Corruzione. Lupi, imminenti dimissioni. Il governo scricchiola

OMA – “Non ho nulla da rimproverarmi, ma così è difficile andare avanti”. Travolto dallo scandalo per le Grandi Opere, Maurizio Lupi sta vivendo le ore più difficili della sua carriera politica.

Il ministro parla addirittura di stillicidio politico, pur non essendo iscritto nel registro degli indagati. Eppure è impossibile non indignarsi sulle intercettazioni diffuse, le quali gettano delle ombre scure sulla vicenda delle grandi opere, sugli appalti, sui tanti soldi pubblici che orbitano in questo contesto e del dubbio operato di chi li gestisce e di chi rivestendo importanti cariche pubbliche dovrebbe avere una funzione di controllo. Ha detto bene Antonio Di Pietro, quando nel 2006 la prima cosa che fece fu quella di allontanare Ercole Incalza dal suo ministero. E’ chiaro che quell’abile mossa non ha avuto lo sperato successo, visto che Incalza non solo è tornato ad avere una funzione importante e delicata, ma è stato perfino elogiato dallo stesso Lupi.

E ora il ministro si sente sotto attacco, sotto assedio, rabbioso per questo triste destino che ha coivolto lui e la sua famiglia. Strano che il ministro non conoscesse il codice etico, anzi le regole morali imprescindibili ispirate proprio da quei criteri comportamentali, qualora si operi nella Pubblica Amministrazione.

Forse per questo si vocifera che stia maturando l’idea di lasciare. Stamane l’incontro con Matteo Renzi alla presenza di Angelino Alfano potrebbe aver fatto maturare questa linea al ministro Lupi, anche perchè sembra che la stessa maggioranza di governo lo abbia già sfiduciato. Non è un caso che proprio domani mattina alle ore 11 Lupi terrà un’informativa urgente alla Camera e probabilmente sarà il suo ultimo intervento da ministro.

Non è del tutto escluso che vi siano state diverse sollecitazioni da parte del governo Renzi, affinchè Lupi lasci prima di arrivare ad una mozione di sfiducia. D’altra parte è questa mossa è l’unica carta da giocare per il governo Renzi, il quale dopo questa vicenda getta dubbi sull’intero esecutivo che, è bene ricordarlo, nessun cittadino ha eletto con un mandato elettorale.

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