Dopo un 2016 deludente, il 2017 restituisce un quadro incoraggiante per l’industria chimica europea e italiana

La ripresa si è finalmente fatta strada e l’Italia – terzo produttore europeo – cresce ad un buon ritmo (+2,6% stimato per la chiusura dell’anno).  Il miglioramento emerge su più fronti, dando solidità alla ripresa: export in forte progresso (+10,3% in valore nei primi 9 mesi a fronte del +7,2% della media manifatturiera), diffuso risveglio della domanda interna ad eccezione delle costruzioni, miglioramento esteso sia alla chimica di base, sia ai comparti della chimica a valle.

Nell’ipotesi che il quadro politico – italiano ed europeo – non veda riaccendersi focolai di incertezza, nel 2018 l’attività chimica in Italia proseguirà la sua espansione ad un ritmo robusto (+2,0%) anche se più contenuto rispetto al 2017.

La quota di fatturato all’export – che ormai supera in media il 50% con un incremento di 15 punti % dal 2007 – testimonia come il settore abbia imparato a convivere con una crescita del mercato interno vincolata dalle esigenze di graduale rientro del debito pubblico. Il forte riposizionamento verso i mercati internazionali coinvolge le imprese sia a capitale italiano, in molti casi presenti all’estero con propri siti produttivi, sia a capitale estero, per effetto di un processo di specializzazione degli stabilimenti italiani all’interno del gruppo che comporta quote esportate anche superiori al 75%.

La Chimica, inoltre, è un driver di Sostenibilità per l’intero sistema: attraverso i suoi prodotti intermedi ad elevato contenuto tecnologico sostiene la competitività di tutta l’industria manifatturiera italiana, le sue soluzioni tecnologiche consentono di ridurre i gas serra anche nei settori utilizzatori (in particolare negli usi civili e nei trasporti che rivestono quasi il 60% delle emissioni in Italia) e daranno un contributo centrale anche all’Economia Circolare. 

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