Bracciano, un lago di furbizie

Agosto è finito e il “caso Bracciano” è tuttora irrisolto. L’acqua del lago continua a scendere, le autorità, è il caso di dirlo, non sanno che pesci prendere (anche perché, al di là della frase idiomatica, di pesci ne resteranno ben pochi dentro un lago che si va sempre più  assottigliando). Quali provvedimenti sono stati finora presi dalle autorità responsabili del disastro ambientale? Nessuno. A se

ntire il comitato di difesa del bacino lacuale Bracciano-Martignano, l’unico organismo che si sta adoperando per affrontare l’emergenza, continua il balletto delle responsabilità e il gioco dello scarica barile.

“Bracciano, un lago di bugie”, ha titolato Dazebao nei giorni scorsi l’articolo che denunciava la malafede di quanti sono finora intervenuti nella vicenda. Oggi si deve dire “Bracciano, un lago di furbizie” perché salta agli occhi la manovra diversiva di chi non vuole affrontare l’emergenza mentre finge di occuparsene. L’Acea, l’azienda del Comune di Roma che fino a poche settimane fa prelevava 1.200 litri d’acqua il secondo, oggi cosa fa? Chi la controlla? Ha davvero ridotto il prelievo e da quando? E quali altre iniziative ha preso in proposito la Regione Lazio quando si è vista respingere dal Tribunale Superiore delle Acque interne il ricorso contro l’Acea, che ha potuto godere dell’inopinata difesa d’ufficio dalla sindaca Raggi? 

Oggi la sindaca Raggi esulta alla notizia che i carabinieri hanno scoperto venti (20!) tubature non autorizzate con le quali alcuni privati prelevavano l’acqua dal lago per i terreni coltivati, per le abitazioni, per gli esercizi commerciali. Ma non precisa che l’acqua succhiata da quei privati è una parte infinitesimale della quantità d’acqua ingoiata dalle possenti idrovore dell’Acea. E la Procura di Civitavecchia che ha fatto intervenire i carabinieri e ha ordinato il sequestro di quelle ridicole pompe private, perché non ha fatto altrettanto contro l’Acea, ordinando il sequestro dei suoi impianti? Per paura che poi a Roma sarebbe davvero mancata l’acqua a un milione e mezzo di persone, agli ospedali a addirittura ai vigili del fuoco come aveva minacciato la Raggi? 

Comunque, a Roma viene ridotta la fornitura di notte  ai piani alti perché l’acqua per i romani comincia a scarseggiare. Per colpa di chi? Di venti “furbetti del poderino”  che tiravano l’acqua al proprio orticello (o villetta, o ristorante o campeggio non fa differenza) o piuttosto a causa dei prelievi dell’Acea che nessuno finora ha mai controllato? Se è vero, come si è sempre detto, che l’acqua di Bracciano è solo l’8 per cento del fabbisogno di Roma, perché adesso si scopre che bisogna limitare i consumi  anche se l ’Acea continua a prelevare acqua dal lago? Perché Comune, Regione, magistratura, carabinieri non fanno chiarezza? Ci devono pensare sempre i comitati spontanei dei cittadini che non credono più nelle istituzioni? E il movimento cinque stelle rappresentato in questa tragi-commedia dalla sindaca di Roma  e dalla giovane sindaca di Anguillara continua a far finta di nulla.  

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