Corruzione. L’Italia che non cambia

ROMA – Questo è il tempo in cui i luoghi comuni non funzionano nel modo migliore nella nostra Italia. Basta pensare a due che hanno avuto gran fortuna nella penisola per molto tempo :il Veneto, una regione virtuosa e laboriosa. Il canone della Rai in Italia lo pagano in pochi, al Nord, al Centro e al Sud ma non c’è una grande differenza su questa particolare evasione.

Del resto per sette italiani su dieci, lo ha  scritto un notissimo sondaggista televisivo come Nando Pagnoncelli, sono  ormai persuasi che tutto il sistema politico(e buona parte di quello economico)è coinvolto dalla corruzione che, da questo sistema, fa di noi uno dei paesi  peggiori del vecchio continente, negli ultimi posti  della classifica redatta per i trentuno paesi dell’OCSE.   

Vediamo che cosa significa  e cerchiamo di capire per quali ragioni  sono questi i risultati dei nostri 152 anni di unificazione  nazionale, a due anni dalla celebrazione di un centocinquantenario pieno di ombre e di luci e quali sono i destini che ci attendono con l’attuale maggioranza parlamentare un poco  di destra, un poco  di centro e un poco  di sinistra che da poco più di un anno regge i timoni della barca.   Il primo luogo comune sul Veneto virtuoso e laborioso crollato miseramente di fronte alle vicende che hanno portato il sindaco di Venezia Orsoni , prima arrestato, poi rapidamente tornato libero, quindi ritornato per un attimo alle sue funzioni prima di esser costretto dal partito democratico che lo aveva fatto leggere a dare in maniera definitiva le dimissioni. Scelta ardua ma necessaria dopo il coinvolgimento di deputati e amministratori legati a quel partito e arrestati o comunque costretti ad andarsene al più presto. Il secondo luogo comune che riguarda il canone Rai è stato smentito clamorosamente in una ricerca ordinata  dalla stessa emittente pubblica e pubblicata nell’aprile 2013. Secondo la ricerca, i comuni  in cui il canone si paga di più(dal 95 al 99 per cento)  appartengono a due regioni, la Toscana e l’Emilia.


Due regioni che hanno una lunga tradizione storica di virtù civili e che hanno fatto parte prima dell’unificazione nazionale di stati preunitari diversi ma caratterizzati da governi forti e in grado di far rispettare le leggi: il Granducato di Toscana nel primo caso, lo Stato Pontificio nel secondo. Naturalmente non li indichiamo come Stati esemplari, tutt’altro ma sicuramente con governi più forti e in grado di far rispettare in molti casi le leggi a differenza di altri noti per lassismo e lontananza dai sudditi o cittadini che dir si voglia. 

Già, visto che   i comuni in cui si paga di meno sono in due  regioni che hanno fatto parte a lungo del regno di Napoli e poi del Regno delle due Sicilie, per la precisione il primo è nella provincia di Caserta e di tratta di paesi con una presenza camorristica sicura come Casale di Principe o Castel Volturno, e gli altri sono in provincia di Reggio Calabria  si tratta di Platì, la contrada in cui è avvenuto per molti decenni o, per ancora maggior tempo, il giuramento di fede degli ndranghetisti . Non si può trarre, come è ovvio, nessuna conclusione o altro da dati così diversi ma non c’è dubbio che tutte le ricerche demoscopiche degli ultimi tempi mostrano un notevole disorientamento e smarrimento degli italiani che, per far soltanto un esempio( un sondaggio Demos-Coop del 26-28 maggio 2014) sono alla ricerca di un leader forte, mostrano un certo interesse per il presidenzialismo, sono favorevoli -ed è una   fortuna- all’esigenza  di ridurre al più presto le grandi disuguaglianze che esistono nella società italiana, insomma si pongono alcuni grandi problemi del nostro tempo. Questa è almeno una mia speranza dopo le elezioni europee e in attesa delle prossime elezioni politiche.

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