Le cinque stelle cadenti su Roma: acqua, ambiente, trasporti, sviluppo, energia

Ai cinque elementi naturali che costituiscono il creato, acqua, terra, aria e fuoco, sembrano ispirarsi le cinque stelle che danno il titolo al partito politico inventato da Beppe Grillo. Nelle intenzioni del fondatore, infatti, i cinque temi principali dell’attività politica che il movimento si propone di svolgere il giorno che avesse conquistato il potere, sono acqua, ambiente (cioè terra e aria), trasporti, sviluppo ed energia (per traslato, il fuoco).

Cinque punti, un mezzo decalogo con il quale i Grillini s’impegnano, nei loro discorsi in piazza e in televisione, a indirizzare la loro azione politica. In verità, sono temi che facilmente ritrovi nel programma di quasi tutti i partiti con ambizioni di lotta e/o di governo: niente di nuovo sotto il sole. 

Ma a Roma quelle cinque stelle non hanno mai brillato, e si stenta a credere che siano proprio quelli i punti di forza del programma e le linee-guida della politica grillina. E c’è anche da pensare che forse quelle cinque stelle non abbiano portato fortuna a chi se n’è voluto appropriare. 

A cominciare dall’acqua: se c’è un problema che la sindaca Raggi non ha saputo affrontare e tanto meno risolvere è quello dell’acqua. Quando imperversava la siccità, Roma ha rischiato di avere l’acqua razionata nelle ore notturne e nelle case ai piani alti come non era mai più avvenuto dalla fine della guerra, settantadue anni fa. E questo nonostante l’Acea, la società partecipata dal Comune di Roma, per dare l’acqua ai romani abbia colpevolmente contribuito al disastro ambientale del lago di Bracciano. Poche settimane più tardi, alle prime piogge autunnali, Roma è stata allagata come una città del delta del Mekong: stazioni della metropolitana chiuse, autobus fermi in mezzo al guado, automobilisti salvati dai vigili del fuoco come dopo un’alluvione. E la sindaca Raggi come ha reagito? “La colpa è della regione Lazio – ha detto – che non ha avvertito in tempo la popolazione”, e ha aggiunto: “Comunque, chi può resti a casa”. Una sorta di coprifuoco contro l’acqua. Non una parola sul mancato piano comunale di prevenzione in vista della pioggia, non una parola sui consistenti danni all’ambiente… 

Ecco, l’ambiente è una delle cinque stelle che i Grillini dicono di far brillare. E anche in questo Roma è un testimone significativo. Sotto la gestione Raggi è andata distrutta, divorata dal fuoco la storica pineta di Castelfusano. Non era mai successo, nemmeno durante i bombardamenti alleati sulla città. Perfino l’aiuola di piazza Venezia: non è mai stata innaffiata, per settimane è stato l’arido biglietto da visita della città, giallo come l’ultimo giardinetto di periferia, quelle periferie degradate che la sindaca ha sempre detto di voler recuperare. Soprattutto con i trsporti.

Altra stella grillina tutt’altro che brillante i trasporti.  A Roma, l’Atac, l’azienda municipale, sta facendo la fine dell’Alitalia. Praticamente fallita, si tenta di salvare il salvabile con operazioni d’ingegneria finanziaria del cui esito è lecito dubitare. Annegata nei debiti, l’Atac non paga i fornitori, ben presto come l’ex compagnia aerea di bandiera, non avrà nemmeno i soldi per il carburante, prima o poi saranno in pericolo stipendi e salari dei dipendenti ma il sindaco continua a parlare di rilancio e di soluzioni miracolistiche. Sì, ma con quali prospettive, quali soldi, quali autobus?

La quarta stella del firmamento grillino sarebbe lo sviluppo. E qui va ricordato che la Raggi, non appena eletta, si dichiarò contraria alla prospettiva di avere a Roma le Olimpiadi del 2024.  Fece ritirare la candidatura ufficiale e i giochi olimpici sono volati via. Da Roma stanno per andare via (per lo più a Milano) grosse aziende che a Roma non riescono a lavorare come vorrebbero: problemi di burocrazia, traffico, corruzione. Un sindaco capace avrebbe affrontato il problema. Invece, la Raggi al posto delle Olimpiadi ha proposto la gara di formula uno con le monoposto elettriche, una novità assoluta che altre grandi città hanno rifiutato, e che dovrebbe svolgersi in primavera nelle strade dell’Eur. E se il traffico romano è congestionato, altra proposta: perché non una funivia che a quota elicottero colleghi due parti lontane del centro?  Sul problema dei senza-casa, la sindaca ha prima detto che non è un problema del Comune ma del governo, poi si è fatta convocare al Viminale dal ministro dell’Interno, e come ipotesi di soluzione ha fatto quella di aprire agli occupanti, una volta sgomberati, le caserme da anni vuote di soldati. Tutta teoria: è da quando era ministro della difesa Giulio Andreotti che si parla di recuperare le caserme dismesse. Comunque, la sindaca non sapeva, ora è su tutti i giornali, che il Comune può disporre per i senza casa, fin da oggi, di ben sei caserme messe a disposizione da un accordo firmato a suo tempo dal sindaco Marino con il Ministero della Difesa. Sarebbe bastato informarsi prima di fare l’ennesima brutta figura. 

L’ultima stella cadente del firmamento grillino riguarda l’energia. Parlando già da premier per interposta persona (Di Maio, forse?), Grillo ha sempre detto che il movimento punta sulle energie rinnovabili, ma in proposito a Roma non si ha notizia d’iniziative comunali, a parte i pochi autobus che vanno a metano, un esperimento che in altre città è ampiamente adottato da tempo.  Intanto Il giovane Luigi Di Maio, vice-presidente della Camera che sta studiando da presidente del consiglio, si è spinto fino a Cernobbio al cenacolo dell’alta finanza, per imparare i segreti dell’economia. Mario Draghi deve cominciare a preoccuparsi?  Grillo può esultare: ora può contare su una sesta stella, giovane, luminosa di luce riflessa (quella delle telecamere che lo inseguono). Una stella nascente? Qualcuno già lo vede presidente del consiglio di un governo tutto grillino. Non è bastato Mussolini a suo tempo e più recentemente Berlusconi? 

Siamo decisamente un popolo dalla memoria corta.

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