Così la democrazia da rappresentativa diventa autoritaria

ROMA – Impressiona il presidente del Consiglio in maniche di camicia,bianca, una sua ossessione, che da un palchetto improvvisato invece di una conferenza stampa bercia, un toscanismo per definire chi urla, grida, contro i suoi ipotetici avversari, rivendicando pieni poteri .

Fa ancora più impressione sentirlo berciare  “ io mi rivolgo agli italiani, non .a,lle  categorie o alle associazioni di settore”. C’è l’ha con la Confindustria, i  sindacati  le espressioni delle forze sociali.La Cgil è la sua bestia nera.Parla con disprezzo  di “ Squinzi e Camusso, la strana coppia. Incorre anche in gaffe clamorose: elogia la Fiom e Maurizio Landini” che rende pubblico il bilancio della organizzazione mentre la Confederazione  di Corso d’Italia terrebbe tutto nascosto.  E da Corso d’Italia arriva la secca smentita: la Cgil pubblica i suoi bilanci dal 1976 :Prima su Rassegna sindacale da quando esiste sul sito. Ma lui va dritto per la sua strada, non intende ragioni.

Guai a chi si mette sulla strada di Matteo Renzi

Guai a chi si mette sulla sua strada. Ci ricorda un famoso, “ chi non beve con me pèste lo colga ,parole pronunciate da Amedeo Nazzari in un film del 1941,diretto da Alessandro Blasetti, “ La cena delle beffe”, diventato un tormentone.che dura negli anni. Dimentica Renzi, che l’Italia è una democrazia rappresentativa come recita l’articolo 1 della Costituzione:” L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. La Repubblica, res publica, è una cosa di tutti. Chi è chiamato a svolgere un ruolo di direzione è un “ servitore”,come spiegavano i padri  costituenti, non un proprietario.

I governati non sono sudditi ma cittadini

I governati non sono sudditi, ma cittadini che devono essere messi in condizione di esercitare la loro sovranità nelle “ forme e nei limiti della Costituzione. Non una democrazia diretta.così come la intende Grillo,neppure un stato –azienda,come la intendono Berlusconi,   e lo stesso  Renzi .Non è un caso che  riconosca solo  il suo staff, da cui estrae i ministri,i collaboratori più stretti.. L’esercizio effettivo della sovranità popolare avviene in varie forme-spiegano i costituzionalisti-, in particolare il diritto di voto (art. 48 Cost.), mediante il quale ogni cittadino sceglie i propri rappresentanti a cui viene delegata non la sovranità, ma la cura effettiva degli affari pubblici. Il presidente del Consiglio viene nominato dal Capo dello Stato e deve avere la fiducia del Parlamento. Non é eletto direttamente dagli elettori.

Gli effetti nefasti di governanti che  rispondevano “ solo al popolo”

Purtroppo nella storia , non solo di quella del nostro Paese, si sono visti  diversi uomini che “rispondevano” al popolo. Se ne sono viste le nefaste conseguenze. Alcuni in maniche di camicia,la mascella dura,la faccia truce. Fascismo, ma non è questo il caso. Nel nostro Paese siamo in presenza di una mutazione genetica della democrazia, una perdita dei valori fondanti della democrazia. Da rappresentativa sta diventando autoritaria: Gli anni del berlusconismo sono stati determinanti in questo degradare istituzionale. Ora il rischio è che l’operazione si compia,senza possibilità di tornare alle origini,i valori fondanti della carta Costituzionale. Certo che si possono fare aggiornamenti ma questi non possono mettere in discussione i principi, di libertà, democrazia,uguaglianza,la sovranità del popolo come l’hanno definita  i padri costituenti. 

Renzi propone un modo di governare che esclude la partecipazione

Di questi ultimi tempi  il barometro non segna il bello. Non solo perché Renzi propone un modo di governare che  elimina  il confronto,lo scontro anche, con le forze sociali chiamiamolo concertazione o signor Rossi,significa sempre una partecipazione dei cittadini. Elimina anche il ruolo del Parlamento degli eletti dai cittadini ,attraverso quali esercitano la sovranità popolare. Due sono le operazioni in corso. La prima riguarda   una palese violazione di un importante articolo della Costituzione,il 67, che recita: “ ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Ora questo vincolo è già talmente forte che le Camere sono ingessate. Un accordo siglato in una sede di partito,il Pd, fra il suo segretario,anche presidente del Consiglio con Silvio Berlusconi, prossimo a scontare una pena per frode fiscale nei confronti dello Stato blocca tutto. I parlamentari  della maggioranza,quella di governo, e quelli di Forza Italia,opposizione concordata da un patto di ferro fra i due che non riguarda solo la riforma elettorale, non possono neppure presentare un emendamento  alla legge elettorale perché si  metterebbe  in discussione tutto l’impianto. Cosi  si è votata una pessima legge. Ed è ststa respinta perfino la paritàdi genere. Protiro questa pessima riforma, si fa per dire, costituisce il secondo elemento di pericolosità per la nostra democrazia. Gli eletti non rappresentano il popolo,la sovranità non è del popolo ma delle segreterie dei partiti che li hanno nominati.

Un “ paese” che c’è ancora, non si rassegna

Non solo, la seconda violazione della Costituzione riguarda la rappresentanza.La Camera che verrà eletta non espressione della volontà degli elettori. Con la scusa dei piccoli partiti che danno fastidio, provocano ingovernabilità, una forza politiche che riceve due milioni di consensi resta fuori dal  Parlamento. Non solo se  alleata con altri partiti  “ dona” i suoi voti a a chi supera lo sbarramento del 12%. Infine una nota sul Senato. Non si abolisce ma si trasforma. Circola un testo messo a punto dai renziani,la Boschi in primo piano, un gran pasticcio,senza capo né coda, una mutazione genetica, appunto, del nostro sistema democratico.. Forse sarebbe il caso che di qualcuno apra un dibattito che coinvolga forze politiche,sociali,il mondo della cultura, quella giuridica, i costituzionalisti. Il “paese “che c’è ancora, i centomila che hanno manifestato contro la mafia,la corruzione, i congressi della Cgil.Che non si rassegna.

 

 

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