L’Europa, prima ancora di un progetto, rappresenta un destino

 

ROMA – L’esito delle  elezioni amministrative in Francia, una sconfitta dei socialisti, l’affermazione della destra  lepenista,reazionaria,  le spinte antieuropeiste , ci devono far riflettere sul ruolo che il Pd può svolgere in Italia e nel vecchio continente alla luce della sua adesione  al Partito Socialista europeo che, pur gestita all’insegna di un inspiegabile minimalismo burocratico, ha oggettivamente un significato straordinario  perché  ridefinisce l’identità politica del partito democratico – una identità socialista ; ricolloca nel suo alveo naturale – la sinistra socialista – l’insieme delle forze che si raccolgono sotto la bandiera del partito democratico nella sempre più strategica contesa politica continentale, sviluppa l’embrione di un partito a dimensione continentale.

Definita, con la adesione, la questione della identità politica-rimangono certamente aperte le altre due dimensioni che connotano una forza politica: quella del che fare, cioè del programma e quella del modello di partito, cioè della forma-partito.

Il che fare: programma e modello di partito

La ridefinizione del che fare e della forma-partito dovranno essere tarate sui due processi insorti nell’ultimo decennio e che rappresentano il nuovo banco di prova rispetto alle impostazioni politiche del passato.Non va dimenticato che, nel passato ormai storico, l’Internazionale dei partiti socialisti era icasticamente descritta come “la buca delle lettere” dei singoli partiti nazionali e che nel passato recente, governando tredici stati su quindici, i socialisti non sono riusciti a portare in porto lo “Stato Federale Europeo”, e che lo stessa costruzione del celebrato “welfare socialdemocratico” è stata il frutto certamente della capacità di iniziativa dei partiti socialdemocratici, ma molto se non altrettanto, dalla paura del “fratello più radicale”, il comunismo.

Crisi e globalizzazione, due dati di novità

Crisi e Globalizzazione rappresentano per i socialisti – come sostiene in fondo Jurgen Habermas – i due dati di novità dello scenario su cui approfondire l’analisi e il confronto e in cui realizzare l’accumulo di forze da schierare contro la destra conservatrice. Se il 1989 rappresenta anche simbolicamente il collasso del socialismo sovietico, l’irrompere della Grande Crisi dell’agosto del 2007, rappresenta l’avvio della fine del liberismo trionfante ma anche del tramonto della parabola della Terza via. Crisi ritenuta da tanti, anche a sinistra, persino impensabile.Globalizzazione e Crisi, nel doppio e inverso movimento di mondializzazione dei mercati ma anche di   rinazionalizzazione-riteritorializzazione degli interessi, rappresentano oggi, e non per un periodo breve, lo scenario in cui i partiti socialisti saranno chiamati a dimostrare, senza rendite di posizione, la autonoma forza delle loro idee e la loro autonoma capacità di mobilitazione sociale.

Crescita esponenziale delle diseguaglianze

Il prodotto di tale duplice movimento è rappresentato dal crescere esponenziale della diseguaglianza.Il tratto fondamentale della nostra epoca, come sostiene Pierre Rosanvallon nella sua splendida opera la Societé des  egaux, è dato dal crescere smisurato della diseguaglianza: diseguaglianza tra lavori, tra sessi, tra giovani e no, tra paesi e tra aree di uno stesso paese.La diseguaglianza attuale – è bene precisarlo – non è la prosecuzione nelle nostre società di un puro fenomeno ereditato dal passato, ma il frutto di una inversione – a partire dagli anni Ottanta – della tendenza alla riduzione delle diseguaglianze che aveva dominato per tutto il secondo dopoguerra. Diseguaglianza che configura oggi persino l’apparire di un nuovo fenomeno sociale, la” secessione dei ricchi”. (Robert Reich)La diseguaglianza va quindi assunta come principale strumento analitico della nostra realtà sociale, e la lotta senza quartiere alla diseguaglianza come la ragione politica di fondo che motiva l’esistenza di un movimento socialista e quindi della adesione del partito democratico al partito socialista europeo.Le politiche della eguaglianza vengono quindi ad assumere un significato dirimente.

L’eguaglianza delle opportunità

È bene però partire da una considerazione di fondo: negli ultimi decenni, nei decenni del liberismo trionfante, e ancora oggi, l’eguaglianza delle opportunità rappresenta nella Sinistra l’idea dominante. L’eguaglianza delle opportunità ha trovato in Italia nel famoso discorso di Claudio Martelli sui meriti e bisogni la sua formulazione più famosa.Tale idea di eguaglianza Ha a fondamento – a ben vedere – una teoria della giustizia come teoria delle diseguaglianze legittime, teoria che ha portato la sinistra di matrice socialista a dissociare le politiche distributive dalle politiche redistributive, a marginalizzare le politiche redistributive e quindi a ridurre la questione sociale al tema della povertà, da affrontare a sua volta attraverso la solidarietà umana piuttosto che attraverso politiche di cittadinanza. Un quasi-ritorno, anche in termini culturali ,al tempo delle leggi sui poveri. L’eguaglianza delle opportunità si è risolta, nel concreto, in un assecondamento più che in un contrasto delle politiche antiegualitarie della cosiddetta rivoluzione conservatrice.Una riformulazione della idea di eguaglianza diventa essenziale per il futuro della sinistra di matrice socialista proprio per riarmare – dentro la crisi – il confronto/conflitto tra capitalismo e socialismo.

Capacitazione  e diritti , non meriti e bisogni

L’adesione al partito socialista europeo può diventare l’occasione per mettere al centro dell’analisi e della azione politica due questioni di fondo, oggi di rilevanza storica: la costruzione di un partito continentale, in grado di reggere a sua volta, l’impresa  della costruzione dello stato federale europeo ed insieme la ridefinizione, all’altezza della crisi, dell’idea forza fondante della sua esistenza politica,  l’idea di eguaglianza; sinteticamente uno Stato Federale Europeo come dimensione statuale  indispensabile, per riportare “sotto controllo” sempre per dirla con J. Habermas, la potenza anarchica del Mercato, idea di eguaglianza come stella polare della azione politica quotidiana della Sinistra socialista .Nuova idea di Eguaglianza, sul percorso intuito già negli anni novanta da Bruno Trentin, Martha Nussbaum, Amartya Sen, oggi ripreso ad esempio nella ricordata opera di Pierre Rosanvallon:  capacitazione e diritti invece che meriti e bisogni lo schema su cui lavorare.Una grande sfida, quindi, per una forza erede dell’Illuminismo, e in un continente, l’Europa, patria della politica.

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