Ddl lavoro. Da Direzione Pd miglioramenti significativi ma non sufficienti

ROMA – Il dibattito interno al Pd sulla legge delega lavoro è entrato nel merito. Alcuni punti, non banali, sono stati condivisi. La direzione del partito è stata utile: nella relazione di Renzi e nell’Odg approvato ci sono miglioramenti significativi.

Non sono sufficienti, ma se trasformati in un emendamento coerente saranno recepite parte delle modifiche proposte al Senato: creare una rete più estesa di ammortizzatori sociali, in particolare a sostegno dei lavoratori precari, stanziando risorse aggiuntive; disboscare la giungla di contratti che hanno favorito il precariato, dando centralità a quello a tempo indeterminato, così da renderlo progressivamente il più conveniente; realizzare nei servizi per l’impiego l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; mantenere il diritto al reintegro non solo per i licenziamenti discriminatori ma anche per quelli ingiustificati di natura disciplinare. Sono passi avanti importanti per un mercato del lavoro più moderno e equo. La sinistra non può avere come obiettivo quello di dare all’Italia un futuro che sa di passato antico, imponendo uno scambio tra dignità, diritti e occupazione.

Dobbiamo – non a parole ma con i fatti – guardare al modello tedesco, preso nel suo insieme. La possibilità – affidata al giudice – di reintegro oltre che di indennizzo per licenziamenti di tipo economico manifestamente illegittimi, è presente nella gran parte dei paesi europei, dal Regno Unito alla Germania, dalla Francia all’Austria.
Alcune questioni restano aperte: occorre precisare le risorse aggiuntive necessarie per rendere universali gli ammortizzatori sociali. La cifra ipotizzata, 1,5 miliardi, è largamente insufficiente; va definita sulla base di parametri oggettivi e comunque attraverso un accordo tra le parti la possibilità di cambiare le mansioni di un lavoratore; i voucher devono continuare a essere utilizzati per i lavori saltuari e occasionali, senza cambiare il tetto massimo del compenso per ogni lavoratore; i controlli a distanza devono riguardare gli impianti e non le persone.
Su questi aspetti il Pd non ha espresso determinazioni: una ragione in più per avere un contributo da parte dei gruppi e dei singoli parlamentari. All’interno degli indirizzi dati dalle forze politiche, si colloca il dovere dei parlamentari di sviluppare un loro contributo, coerente, autonomo, responsabile. La riforma serve all’Italia: va fatta con serietà e rigore, tenendo insieme impegno per i diritti, dignità del lavoro, uno sviluppo nuovo capace di creare occupazione.

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