I valori comuni delle forze anti liberiste

ROMA – La navigazione a vista del Governo Letta prosegue, fra mille ostacoli. Il topolino partorito sul lavoro, forse senza alternative, in assenza di risorse, si accompagna con la sospensione dell’aumento dell’IVA, per tre mesi, nelle ore in cui il Partito Democratico, e poi la maggioranza, sospendono anche l’autorizzazione all’acquisto degli F35. Questo oggi passa il convento. 

E’ evidente la sproporzione tra Piazza San Giovanni, sabato scorso, e il vuoto di rappresentanza politica che oggi ha il lavoro nelle sue diverse forme, con le brucianti domande di sicurezza e di garanzie che propone. Così come sono sotto gli occhi di tutti gli strettissimi margini europei e interni di azione della “strana” maggioranza e del Governo. Sui margini europei, vedremo se il vertice europeo produrrà qualche risultato più consistente del previsto. Non nascondo un certo scetticismo. Mi permetto di suggerire ad Enrico Letta di avviare contestualmente una forte iniziativa coordinata dell’Europa meridionale e mediterranea, che ponga il problema alla Germania e ai paesi del Nord Europa di fare nel Mediterraneo un’operazione analoga a quella che dopo l’89 si fece verso l’Est europeo. Un altro ciclo economico italiano di crescita sostenibile è infatti ipotizzabile solo se il motore dello sviluppo in questa parte del mondo sarà a cavallo tra l’Europa, l’Africa e l’Asia. Si tratta di liberare risorse europee e nazionali, oltre i vincoli dell’austerità, per questo progetto che è anche un interesse tedesco e nordeuropeo.

Sui margini italiani, la strada si fa sempre più stretta. Le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi creano, per ragioni opposte, una situazione sempre meno sostenibile. E’ di queste ore la notizia di un’iniziativa legislativa del PDL contro la magistratura.

Tutto ciò porta a pensare che i tempi per alcune riforme, a partire da quella istituzionale e elettorale, sono molto limitati. E porta anche a pensare che il Partito Democratico non deve indugiare e perdere tempo nell’uscire dalla crisi in cui è piombato dopo il voto. La costituente delle idee deve definire un programma fondamentale del Partito entro settembre. E l’assetto e la guida del PD devono trovare un equilibrio certo e stabile entro l’anno. E poiché, su questo punto, è ovvio che Matteo Renzi non si può permettere di perdere l’occasione per affermare una sua leadership, le forze antiliberiste nel PD e col PD hanno a loro volta il dovere di unirsi, nel nome di valori comuni, mettendo da parte rancori e personalismi. 

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