Le “tute blu” danno la sveglia al governo e al Pd

ROMA –   Una piazza imponente, una manifestazione che parla a tutto il Paese. Al governo in particolare che non ha ancora trovato il tempo di incontrare i sindacati, ed anche al Pd. Proprio a poche ore di distanza dallo spottone propagandistico di Berlusconi,  che, dice lui , ha ottenuto la prima grande vittoria con la sospensione dell’ Imu, sono le  “ tute blu”, gli operai in carne ed ossa che esistono ancora, anche se qualcuno ne ha dimenticato pure la fisionomia, a richiamare alla realtà della crisi che stiamo vivendo: Non sarà l’Imu a far riprendere i consumi, a portare sollievo alle famiglie che non arrivano alla fine del mese.

Certo il modo in cui è stata applicata, uguale per tutti, ricchi , meno ricchi e addirittura poveri non va proprio. Ma non va neppure che siano esentati da questa tassa, che esiste in tutta Europa, i ricchi, comunque chi ha un reddito tale da poter pagare. Se così avvenisse si potrebbero recuperare ben due miliardi per destinarli  al mantenimento dell’Iva  alla attuale percentuale.  Se invece si aumenta si colpiscono proprio i redditi più bassi. Perché partiamo da questo problema? Certo Berlusconi gongola, anche se non ha ottenuto la promessa restituzione, ma le “tute blu” hanno toccato uno dei  tasti più delicati che riguarda il governo. Il Pd in particolare. La manifestazione negli slogan, negli interventi , nelle conclusioni di Maurizio Landini, ha chiesto con forza un cambiamento delle politiche economiche e sociali, indicando le strade da percorrere, se davvero si vuole porre al centro il lavoro. 

Questo obiettivo non può che essere il Partito democratico a sostenerlo, portarlo avanti, in una compagine  governativa dove non c’è certo da sperare che sia Berlusconi a indicare scelte innovative.. Sappiamo che il governo Letta nasce da una impossibilità, verificata, di dar vita ad una maggioranza diversa, di centrosinistra, sostenuta dal Movimento 5 Stelle. Nasce per affrontare l’emergenza, ma se non si guarda al futuro anche l’emergenza stessa diventa un obiettivo impossibile da raggiungere. Ciò che si avverte, la manifestazione  dei centomila metalmeccanici lo ha detto con chiarezza, è la timidezza del Pd a farsi valore, ad intervenire con autorevolezza , a dire la sua insomma. Non si può lasciare il campo a Berlusconi, Sull’Imu, per esempio, occorre, subito e non far qualche mese, sapere quale è la posizione dei Democratici. Così come sulla legge elettorale.  Se davvero  si  è convinti, come ci pare giusto, che deve essere subito abrogato il “ porcellum” lo si faccia diventare obiettivo di confronto con il Pdl senza attendere riunioni di Commissioni  e Convenzioni che, sono nate ci pare per prendere tempo. Se il lavoro è Selmo questione centrale lo si dimostri con proposte concrete, si chieda al governo di aprire, subito, un tavolo di confronto con i sindacati, le organizzazioni imprenditoriali. Per i giovani sono in campo molte , una nuova politica industriale, che siano scomparse le rendite finanziarie, i grandi patrocini, cui far pagare , mica tanto, qualcosa perlomeno?  Se Guglielmo Epifani avesse partecipato alla manifestazione avrebbe dato un segnale importante. Siamo certi che l’assenza gli deve essere costata parecchio. In piazza e nel corteo c’erano diversi esponenti del Pd, di Laboratorio politico  per la sinistra, insieme a esponenti di Sel, di Rifondazione,  di % Stelle,di movimenti, associazioni,. personalità, come Rodotà, Strada del mondo della cultura, c’erano fra le tute blu elettori del Pd. Epifani solo da pochi giorno ha preso nelle mani la guida di un partito difficile, diviso, personalizzato in senso negativo. Ancora non “ libero”, stretto nelle pastoie di correnti e clientele.  Del percorso congressuale contiamo entri a far parte il significato di questa giornata di lotta, così come di quelle che si profilano, programmate da Cgil, Cisl, Uil, fino a d una grande manifestazione unitaria per il mese di giugno. Centralità del lavoro non può essere solo uno slogan, è la vita di milioni di lavoratori, è l’unica strada possibile per aprire la strada alla crescita. In Italia e in Europa.

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