Realizzare un laboratorio scientifico: una vera e propria specializzazione che richiede competenze e conoscenze

Ad oggi nelle facoltà di architettura non esiste una vera e propria specializzazione mirata alla progettazione di quei luoghi deputati alla scienza e all’analisi, alla ricerca e sviluppo o al controllo della qualità dei prodotti. Eppure parliamo di ambienti davvero particolari dove spesso un realizzo coerente amplifica la sicurezza e il benessere di chi le vive, ma soprattutto sancisce la qualità di un determinato prodotto.  

Basti pensare agli studi che hanno isolato il virus per la prima volta, alla ricerca delle sue mutazioni genetiche e di vaccini idonei, nonchè alle migliaia di analisi che ogni giorno vengono processate per determinare il grado di propagazione dell’attuale pandemia. Insomma una filiera importantissima di cui non si può fare a meno, al di là delle note circostanze. Eppure pochi conoscono gli aspetti architettonici  e i criteri strutturali di cui un laboratorio necessita, proprio per garantire la sicurezza e risultati inconfutabili. Ne abbiamo parlato con l’architetto Atlas Antonini che ha maturato molteplici esperienze proprio in questo ambito. 

Dall’interior design all’ergonomia degli spazi e soprattutto alla funzionalità in sicurezza di questi ambienti delicati … ma quanto è importante oggi dare una priorità assoluta agli spazi laboratoriali?

Una premessa è d’obbligo. Prima di iniziare qualsiasi tipo di progettazione vi sono due elementi da condiderare: in primis avere un approccio filosofico e olistico elaborando e seguendo quel filo conduttore che ci porti al risultato finale; il secondo la pianificazione organica, ovvero la distribuzione di spazi e percorsi, siano essi lavorativi o ludici, entrambi essenziali per ottenere un ambiente confortevole inteso come armonia di forme e di colore.

Per questo dare priorità al laboratorio ritengo sia fondamentale. L’umanità da sempre è stata spinta dalla gran curiosità per le nuove scoperte in ogni ambito scientifico e oggi più che mai emerge questa vitale esigenza nel mondo. Grazie agli spazi laboratoriali possiamo rafforzare la cultura e la ricerca scientifica, l’insegnamento, lo studio e la formazione e tutto ciò che presuppone un punto d osservazione, una manipolazione dei materiali. Il laboratorio, quindi, lo intendo come il fulcro, come il cuore pulsante di ogni attività. Il mio stesso ufficio è un laboratorio creativo dove si sperimenta, si testano materiali con i quali si creano plastici con stampanti 3d per una prima valutazione architettonica dell’oggetto da realizzare. Personalmente tendo sempre a spiegare bene al committente quali sono i benefici per creare un ambiente che, non solo rispecchi e sia indice di sicurezza, ma che sia uno spazio gradevole ed efficiente, luminoso e appagante alla vista. D’altra parte il laboratorio, oggi rispetto al passato, è diventato il primo luogo dove portare un potenziale cliente perchè, se ben progettato e strutturato aumenta il valore aggiunto dell’azienda stessa e rafforza la bontà del prodotto finale.

I laboratori sono diventati ambienti importanti che creano un valore aggiunto fondamentale per un qualsiasi tipo di produzione. Nella sua esperienza dove andrebbero collocati normalmente i laboratori? 

Dall’ideazione fino alla progettazione il mio costante pensiero è incentrato “in primis” sul fattore umano di chi quotidianamente vive la realtà dei laboratori. Per questo cerco di garantire quella tranquillità e serenità annullando di fatto ogni rischio possibile – vista la delicatezza di ogni settore – perché lavorando in condizioni armoniose ne consegue sicuramente una maggiore efficienza e produttività. I laboratori, specie in certi ambiti, dovrebbero essere necessariamente  collocati in bella vista, quasi fossero una vetrina che mette in risalto le potenzialità di una qualsiasi azienda che, al di là del prodotto finale, vuole garantire il controllo e la qualità.

Ma che requisiti fondamentali deve rispecchiare un ambiente laboratoriale per chi lo vive quotidianamente?

Fermo restando le normative espresse dal DLG 81 sul rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro, va tenuto conto il numero delle persone che ci lavorano e la tipologia di processi che vengono svolti. Dati che, nel cosiddetto chiavi in mano, vengono processati per dare la soluzione migliore, pensando al giusto ricambio d’aria, agli equilibri pressori in presenza di cappe o cabine flusso laminari o al mantenimento di ambienti salubri e sicuri in caso di rischio biologico, alla luminosità adeguata a seconda delle postazioni di lavoro, ai colori per incidere sulle condizioni emotive dei lavoratori. Insomma ogni particolare va studiato con cura e approfondito proprio per arrivare ad un risultato che crei degli ambienti piacevoli, efficienti dal punto di vista ergonomico e soprattutto sicuri.

Negli ultimi 10 anni è cambiato molto il modo e il design di pensare un laboratorio scientifico. Cosa può raccontarci a tal proposito?

Ripeto, oggi si punta molto al design di un ambiente attraverso un approccio multidisciplinare congeniale. Anche la cosiddetta Industria 4.0 è entrata in maniera dirompente: dagli strumenti che partono dal rilievo con misurazioni laser fino alla progettazione tridimensionale BIM, Building Information Modeling, fino alla realizzazione As-Built attaverso modelli virtuali. Un processo che garantisce il fattivo controllo degli impianti e degli ambienti da parte delle imprese e delle maestranze coinvolte abbattendo costi e risparmiando molto tempo e rafforzando la condivisione del progetto tra direzione lavori, progettisti e cliente. Anche nei laboratori la tecnologia è ormai un elemento imprescindibile: a partire dalla digitalizzazione dei dati e della trasformazione dei processi, al controllo locale e in remoto dello stato ambientale attraverso le tecnologie abilitanti. In pratica cerco di vivere e far vivere il laboratorio in modo nuovo rispetto ai soliti modelli standard che siamo abituati a vedere. Prediligo le ampie vetrate, affinchè all’interno di un laboratorio si possano creare del giochi di luci, di colori e di spazi capaci di trasmettere stimoli sensoriali e soprattutto un senso di piacevolezza. 


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L’architetto Atlas Antonini  fonda il suo studio di architettura nel 2006 nella verde Umbria.

Lo studio opera in Italia e all’estero e sviluppa progetti di interior design, hospitality, residential, headquarters, retail, urban design con l’ausilio di tecnologie innovative con un approccio coinvolgente, dove committenza e professionisti interagiscono nelle fasi del processo creativo.” 

https://www.atlasarchitettura.it/

 

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