Il lavoro e la sinistra, la necessità di un progetto, una svolta nella politica dell’Ue

ROMA – “Il lavoro e la sinistra”. Sarà stato per una coincidenza, non voluta, ma questo convegno promosso da esponenti della sinistra del Pd, ha assunto caratteri di significativa attualità.

Fa seguito ad un’altra iniziativa che vede fra i protagonisti i senatori Vincenzo Vita e Paolo Nerozzi, svolta alcuni mesi fa: Quasi un secolo rispetto agli eventi che si sono succeduti in due o tre mesi. La crisi economica, le politiche neo liberiste e il “ rigore” della tecnocrazia europea, la crescita che non c’è, il lavoro, un confronto a tutto campo, un impegno ad operare perché  le sinistre a partire dal Pd a Sel a movimenti che operano a vari livelli della società  si impegnino per trovare un terreno comune per ricostruire  una nuova politica economica e sociale un modello di sviluppo. Un discorso che si innesta sulla necessità di affrontare un problema ormai non più rinviabile: la democrazia nella costruzione di una Unione europea. Sullo sfondo la grande questione del lavoro, tema di confronto fra sindacati e governo, in una situazione che si mostra sempre più confusa tanto che salta l’incontro fra Monti e i partiti che lo sostengono perché il Pdl  non vuole discutere di  Rai e di giustizia. Alfano si chiama fuori e Cicchetto minaccia. Il governo Monti deve solo affrontare l’emergenza. Su questo abbiamo dato la fiducia, non su  altro. In vista del nuovo confronto previsto per lunedì con le parti sociali interviene a gamba tesa il governatore di Banca d’Italia. Insiste sulle riforme strutturali del mercato del lavoro, leggi articolo 18, ma  annuncia che l’Italia è un paese di anziani perciò “non si può non richiedere che si lavori in più e più a lungo. Distratto il Visco, pare non sapere che con la “riforma delle pensioni” siamo il paese dove si lavora più a lungo.

Venerdi i metalmeccanici  a  piazza San Giovanni

Già la questione lavoro  che la Fiom porterà in piazza venerdì sarà una scossa per la politica, o meglio per i partiti che stanno perdendo fiducia in maniera preoccupante. In particolare per il Pd  la cui segreteria ha deciso di non aderire alla manifestazione perché ci saranno anche esponenti, il presidente della Comunità montana della Val di Susa, dei no Tav. Una Il segretario generale della Fiom intervenendo nella discussione del convegno aperto da Silvano Andriani, economista e studioso di politiche finaznarie, più volte parlamentare, già presidente del Cespe, oggi responsabile del Cespi, il Centro din politica internazionale, ha “raccontato” la vicenda Fiat non solo nei suoi aspetti economici, man anche in quelli che si possono raggruppare nella “ democrazia nei luoghi di lavoro.  Poi la manifestazione di venerdì con il corteo che si concluderà a Piazza San Giovanni. “ Vogliamo recuperare questa piazza- ha detto- che deve essere riconquistata dopo  le violenze che avevano colpito la manifestazione del 15 ottobre. Noi, la Fiom siamo da sempre non violenti”.

Vita e Nerozzi( Pd). Parteciperemo alla manifestazione

Ma il Pd  ha fatto una scelta che difficilmente è comprensibile. Sia Vita che Nerozzi hanno annunciato che parteciperanno alla manifestazione. Si saranno, è auspicabile, metalmeccanici iscritti al Pd, la decisione della segreteria di  “evitare” di esser presenti con suoi auoterevoli esponenti xche, peraltro, avevano già annunciato la propria partecipazione, non è certo un buon  auspicio per affrontare, tutte le forze di sinistra, kil problema del lavoro. Gennaro Migliore della segreteria di Sel ha parlato della urgenza di una “ ricomposizione politica a sinistra a fronte della crisi della democrazia, della rappresentanza che intreccia quella economica. Ha sottolineato l’impoortanza del rapporto fra Pd, Holland, i socialdemocratici tedeschi per una svolta nella politica dell’Ue.  Con un chiaro riferimento all’esigenza di  costruire in tempi rapidi una proposta della sinistra, un invito al Pd ad aprire un tavolo di confronto e di rapporto, Migliore ha ripreso l’analisi  della situazione economica e sociale presentata da Andriani. Il fiscal compact approvato di recente, un patto fra i governi per il rigore nei bilanci non ci farà uscire dalla crisi. Per quanto riguarda l’Italia  la riduzione del debito pubblico per arrivare al 60% non sarà possibile se non si avvierà una fase di ripresa. Le previsioni sono invece di un perdurare della recessione. Il 2012 sarà peggiori dell’anno che se ne è andato.

Andriani: la mano pubblica deve orientare una nuova fase produttiva

Investimenti  produttivi nei beni pubblici, trasporti, efficienza della pubblica amministrazione, liberalizzazioni reali, maggiore uguaglianza fra le persone sono alcuni punti di riferimento essenziali per una svolta nella politica economica. La mano pubblica ha detto- deve intervenire per orientare una nuova fase produttiva”. Non c’è niente di questo nelle politiche del governo. E l’Europa? Dice il professor Bevilacqua: “ Il capitalismo non è in grado di garantire opiena occupazione;l’Europa deve cambiare strada. Quale ? Barbi, segretario confederale della Cgil anuncia che un gruppo di economisti italiani, una settantina, sta lavorando ad un appello per una svolta nella politica della Ue. L’appello sarà inviato alle istituzionii italiane ed europee. Serve un progetto alternativo- afferma- las crisi non è finita. Siamo di fronte ad una crisi globale che riguarda le “ architetture “ della Ue che si sono rivelate moltiplicatori di crisi, acceleratori di crisi. Vita e Nerozzi concludono prevedendo nuovi appuntamenti per fare passi avanti ,per impegnare le forze della sinistra in un lavoro programmatico comune, un progetto, un idea di società.

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