Da Piazza San Giovanni la “scossa“ al governo

Ci sono voluti dieci anni per ritrovare un rapporto unitario fra Cgil, Cisl, Uil, un rapporto perso nella notte dei tempi. Non è stato facile ricostruire un tessuto lacerato.

La Cgil non ha mai mollato, anche quando Cisl e Uil prendevano sempre più le distanze. Quando i ministri di Berlusconi e poi anche qualcuno di quelli di Monti strillavano che il sindacato di Corso d’Italia  “fa  politica”, qualche editorialista dei giornaloni usava la parola “massimalisti” nei confronti del dirigenti della Confederazione di Corso d’Italia.   E dopo dieci anni di “stop and go”, torna una grande manifestazione unitaria, “politica“ perché si affrontano problemi economici, sociali, si vuole dare una “scossa” al governo, un “ messaggio” al  Paese Le decine di migliaia di lavoratori che sfileranno nelle vie di Roma e poi  dal palco di Piazza San Giovanni, Camusso, Bonanni e Angeletti, racconteranno l’Italia con i suoi problemi.

La cronaca del nostro Paese è segnata da episodi drammatici, i suicidi di lavoratori, imprenditori, sono la punta dell’iceberg. In nessun altro paese d’Europa, l’eurozona di cui facciamo parte, si è assistito a tante tragedie. Neppure in Grecia, tartassata da dissennate scelte delle tecno burocrazie europee, ora lo stesso Fondo monetario internazionale dice che in quanto a austerità si è esagerato, si sono verificati episodi  Le cronache italiane  ci parlano di milioni di disoccupati, di  cassaintegrati, di un esercito di giovani senza lavoro, di esodati, di migliaia e migliaia di imprese di tutti i settori che abbassano le saracinesche, prima le piccole e le medie ora anche le grandi. Fiat ha fatto scuola. Ben sette milioni sono i lavoratori senza contratto. E parlano anche di economia sommersa, di corruzione, di criminalità organizzata, di mafia, di evasori fiscali. Il governo? Nasce da una situazione di emergenza, formato da Pd e Pdl, con quel che resta dei “montiani”, i cui programmi e progetti sono talmente diversi che anche provvedimenti che potrebbero essere messi in campo rapidamente diventano oggetto di studi, indagini, saggi che si riuniscono. Qual cosa Enrico Letta ha fatto ma finché l’Imu, resterà il problema numero,da abolire per la prima casa anche per i ricchi siamo ben lontani dai problemi reali in un paese dove torna nel vocabolario una parola  che sembrava scomparsa: la povertà.La sera, ma anche in pieno giorno, , quasi un film dell’horror,  mani di uomini e donne fugano nei cassonetti, non solo immigrati senza lavoro, senza un tetto, senza cibo. Sono italiani, anziani ma non solo. E quando i mercati rionali staccano specie le donne vanno alla ricerca di frutta, verdura. Le statistiche non  ci parlano di questo esercito di disperati, che per mangiare fa la fila a qualche mensa allestita da organizzazioni umanitarie raccontano scene ordinarie d il problema numero uno, da abolire per la prima casa anche dei ricchi, come vuole Berlusconi ,siamo lontani dai problemi reali. La manifestazione parla al governo,  alle forze politiche. Al Pd in primo luogo.  “Il lavoro è democrazia “si traduce in cosa da fare, in cosa da cambiare  Il sindacato unitariamente presenta proposte concrete, indica come reperire le risorse. La Cgil, qualche tempo fa ha messo a punto un progetto, richiamando  il Piano del Lavoro di Di Vittorio. Cisl , Uil hanno  ugualmente individuato interventi, provvedimenti da adottare. Anche le associazioni degli imprenditori hanno detto la loro.   Fino ad oggi non sono stati molto ascoltati. I governi di Berlusconi hanno fatto di tutto per dividere i sindacati, tentando di isolare la Cgil, la più forte delle Confederazioni e ci sono anche riusciti, un danno per il Paese perché le forze sociali, i corpi intermedi sono , o meglio dovrebbero essere, protagonisti, punti di riferimento per le istituzioni e le forze politiche. Anche il  Pd non ha certo brillato nel rapporto con i sindacati, tenendo le distanze perfino da manifestazioni della Cgil, con dispute interne se aderire oppure no, se partecipare a cortei oppure no. Frutti velenosi della divisione sindacale, visto che  al Pd aderiscono sindacalisti delle tre  Confederazioni. Ora la ritrovata unità pone al governo e alle forze politiche di ristabilire un rapporto concreto e continuo con le espressioni delle forze sociale, non solo per affrontare la crisi ma per progettare il futuro in Italia e in Europa. Se Berlusconi con i suoi ministri ha diviso le forze sociali, i sindacati, prendendo di mira  la Cgil  che “faceva politica”, se Monti ha provato qualche fastidio perfino ad incontrare Cgil, Cisl, Uil, magari anche separatamente, il governo Letta  non brilla anche se qualche apertura alle organizzazioni sindacali l’ha fatta  perlomeno sul piano del metodo. Non basta. I lavoratori in piazza, una grande manifestazione  in piazza, il rapporto unitario ritrovato fra Cgil, Cisl, Uil, sono il sale della democrazia. E in questo momento l’Italia ne ha tanto bisogno.

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