Dalla manifestazione al Pantheon i sindacati a Monti: cambiare rotta

ROMA – La piazza del Pantheon si riempie. Persone, bandiere rosse della Cgil,  a strisce verdi della Cisl, celesti della Uil, lavoratori e pensionati insieme,  cassa integrati di aziende  che rischiano di perdere il posto di lavoro, Alcoa, Mercedes. Ci sono anche le carrozzelle, le ultime che si aggirano per le stradine del centro storico.

E come a Roma in tante città europee si sono svolte manifestazioni, scioperi, iniziative promosse dalla  Ces, la confederazione sindacale che raggruppa 84 organizzazioni. Sotto accusa la politica  della Unione europea che affonda lavoratori e imprese nel mare della recessione, mette a rischio il welfare,  da “ rottamare” dice Mario Draghi, presidente della Bce,produce disoccupazione invece di posti di lavoro.  Da questa splendida piazza, oggi piena di sole, con lo sguardo all’Europa e con la forza di un grande movimento sindacale del vecchio continente cui l’Italia da un contributo determinante, sono partiti segnali molto chiari al governo. Sal Patheon a Palazzo Chigi la distanza è di poche centinaia di metri. Ma il segretario generale della Cgil, Susanna Camuso, il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, il segretario generale della Uil, Lugi Angeletti, hanno inviato un messaggio molto chiaro al presidente del Consiglio proprio in vista del nuovo incontro fra governo e parti sociali che avrà luogo giovedì nel tardo pomeriggio. E’ l’ora di passare dalle politiche del rigore e dell’austerità, a misure di equità , avviando la crescita e lo sviluppo per superare la crisi. E’ l’ora di cambiare rotta. Significativa questa manifestazione anche per le aspre critiche rivolte alla politica dell’Ue, politica che il governo italiano condivide anche se con qualche “ ma e qualche “ se” Non solo, con questa manifestazione  si apre un mese in cui sono previsti scioperi, manifestazioni, i lavoratori scenderanno in piazza.

Lo sciopero dei trasporti. Il governo scippa il contratto nazionale
Proprio oggi giovedì si fermerà tutto il settore del trasporto, poi Poi tocca alla scuola. Non fanno parte dell’agenda del governo i problemi del trasporto,  settore vitale per l’economia del Paese. C’è poco o niente nei progetti del governo. C’è però  nel decreto sulle liberalizzazioni lo scippo del contratto dei ferrovieri che non verrebbe applicato per le nuove imprese, un favore a Montezemolo e soci.Il no dei sindacati è netto. Dice Camusso:  in questo settore la liberalizzazione ha fatto passi avanti, c’è bisogno di un contratto nazionale di lavoro, è fondamentale” E il segretario  della Filt, Franco Nasso afferma che “ è impossibile immaginare una regolazione del processo di liberalizzazione del settore che non tenga conto, anche delle norme di impiego e retributive”. “Le regole del lavoro-prosegue- rappresentano un fattore determinante per una competizione trasparente nel trasporto ferroviario, un’attività a significativa intensità di manodopera, gran parte della quale particolarmente qualificata per garantire adeguati standard di sicurezza”.

Europa: 45 milioni i disoccupati, 115 milioni a rischio povertà

Questa giornata di lotta  avviene a poche ore dal vertice dei capi di governo, il Consiglio europeo, che dovrebbe approvare il “ fiscal compact”, il trattato già messo a punto alla fine di gennaio che “regola” le politiche di bilancio, taglia i bilanci, attua solo politiche di rigore, recessive. I sindacati  rivendicano nelle manifestazioni di tutta Europa “ lavoro,diritti dei lavoratori, inclusione sociale, lotta all’evasione fiscale,pensioni adeguate” Dal palco del Pantheon  al posto del “ fiscal compact” si chiede il “ social compact”. Parlano di rischio reale che l’Europa si impantani nella recessione”. Già oggi – afferma Santini-45 milioni sono i disoccupati nell’area della  Ue, 115 milioni di persone a rischio povertà. Questi i risultati di una politica decisa “ da tre o quattro capi di governo, o meglio- dice Angeletti- da uno”.  Quale sia il prezzo che pagano i lavoratori è reso anche fisicamente visibile dalla presenza in piazza dei lavoratori di aziende in crisi, di cassa integrati, ci sono quelli dell’Alcoa, della Mercedes, investimenti che vanno e vengono, se non si mettono dei freni, delle regole.

La Bce foraggia le banche che negano credito a imprese e famiglie
Si parla di eurobond, di tassa sulle transizioni finanziare, della necessità di una netta inversione di tendenza  in una politica europea  dettata dalle banche, dalla Bce- che dice Camusso- decide per tutti,    invece di combattere la finanza speculativa, di fatto, la foraggia. Mille miliardi già dati dalla Bce alle banche con un interesse dell’1%, altri 530, cento a quelle italiane, proprio oggi, ma non arriva niente alle imprese, alle famiglie che hanno bisogno del mutuo. Senza regole democratiche-afferma il segretario generale della Cgil- muore l’idea stessa di Europa come comunità. Nei discorsi dei  leader  sindacali si intreccia la vicenda europea con quella italiana e i giudizi sul governo non sono benevoli.  Angeletti: “ Il governo è forte con i deboli e debole con i forti” richiamando le liberalizzazioni e la pressione esercitata, con esiti anche positivi, dalle corporazioni.” Il governo- sottolinea Susanna Camusso-   ha  recuperato   credibilità  in campo internazionale, ma per quanto riguarda il nostro Paese abbiamo visto per ora solo una politica di austerità e di tagli. Bisogna invertire la rotta, ci vogliono investimenti per creare lavoro.  E l’art.18? Non se ne parla, quasi. Per i sindacati non fa parte del confronto   Così come nelle tante manifestazioni che si sono svolte in Europa, nel quasi silenzio dei media, le parole che Cgil, Cisl, Uil portano al tavolo con il governo  sono  lavoro e giustizia sociale. Attendono risposte non ambigue.

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