Manifestazione Cgil. Renzi dovrebbe aprire a questa piazza, dimostrerebbe doti da statista

ROMA – Una manifestazione imponente, positiva, serena. Non ho sentito, attraversando i fiumi che con fatica andavano e venivano da San Giovanni, odio o disprezzo nei confronti di Matteo Renzi. Ho sentito rabbia e dignità. E’ stata la forza della dignità -delle persone, dei lavoratori, dell’Italia che lavora e produce-, e la rabbia per come nella crisi di questi anni la dignità è stata calpestata, la molla che ha spinto un immenso popolo a invadere Roma.

Come è stato ricordato, nel 1994 e nel 2002 il popolo della CGIL in piazza contrastava le scelte di Silvio Berlusconi, e in quelle piazze c’era il fattore B. Oggi invece il popolo progressista, dei lavori, con migliaia e migliaia di quei precari e finte partite IVA a favore delle quali sarebbe stato fatto il colpo di mano sull’articolo 18, e che invece erano per le vie della Capitale, non era mosso da un fattore R, contro Renzi. Era mosso dalla consapevolezza, che in verità fino a poco fa era di tutto il Partito democratico, che cancellando l’articolo 18 si indebolisce la forza collettiva del lavoro, la sua capacità, nella società fluida, di pesare, contrattare, affermare il proprio punto di vista, a partire proprio dal lavoro più debole e meno tutelato.

Renzi dovrebbe aprire a questa piazza. Se lo facesse, dimostrerebbe doti da statista. Farebbe quello che i grandi democristiani -da Alcide de Gasperi ad Aldo Moro- avrebbero fatto in  circostanze come questa. Se invece reagirà contrapponendo i tavoli della Leopolda alla CGIL, magari per celebrare il nuovo culto del capo, sarà destinato ad essere una meteora della vita politica italiana.

Un paese senza opposizione, politica e sociale, è un paese senza futuro. Oggi c’è un conflitto sociale, o se vogliamo addirittura un’opposizione sociale, non estremista, riformatrice. Bisogna ringraziare la CGIL del coraggio -”Conservatori di coraggio” era scritto in Piazza San Giovanni- con cui è stata data un’espressione democratica, progressista, se vogliamo “rossa”, come suo colore dominante, all’opposizione sociale del Paese. L’Italia altrimenti sarebbe in mano ai forconi, o a rischi di violenza sociale.

Ma il tema che San Giovanni propone -e in qualche modo che propone anche la Leopolda- è l’assenza di un’opposizione politica alle scelte fatte da Renzi, di cui ha scritto Ernesto Galli della Loggia. E ancor di più l’assenza di una voce politica, di una rappresentanza di questa piazza e di questo 25 ottobre. Il grosso di questo popolo ha votato PD, me nel PD e fuori dal PD oggi non si sente rappresentato.

Questo è il tema -quello di una Leopolda di sinistra, del lavoro e della dignità- che si consegna ai tanti frammenti politici che qui e li facevano capolino nei cortei romani di oggi. 

Non ci sono scorciatoie, ma non c’è neppure molto tempo, per dar vita a un movimento laburista e della dignità che, nel PD e fuori dal PD, sia il braccio e la voce dell’Italia del lavoro.

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