Torino. Intoccabili i venditori di alcolici in bottiglia?

TORINO – Qualche volta succede in sperduti paesini siciliani del triangolo della mafia, o nei vicoli dei quartieri spagnoli di Napoli: gli abitanti si rivoltano contro le forze dell’ordine impegnate nella cattura di un mafioso o di un camorrista. In quei casi polizia e carabinieri se la devono vedere con uomini e donne del popolo che parteggiano per il catturando, senza badare alla sua colpevolezza, e si scagliano contro i tutori dell’ordine che stanno facendo rispettare la legge.

Ora succede anche a Torino, sul lungo Po, dove alcuni carabinieri che stavano contravvenzionando un venditore abusivo di alcolici sono stati aggrediti da alcuni giovani clienti di quei venditori, che piuttosto che rinunciare alla bottiglia di birra non hanno esitato a mettersi contro i tutori dell’ordine. 

Si spiega, allora, così il fatto che quella maledetta sera in piazza San Carlo a Torino, fra le decine di migliaia di tifosi della Juventus assiepati dinanzi al maxi-schermo, circolassero in abbondanza i venditori abusivi di alcolici in lattina e soprattutto in bottiglie di vetro. Quando la folla in preda al panico ha cominciato a sbandare, i più deboli, i bambini e le donne, sono stati travolti e nei vetri che ricoprivano il selciato della piazza hanno trovato di che ferirsi anche seriamente. 1570 persone all’ospedale, una donna morta dopo giorni di agonia, altre due persone tuttora ricoverate sono il bilancio della bella serata che il sindaco grillino di Torino Chiara Appendino ha chiaramente archiviato. E se l’è cavata dicendo: “Non è stata rispettata un’apposita ordinanza che vietava l’ingresso ai venditori di alcolici”.

    Ma è evidente che quell’ordinanza è ancora oggi bellamente disattesa a Torino ogni sera che passa. E se i carabinieri intervengono, ci sono i giovani torinesi che scattano e parteggiano per gli abusivi. Come i mafiosi in Sicilia e i camorristi nel Napoletano. E il sindaco, come le stelle, resta a guardare. 

 

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