Siamo tutti greci. Il popolo colpito dall’austerity pronto a scendere in piazza

ROMA –  Oggi l’ambasciatore americano in Italia, John Phillips ha detto che il rischio di un contagio greco per l’Italia è remoto, anche se questa possibilità non si può escludere.

Ma non è tutto. Phillips si è detto fiducioso” sui progressi dell’Italia tanto da essere impressionato dal consenso di cui gode il premier Matteo Renzi. Non sappiamo quale sia il contesto socio economico e soprattutto politico italiano al quale si ispira l’autorevole ambasciatore, ma che la situazione in Italia sia peggiorata notevolmente lo capisce anche un bambino. Non solo la crisi c’è, ma Renzi non sta proprio accrescendo i suoi consensi, anzi. Basterebbe spogliarsi degli abiti istituzionali e tuffarsi per qualche giorno nella vita reale dei cittadini, in  quella che chiamiamo economia reale per vederci meglio e forse comprendere cosa significa sopravvivere in anni come questi. Non è un caso che la Grecia con il suo “niet” contro la troika e le sue politiche iper liberiste stia stimolando altri Paesi che versano in una situazione a dir poco disastrosa. Come in Italia, dove lentamente si iniziano a realizzare le vere motivazioni che hanno spinto la Grecia a scegliere Alexis Tsipras. Le adesioni che stanno arrivando alla manifestazione che si terrà sabato 14 febbraio sono la prova inequivocabile che qualcosa si sta risvegliando, che la voglia di fare fronte comune è un sentimento in cui si riconoscono molte realtà. Ma non solo. E’ il segnale, seppur ancora flebile, di un risveglio delle coscienze. 

Perfino le parole di Jean-Claude Juncker suonano prive di singificato di fronte alla sofferenza di un popolo che da troppo tempo fronteggia la vita con la mera sopravvivenza. L’Eurogruppo straordinario a Bruxelles, nel frattempo,  continua a discutere sulla possibilità o meno di estendere il prestito Ue e Fmi alla Grecia, ma l’esito è del tutto incerto. Da una parte la paura di creare un precedente che anche gli altri Stati membri potrebbero un giorno reclamare, dall’altra il timore che gli effetti provocati dal lungo periodo dell’austerity possano iun giorno provocare una violenta reazione delle masse, come già in casi isolati sta accadendo.

Sabato 14 in Italia come in altri paesi europei, si alzerà una voce sola contro una speculazione, ordita anche con la complicità delle banche, la quale ha ridotto i popoli alla fame.  Insomma, come riporta lo slogan dell’iniziativa “è cambiata la Grecia, cambiamo l’Europa”. Chissà che servi per riprendere il pezzo di quella dignità perduta.

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