Berlusconi, il pregiudicato che piange e ride

ROMA – Una lacrima sul viso, gli occhi diventano due fessure, la fidanzatina gli  accarezza la schiena, dai Silvio non te la prendere siamo tutti con te. Rientra in casa Berlusconi. Pregiudicato  e non più cavaliere, raccontano gli amici più fidati che sia scoppiato in singhiozzi, un pianto liberatorio, tanti liberatorio che dopo pochi minuti si affacciava tutto sorridente al terrazzo che  guarda via del Plebiscito, vicino al palco , Piazza Venezia, dove tanti anni fa si affacciava un suo predecessore.

Anche lui aveva avuto tanti voti dagli elettori e poi per non lasciare adito a dubbi il Parlamento l’aveva mandato a quel paese. Già che ci siamo si può dare una risposta ad uno degli interrogativi che falchi e colombe del Pdl stanno ponendo e che volevano porre al Presidente della repubblica: è mai possibile che il capo di un partito che ottiene dieci milioni di voti, in realtà un  po’ di meno, venga impedito a continuare a svolgere il suo ruolo in seguito ad una sentenza di magistrati politicizzati, di sinistra, comunisti?

Anche Mussolini una volta ottenne tanti voti

 Veniva a mente che Mussolini  nelle ultime elezioni aveva ricevuto il 65% e poi aveva abolito tutte le libertà politiche. E finì come finì, senza ovviamente augurarlo  a Berlusconi. Se pensiamo che addirittura i presidenti dei gruppi Pdl di Senato e Camera sono andati dal Capo dello Stato a porre  un salva condotto per fare in modo che Berlusconi continui ad esercitare il suo ruolo, a partire da quello di senatore, davvero c’è da rimanere basiti. Come lo siamo rimasti ieri passando, non per caso, nei pressi di via del Plebiscito, dove  l’ex premier salito su un palchetto, abusivo dice il sindaco Marino visto che nessuno aveva richiesto l’autorizzazione. Per inciso , da vero gentiluomo, Cicchitto, tessera P2, ha definito il primo cittadino della Capitale un “cretino”. E sapete perché^? Per rispettare la legge . Parlare di rispetto delle leggi in casa Pdl è come  parlare di corda in casa dell’impiccato. A Via del Plebiscito c’erano proprio i fan di Silvio a manifestare  a “ tutela” dei diritti di un pregiudicato. Cose che in nessun paese democratico, anche ai limiti della civiltà nessuno si sognerebbe di fare. Silvio si è rivolto loro parlando di un “ mare di folla”, fonti berlusconiane stimato una presenza  di 25 mila persone, Sallusti di decine di migliaia, si è detto che erano arrivati 500 pullman, ma in città e nei parcheggi periferici non ce ne era traccia.  Diciamo che si è trattato di un duemila persone al massimo, visto che la “ folla” non arrivava neppure fino a piazza Venezia. Insomma un flop. In fondo chi va a difendere un pregiudicato può anche dire bugie.

Schifani e Brunetta al Colle: come dare stabilità al governo

 Più difficile raccontarle al Capo dello Stato tanto che foti del Quirinale hanno spiegato che nell’incontro al Colle  Schifani e Brunetta “hanno illustrato al presidente della Repubblica le loro valutazioni circa le esigenze da soddisfare per un ulteriore consolidamento dell’evoluzione positiva del quadro politico in Italia e uno sviluppo della stabilità utile all’azione di governo” Non sarebbe stata avanzata alcune richiesta oscena, grazia, clemenza, commutazione della pena, come si dice, per non ricevere un cortese rifiuto. Tutto si sta giocando sulla parola “ stabilità “. Dal palchetto abusivo lo stesso Berlusconi aveva assicurato che non avrebbe fatto cadere il governo. E  quali sono i temi da affrontare per dare stabilità al governo è il succo della discussione in cui è impegnato lo stato maggiore del  Pdl.  Schifani e Brunetta hanno lasciato il Quirinale e si sono diretti a Palazzo Grazioli, pranzo con Berlusconi, insieme  al ministro dell’Interno Angelino Alfano, i parlamentari . Tacciono tutti. Parla solo  Daniela Santanchè:: “Il problema è la democrazia, non il governo. Nel frattempo con i suoi avvocati l’ex cavaliere ha discusso, nel caso in cui salva condotti non ce ne siano, se chiedere i domiciliari o l’assegnazione ai lavori socialmente utili.

Tentativo di aggirare la incandidabilità

 La sensazione è che il Pdl ora punti  ad inserire nel programma del governo, come tema prioritario,  quello della giustizia. In questo senso vanno letti i riferimenti di Schifani in particolare alle parole espressa da Napolitano quando ha sottolineato che si può affrontare la riforma della giustizia. Si tratta di capire cosa si intende per riforma. Cosa ha in mente Schifani è facile capire: evitare che l’ex cavaliere venga dichiarato incandidabile.  E se si può candidare per la proprietà transitiva che ci insegnano a scuola,  può restare senatore .Basta emendare   la attuale legge e il gioco è fatto.

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