Un voto di progresso, contro la speranza dello sfascio

ROMA – Ora si vota. E’ stato un mese  di una orribile campagna elettorale. O meglio di due campagne elettorali, una quella delle forze politiche, l’una contro l’altra armata, con ben poche proposte da offrire ai cittadini, l’altra quella personale di Grillo cui è stato riservato un posto a parte, quasi un invitato  da trattare con i guanti.

Bersani,  Renzi,Vendola, gli esponenti del centrosinistra hanno provato a porre  sul piatto della bilancia i problemi reali delle persone, di questo paese disastrato da un ventennio di berlusconismo,  indicando un’alternativa di governo, di progresso, contro la “ speranza” di sfascio  che, per strade diverse, propongono agli elettori sia Grillo che il cavaliere. Diranno le urne  se il centrosinistra avrà centrato l’obiettivo, se l’Italia “bene comune”, diventerà il programma del governo alla cui presidenza si candida Bersani.  Noi pensiamo  e ci auguriamo di sì perché se  così non  fossero riusciti entreremmo in un tunnel ancora più buio di quello in cui siamo e dal quale Monti non ci ha portato fuori. Alle proposte , il cavaliere in testa, si sono sostituite promesse oscene.  La lettera inviata a milioni di italiani annunciando  il rimborso è un esempio che non ha bisogno di commento. Si tratta di un reato e insieme una presa in giro che ha  fatto crescere ancor più la rabbia, l’esasperazione dei cittadini. Il professor  Monti ha lanciato la sua ricetta “magica”  per  il lavoro. Non ha molta fantasia il bocconiano, in sostanza  si possono assumere giovani a tempo indeterminato ma con la possibilità di licenziamento quando fa comodo al padrone. Invece del precario insomma, il licenziando.

Alla cattiva politica si sono aggiunti i “ soloni” dell’economia

 Non basta, alla cattiva politica si sono aggiunti alcuni soloni dell’economia, editorialisti,  politologi da strapazzo che trovano spazio solo nelle tv e nei quotidiani che, invece di misurarsi con problemi reali del paese danno lezioni come se fossero in cattedra, visto che in cattedra ci stanno poco preferendo frequentare consigli di amministrazione,  specie delle banche, fornire consulenze ben pagate. In particolare storcono la bocca di fronte a chi, quasi in solitario, presenta  proposte, certo discutibili ma concrete. In particolare se la prendono con il Pd, con Fassina, Vendola, la Cgil, sulla scia delle  invettive di Monti e dei suoi seguaci. Le liquidano in poche altezzose battute. Ma perché non si cimentano loro, perché non indicano a questo paese disastrato quale è la strada per la ripresa, per il lavoro. L’eguaglianza ? Niente, neppure un accenno. Verrebbe voglia di dire viva Giannino, Oscar due volte, per il nome e per aver turlupinato fior di economisti, banchieri, dirigenti d’azienda, direttori di giornali,  e compagnia cantando. Appunto un Oscar, un premio Nobel anche. Oggi quasi tutti i commentatori, i conduttori di programmi televisivi, di talk show dicono che è stata una campagna elettorale orribile, la più  brutta nella storia della Repubblica.  Mai come in questo mese i leader dei partiti  hanno occupato televisioni e radio. Berlusconi ha fatto una  invasione contando anche sulle “sue “ televisioni i cui giornalisti fanno finta di fargli domande sempre nuove invece, le domande innocue rivolte nella trasmissione serale, le ritroviamo in quella   mattutina. In mancanza di una vittoria, anche se fa finta di sperarci, tenta di rendere ingovernabile il Paese, con la speranza di rientrare in gioco   e difendere i suoi interessi privati, processo in corso contro di lui in primo luogo. Anche Monti non ha scherzato, come il prezzemolo è comparso in molti programmi, si è distinto per diverse gaffe, per affermazioni  poi smentite il giorno dopo, una  specie di signor Tentenna,  per l’ossessione che si chiama. Questa, in sintesi, una delle due campagne elettorali.

Grillo, in solitario, occupa tv, radio,prime pagine e copertine

La seconda è quella di Grillo. Più di tutti gli altri leader ha occupato, in solitario,  tv e  radio, le pagine dei  quotidiani, dei periodici che gli hanno dedicato invitanti copertine. Mentana, il direttore de La 7, ha mandato in onda, in omaggio alla par condicio, una ventina di minuti di un comizio di Grillo, senza nun commento ovviamente, senza una domanda. Ha detto che il compito di un giornalista è quello di informare. Ma il giornalista, sa bene Mentana, è un “mediatore”, non è” informazione” mandare in onda un filmato girato da un operatore. Il capo di  5 Stelle ha giocato come il gatto con il topo ed ha fatto sempre notizia anche quando ha impedito ai giornalisti italiani l’accesso  sotto il palco. Pensiamo che l’informazione  sia venuta meno ai suoi compiti, abbia rinunciato a quel diretto all’informare fissato dall’articolo 21, colonna portante di una democrazia. Ha fatto da cassa di risonanza   alla rabbia, alla disperazione, che si è insinuata in questi anni nei meandri della società, alla indignazione per la corruzione dilagante, i problemi veri, reali sui quali ha fatto leva Grillo. Ha offerto a piazze piene di gente la speranza dello sfascio. Siete circondati, arrendetevi è stato uno slogan gridato dai fascisti, va bene anche questo. Tutti a casa, via i parlamentari, vi perdoniamo se ve ne andate, non vi puniamo. Intanto sfasciamo tutto, aizza il comico diventato un volto tragico di un paese che rischia di perdere la bussola. Il governo, il Parlamento ? A che servono sono i cittadini che decidono direttamente. Cose folli. Ma quelle persone in carne e ossa che, quasi in preda ad un’isteria collettiva, seguono il guru sono vere. Il governo dell’alternativa, di progresso,  deve  risposte anche a loro, prima di tutti a loro. Perché la democrazia non è un optional. Va difesa sempre e comunque. 

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