionale ma anche a livello internazionale, l’Europa in particolare. Napolitano ha ben capito che Monti, in qualche modo, scenderà in campo, come si dice in gergo.  Ne parlano in particolare due persone che gli sono molto vicine, il ministro Riccardi e il presidente delle Acli, Olivero, due esponenti di primo piano del mondo cattolico. Proprio  a quest’ ultimo non piace essere definito un “centrista”. “ Noi dice- e poi vedremo perché- siamo estremisti riformisti e solidaristi accaniti. Il nostro intento è spingere con forza il cambiamento del Paese”.

Olivero (Acli). Non  conflitto fra Monti e Bersani, ma  confronto serrato
Sembra di riascoltare interventi di esponenti della sinistra Dc, quasi che si voglia rimettere indietro, molto indietro l’orologio della storia. Nostalgia democristiana, aggiornata con qualche punta di integralismo. Non a caso Olivero parla esplicitamente “di una parte amplissima dei cattolici che non si sente rappresentata”. Da qui l’esigenza fondamentale di creare una proposta credibile per l’elettorato cattolico”. Chi meglio di Monti può assumere la guida di questo “ soggetto terzo” In  che modo? Olivero non ha dubbi, una lista Monti, lista di società civile, senza parlamentari uscenti, con il cattolicissimo segretario della Cisl, raffaele Bonanni e il movimento di Luca di Montezemolo, definito “liberale”. Questa lista dovrebbe essere affiancata dall’Udc, Fini fuori  “ perché appartiene ad un’ altra cultura politica”. E il presidente della Camera se la prende a male.  E Berlusconi? Viene definito un imbonitore che usa una tattica sterile ,“lì annunciato appoggio del cavaliere ,Monti è una persona seria. Insomma il Pdl sarà un avversario. La sfida elettorale sarà, a dire di Olivero tra Monti e Bersani, tra mondo cattolico e centrosinistra. Il percorso “Non sarà  un conflitto personale tra i due – afferma il presidente Acli – ma un confronto serio e serrato sulle idee e questo andrà a beneficio del Paese”. E la laicità dello Stato? Possibile che nel 2012, all’inizio del 2013, di fatto, si faccia tornare in campo l’ipotesi di un partito cattolico, che si divida l Paese proprio mentre c’è bisogno di unità?

Il gioco delle tra carte del premier con Montezemolo e Casini
Sarà Monti ,un cattolico, conservatore liberale a capeggiare questa operazione. Gli ultimi boatos parlano di un premier intenzionato a  presentare un memorandum al Paese indicando le riforme avviate e quelle che dovranno esserlo. Saggerebbe così le forze politiche e potrebbe consentire anche l’uso del suo nome da parte di chi condivide il memorandum. E chi lo condivide si sa già: il movimento di Montezemolo e l’Udc. Sembra il gioco delle tre carte. Gli italiani, noi insomma ci meritiamo qualcosa di più.. La beffa proprio no anche se è di razza montiana.

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