Pd. Ora comincia il vero Congresso

ROMA – Nelle primarie che hanno segnato la vittoria di Matteo Renzi le  analisi sul voto indicano che  su dieci che si sono recati alle urne per eleggere il segretario solo uno era iscritto al Pd. Nei congressi dei circoli  in qualche caso c’è stato un dibattito reale, un confronto sulle scelte politiche del partito.

Nessuna analisi su questi anni, sulle elezioni vinte nei sondaggi e poi  perse quando si sono aperte le urne, sugli  errori che sono stati commessi, su un partito che si è, di fatto, trasformato, ad ogni livello in tanti comitati elettorali. Non uno sguardo rivolto al futuro. Il  vero Congresso si apre ora: C’è bisogno che le sedi del Partito siano  animate da iscritti e militanti, che il Pd torni in campo. 

La democrazia sottoposta a gravi tensioni

C’è una situazione vischiosa, torbida, la democrazia né sottoposta a gravi tensioni. L’esasperazione e la rabbia di tanta gente, famiglie che  sempre in maggior numero non arrivano alla fine del mese, disoccupazione crescente, giovani che fuggono, vanno all’estero per trovare lavoro, povertà che riguarda milioni di persone ,possono diventare un terreno di coltura  della violenza, di tentativi di destabilizzare il Paese. Le manifestazioni dei “ forconi “ e degli ultra, episodi di violenza, che si sono registrati in diverse città,gli  attacchi alle istituzioni,a partire dalla richiesta di impeachement  per il Capo dello Stato, diventato ormai  slogan giornaliero di  Grillo sono fatti gravi che dovrebbero far scattare un campanello di allarme. 

Le lettera di Grillo a carabinieri, polizia,esercito, un fatto inquietante

Per non dire della lettera inviata da Grillo ai capi dei carabinieri, della polizia e dell’esercito per chiedere loro di non proteggere i politici, non meglio identificati un fatto  inquietante come mai nella storia della Rrepubblica si era verificato. Le forze democratiche hanno espresso una netta condanna ma non basta. Partiti e istituzioni devono recuperare credibilità, fiducia da parte dei  cittadini. Quei milioni di persone che hanno partecipato alle primarie  hanno  dato un segnale che vale per il Pd ma anche per gli altri partiti. Che ci sono le sedi della politica, che si deve partire dal basso, dal territorio dai luoghi di lavoro se la partecipazione non è solo uno slogan.  

I Democratici aprano le sedi  alla partecipazione e al dibattito

Questo processo di partecipazione dei cittadini è il vero congresso del Pd, aprendo le sedi di partito discutendo con gli iscritti,  non iscritti, i militanti. Della politica, del futuro del Pd si è discusso nei talk show, più che le idee si sono sentite delle grida, poi i candidati hanno girato per l’Italia partecipando a iniziative, assemblee, manifestazioni. Uno statuto del partito scritto in momenti in cui gli estensori avevano perduto il lume della  ragione ha impedito lo svolgimento di un congresso politico. E’ stato un congresso elettorale ed ha vinto Matteo Renzi. Come primo atto ha nominato una segreteria con il bilancino. 

Lo  staff di Renzi nel nome delle correnti che lo hanno sostenuto

E’ stato  velocissimo ed ha preso una decisione  che oggettivamente faceva notizia: sette donne su dodici componenti sono notizia. Ma la notizia  vera era un’altra. Renzi non ha nominato una segreteria ma il suo staff, del tutto legittimo. Ma è altra cosa ,tanto che   ha dovuto dosare le presenze. Certo le donne ci sono ed è un fatto importante. Ma ci sono anche esponenti delle diverse “anime” che hanno  fatto campagna elettorale insieme a lui. I leader che lo hanno sostenuto non sono personalità di secondo piano.  Stando a quanto per lungo tempo Renzi ha sostenuto , la rottamazione della vecchia classe dirigente,  veltroniani,, franceschianiani, , i fassiniani,avrebbero dovuto ritirarsi in buon ordine. Invece i loro rappresentanti fanno parte della segreteria con  aggiunta di  un civatiano.. E anche i giovani turchi, si racconta, avrebbero preferito che Cuperlo partecipasse  alla spartizione del potere interno, nel segno della vecchi e peggiore politica.

Cuperlo: non faccio il presidente. Porto nel Pd  la mia proposta politica

Lui ha detto  di no. Come annunciato pochi miniti dopo quando le vittoria del sindaco di Firenze non era più in discussione ha annunciato che  avrebbe continuato dentro il partito la sua iniziativa per affermare la proposta politica che era stata al centro della sua campagna elettorale. Poi ha riunito i parlamentari che hanno sostenuto la sua candidatura ed ha ribadito che manterrà la guida dell’area che a lui ha fatto riferimento, l’area della sinistra., una sinistra aperta, rinnovata.

Non ricoprirà incarichi nella guida del Pd e non presiederà l’Assemblea.. Così come da molte parti era stato richiesto  proverà a costruire una proposta politica organica fondata sulle idee presentate agli elettori. In particolare  la “Costituente  delle idee”  che vede insieme le associazioni che fanno capo a Pietro Folena Cesare Damiano, Vannino Chiti, Mimmo Luca, aveva chiesto  a Cuperlo  di rappresentare  le forze che si ispirano al socialismo europeo,all’ambientalismo, i cattolici democratici. Le cronache informano che 

la componente dei “giovani turchi’” avrebbe preferito una più fattiva partecipazione al nuovo corso Pd, ma Cuperlo ha spiegato che  così si sarebbe indebolire lo sforzo di partecipare alla vita del partito con le proprie idee.

D’Alema. Non farà il capo della minoranza e guarda all’Europa

Altra notizia viene da Massimo D’Alema. Annuncia che non sarà il capo della minoranza del Pd. Certo, sottolinea, la dialettica è legittima ma ora “ ha altri protagonisti di un’altra generazione”. Per quanto riguarda il suo rapporto con Cuperlo dice: “Non ho il compito di dargli direttive. Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti”.”Sarebbe ridicolo da parte mia – afferma- avere il compito di dare a Cuperlo direttive o imporre divieti. D’Alema  sottolinea  che Cuperlo ha incontrato prima Renzi e poi è passato a salutarlo. Dopo il congresso, si occuperà di altre cose. “Presiedo una fondazione culturale e lunedì partirò per Teheran per parlare degli impegni Ue e non degli assetti del Pd”. Non è la prima volta che D’Alema parla e guarda all’Europa. E non un caso, forse, che la prima prova elettorale del partito, targato Matteo Renzi, siano proprio le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo  In ballo c’è la presidenza del Parlamento europeo,per la quale il Partito socialista europeo ha come candidato,Martin Schulz. Il Pd non può mancare all’appuntamento.


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