ROMA – Tutta l’attenzione dei media è puntata sui casi di tessere gonfiate che vengono segnalate in questo o quel Circolo dove gli iscritti il partito votano per eleggere i dirigenti locali, i delegati alla svariate assemblee che sono previste dal regolamento, a partire da quelle che eleggeranno i segretari delle Federazioni e poi giù giù fono all’otto dicembre quando si svolgeranno le primarie per eleggere il segretario nazionale, aperte anche ai non iscritti.
Le diverse correnti che stanno animando la campagna congressuale si scambiano accuse, la commissione nazionale e quelle locali che seguono l’andamento congressuale hanno un bel daffare. E i media vanno a nozze. La colpa ovviamente è del Pd, dove i segnali di processi corruttivi c’erano tutti e non da ora.
Un partito che si trasforma in tanti comitati elettorali
Le primarie hanno rappresentato, da una parte un rapporto con l’elettorato, anche se limitatamente per le occasioni elettorali, dall’altra sono state un incentivo a trasformare il partito in tanti comitati elettorali, a partire dai circoli. E nel segno della peggiore tradizione della cattiva politica, dai democristiani ai craxiani, per vincere non si guarda in faccia a nessuno. I voti si vanno a cercare anche là dove si possono comprare. A poco prezzo fra l’altro. Questa è la degenerazione di cui parla Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria nazionale, il quale ha proposto di bloccare il tesseramento, attirandosi le ire dei renziani i quali gridano al lupo e non trovano di meglio che attaccarlo, accusandolo di sostenere candidature impronunciabili nei territori. Luigi Berlinguer, presidente della Commissione di garanzia rende noto che sono stati segnalati “casi di eccessiva moltiplicazione degli iscritti”, che le Commissioni li stanno esaminando e che “ nei casi di documentata e realmente accertata esistenza di alterazioni delle regole e di adesione fittizia al partito la risposta sarà rigorosa e severe”.
Il tesseramento al centro dello scontro fra le correnti
Partita chiusa e passiamo ad altro? Non pare, il tesseramento diventa il centro del confronto fra le correnti quando invece , vista anche la situazione nazionale, dovrebbero essere le idee , i progetti,i programmi il cuore del dibattito congressuale. Un modo come un altro, con l’ausilio dei media, per trasformare il congresso in una babele di interviste e dichiarazioni, spingendo oltre limite la personalizzazione del confronto, scontro è meglio dire. Sono i renziani a dare segni di nervosismo molto evidente. Anche se, proprio a causa dei contorti meccanismo congressuali è difficile indicare il vincitore, se ce ne è uno, dei congressi dei circoli , una tendenza è emersa: quella che vede Gianni Cuperlo prevalere su Matteo Renzi.Non è un caso che lo stesso sindaco di Firenze sempre più spesso faccia presente che alla fine contano i voti dei non iscritti. Certo, dice, anche quelli degli iscritti hanno un valore. Ma a decidere chi sarà il segretario del Pd saranno i non iscritti al Partito.
Quanto conta il voto degli iscritti al partito
Davvero un gran bel problema che Renzi risolve eliminando di fatto il ruolo delle strutture di partito, a cominciare dai segretari delle federazione, gli organi dirigenti ad ogni livello. Per lui il partito è rappresentato da una piramide, il segretario al vertice, gli amministratori locali, i sindaci perché i Consigli sono sempre più esautorati, i parlamentari. Non a caso propone come nuova legge elettorale quella dei Comuni. Se alla fine di questo ciclo di congressi il voto degli iscritti desse la maggioranza a Cuperlo, come è probabile, comunque non da escludere il dilemma sarebbe : contano più gli iscritti al Partito, quelli che gestiscono le sedi, fanno politica sul territorio, organizzano il tesseramento, sono le gambe del partito o chi mette una firma, nel caso migliore,sotto un appello a votare Pd e poi non si vede più fino al congresso seguente? Non spetta a noi scogliere il dilemma. Lo segnaliamo perché è una evenienza possibile. Perlomeno non si dirà non lo sapevamo.