Storie di ordinaria follia da emergenza coronavirus

Colta al volo nella fila davanti alla posta: “Mio marito non vuole andare al compleanno dei nipotini perché – dice- per soffiare sulle candeline i bambini senza mascherina spargono il virus sulla torta e che sono matto? io quella torta non la mangio”. Come dargli torto?

Sul portone del palazzo l’amministratore del condominio ha messo un cartello; “La maniglia viene sanificata tutti i giorni. Chiudete sempre la porta”. C’è da chiedersi: per non far entrare il virus o i ladri? Come spesso accade, all’avviso condominiale è seguito un altro: ”Lasciate sempre aperto il portone, così va via la puzza di cucina dalle scale”. Va detto che nel condominio un appartamento al primo piano è affittato una numerosa famiglia di filippini, che cucinano in continuazione. Come ben sanno i cultori della cucina orientale, quella filippina è molto diversa da quella cinese, giapponese o tailandese servita con successo nei molti ristoranti orientali sparsi nel mondo. E’ una cucina che si basa per lo più su un tipo di pesce secco messo a bollire per ore in un pentolone colmo di spezie, ma soprattutto di aglio e cipolla. L’odore si sparge per tutto il palazzo. Non è razzismo, è questione di naso.

La cassiera del supermercato non sempre dà il resto in monetine da uno, due o cinque centesimi. “Sono troppo piccole – dice- con i guanti non riesco a prenderle”. I supermercati, a differenza di altri, sono gli esercizi commerciali più beneficati dalla pandemia. E stanno facendo i soldi a palate. Anche, a quanto pare, lesinando sui resti in monetine. Zio Paperone insegna: “Si diventa milionari mettendo da parte anche solo un dollaro per volta”. Lui ci è riuscito.

Quando anche in occidente ha cominciato a imperversare la pandemia nata in Cina, fra i provvedimenti di emergenza presi dalle autorità governative quello che da noi più di altri ha incontrato l’ostilità dei cittadini ha riguardato i cani. “D’accordo che per ostacolare la diffusione del virus dobbiamo stare chiusi in casa – è stato un coro di proteste che si è diffuso ovunque – ma i nostri poveri cani che colpa ne hanno? E come possiamo portarli fuori per i loro bisogni?” Le ragioni dei proprietari di cani, soprattutto nelle grandi città, sono subito apparse inoppugnabili. E le autorità sono corse ai ripari: un nuovo decreto ha stabilito le modalità per la passeggiata quotidiana degli amati quattro zampe: non più di tre o quattro volte nell’arco delle 24 ore, entro un raggio non troppo ampio intorno all’abitazione, permesse le visite periodiche dal veterinario.

 Subito non sono mancati i “furbetti del guinzaglino”, quei proprietari di cani che si sono fatti sorprendere, dalle forze dell’ordine, ad alcuni chilometri da casa dove erano arrivati in macchina. La scusa: “Sa, lui è abituato a viaggiare per un po’ prima di farla!” Oppure, lo stesso cane è stato sorpreso dai vigili urbani a spasso più volte al giorno e con padroni diversi: in tanti, i componenti della famiglia ma anche amici o vicini di casa si erano offerti di portarlo a spasso solo per procurarsi un alibi e uscire a loro volta.  Ci sono stati casi di cani sedentari che a sera apparivano stremati dalle troppe, continue uscite alle quali non erano abituati e che alla fine erano diventate faticose e non più gradite. A salvarsi sono i gatti. A loro non serve la passeggiatina serale, basta un divano davanti alla tv, tutt’al più una poltrona o una sedia. Il virus non li contagia, la loro vita beata continua

Dal Corriere della sera: davanti ad un affollato condominio un tizio ha legato il proprio cane con al collo il cartello; ”Affittasi” e il tariffario: ”Giro del palazzo 15 euro. Pipì veloce 7 euro, passeggiata di un’ora 25 euro. No perditempo”.

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