Eni, evitate la pubblicità, ancora da bonificare siti per 15 miliardi di euro

ROMA – Con intere pagine a pagamento su tutti i quotidiani nazionali di oggi, Eni comunica agli italiani: ”chi ci conosce davvero sa che salute, sicurezza e ambiente sono la nostra priorità assoluta” e la pubblicità Eni continua così “ solo tra il 2009 e il 2015 abbiamo investito 6,1 miliardi di euro in salute, ambiente, sicurezza e bonifiche”.

Voglio ricordare non solo a Eni, ma anche agli italiani considerato che non abbiamo oltre un milione di euro (con i soldi pagati oggi per la pubblicità si sarebbero potute realizzare opere pubbliche importanti come ad esempio due scuole materne) che Eni negli ultimi anni è stata condannata dai tribunali della Repubblica italiana per inquinamento e a pagare risarcimenti per danni ambientali e che su di lei sono in corso diverse inchieste giudiziarie.

Eni ha vertenze sulle bonifiche nei siti di Porto Torres, Priolo, Napoli Orientale, Brindisi, Pieve Vergonte, Cengio, Crotone, Mantova e Gela. Per fare solo un esempio, nel luglio 2008 il Tribunale di Torino ha condannato la società Syndial- controllata da Eni- al pagamento di una multa di circa 1,9 miliardi di euro per aver inquinato il Lago Maggiore col Ddt nel periodo 1990–1996.

A Gela per la prima volta una perizia medica del tribunale, ha messo in relazione le malformazioni dei bambini , che alcune statistiche indicano tra le più alte del mondo, con l’inquinamento ambientale provocato dalla raffineria dell’azienda di stato controllata dal ministero dell’Economia. 

E’ la Corte dei Conti che ricorda ad Eni i suoi contenziosi ambientali e chiunque può leggere cosa scrivono i magistrati contabili da pagina 54 a pagina 65 della Determinazione n. 79/2013 della Corte, Sezione Controllo sugli enti. Per bonificare i siti sopra elencati ci vorrebbero secondo stime prudenti circa 15 miliardi di euro, ma in Italia purtroppo il principio chi inquina paga non si applica. Chiedo a Eni meno pubblicità sui giornali e più bonifiche, perché non ci si  auto assolve dalle proprie responsabilità con i soldi anche dei contribuenti italiani considerato che Eni è compartecipata dallo Stato!

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