Unioni civili, una vittoria. Un principio di eguaglianza difeso

Tutte le leggi condizionano la vita delle cittadine e dei cittadini, ma alcune di esse hanno una tale forza da incidere e determinare la qualità della vita molto più di altre

ROMA – Per essere onesti occorre dire che nessuna legge può indirizzare l’Amore, sentimento che unisce corpo e anima, o che non esiste alcun educatore che possa insegnare come si ama. Ciascuno esprime il sentimento a modo proprio e questo modo di esprimere ciò che si sente si chiama libertà di espressione. Una delle libertà che ha permesso all’umanità di progredire e di evolversi. La legge sulle unioni civili non è dunque un vademecum che insegna ad amare persone dello stesso sesso, per buona pace dei custodi dei rapporti eterosessuali, o che spinge le mogli a lasciare i mariti, o viceversa.

La legge sulle unioni civili regola rapporti tra privati che per libera scelta e determinazione scelgono di condividere la loro esistenza. Non è una legge contro qualcuno, non è una legge che sottrae, non è una legge che distrugge, ma è una normativa che apre gli occhi sulla società, la osserva e introduce un correttivo alla violazione del principio di uguaglianza. Un correttivo che permette, a due persone che hanno mescolato le proprie esistenze, di lasciare una traccia reciproca nella vita di ciascuno di loro laddove la relazione dovesse essere interrotta per ragioni biologiche o indotte. Una legge che, per esempio, permette alla vedova o al vedovo di continuare ad abitare nella casa costruita insieme con chi si è scelto di amare senza essere sbattuti per strada, di scegliere dove seppellire il corpo di chi ha condiviso la vita, o ancora di ottenere una pensione di reversibilità o di curare chi si ama. Si riconoscono una serie di diritti che per lo più hanno una natura privata nel senso che regolamentano la vita privata di adulti, maggiorenni consapevoli che hanno fatto una scelta di vita anche essa privata. Perché allora sentirci offesi da una normativa che allarga la sfera dei diritti senza compromettere quelli esistenti? Le relazioni tra persone dello stesso sesso non vengono istituite per legge, vengono solo riconosciute alle persone diritti civili direi anche diritti fondamentali.

Pure nei regimi totalitari incentrati sui divieti assoluti le persone si amano in barba alla negazione delle libertà,  nascondendosi dallo Stato e sentendosi indifesi dalle istituzioni dalle quali dovrebbero ricevere protezione. Uno Stato che fa nascondere i propri cittadini per il colore del loro amore è uno stato perdente che fonda la sua ragione d’essere sulla paura e non sul consenso e crea un modello di società in cui tutti sono nemici di tutti.

La legge sulle unioni civili è una vittoria di ciascuno di noi , perché nella sua capacità di ampliare la sfera dei diritti privati a persone uguali ma con sentimenti diversi rende la società un posto migliore in cui vivere. Nessuno si senta offeso o in pericolo da istituzioni che fanno del principio di uguaglianza formale e sostanziale il faro che illumina il cammino. 

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