Dopo la “paccata” Fornero corregge il tiro e chiama subito i sindacati

ROMA – Mario Monti non gradisce la sortita di Elsa Foniero, quella ormai famosa della “ paccata “ di miliardi che sarebbero disponibili se i sindacati firmano la “sua” riforma a scatola chiusa.

Non solo il ministro del Lavoro nella sua dichiarazione  aveva detto che la riforma era così importante e innovativa che aveva provocato un shock nei sindacati.  Shock positivo perché quando avrebbero capito avrebbero apprezzato. Quasi i dirigenti dei sindacati fossero dei minus habens.  L’uscita di Fornero aveva suscitati aspri commenti e anche ilarità  Bersani, il segretario del Pd, in particolare sottolineava che nessuno l’aveva mai informato che nel corso dell’incontro con i sindacati  aveva fatto la sua comparsa la famosa “ paccata”  Camuso, Bonmanni e Angeletti non l’aveva presa proprio bene visto anche che le proposte del ministro in merito agli ammortizzatori sociali  nn erano proprio il non plus ultra. Anzi, il segretario generale della  Cisl,  Raffele Bonanni  paventava una “ ecatombe sociale”

Monti non gradisce ‘l’infelice sortita del ministro

Il calendario prevedeva incontri bilaterali sulla flessibilità in uscita, leggi articolo 18 poi tutti insieme da Monti per oil prossimo lunedì, prima della partenza del presidente del Consiglio per un lungo viaggio in Cina. L’infelice battuta di Fornero arrivava fra l’altro proprio nel momento in cui la maggioranza che sostiene Monti dava segni di fibrillazione tanto che per domani giovedì è previsto un incontro fra Pdl, Pdl, Terzo Polo e il presidente del Consiglio per discutere di tutto, anche di Rai e legge anticorruzione, cosa non facilmente digeribile dal partito diretto da Alfano, il segretario di Berlusconi che aveva mandato in buca un precedenti incontro. Un nuovo fronte aperto con i sindacati e il Pd in particolare sul mercato del lavoro non  era proprio  la massima aspirazione di Monti. Arriva così un urgente incontro fra  i sindacati e il ministro Fornero. Si dice per discutere l’articolo 18 Ma in realtà il discorso riparte dagli ammortizzatori sociali. Cosa si sono detti. I segretari generale di Cgil, Cisl, Uil non si sbottonano più di tanto.  Il confronto con il governo non si  fa sui giornali, dicono. Camuso, Bonanni e Angeletti si limitano ad affermare che
è stato un incontro utile Abbiamo concordato con il governo che i contenuti di questa conversazione resteranno patrimonio di chi li ha fatti”.

Camusso: è ricominciato un confronto utile

Camusso conferma che un altro appuntamento “ci sarà nei prossimi giorni”.. “Mi pare che stiano maturando cose positive.- afferma- oggi è ricominciato il confronto utile e costruttivo e mi pare che ci sia l’impegno per costruire tutele universali”. “Se davvero ci fosse una paccata di soldi prosegue-potrebbe servire a dare prospettive che noi continuiamo chiedere”. Bonanni sottolinea il suo no a flessibilità malata, tipo Co.co.co. “L’ articolo 18 si può, dunque, ristrutturare. Si può fare come in Germania – prosegue- dove il giudice decide in quattro e quattr’otto se ci sarà il reintegro nei casi gravi o il risarcimento nei casi meno gravi. Poi ci sono i licenziamenti a carattere economico dove diciamo che si può ricorrere a sistemi diversi dall’art.18.  Fornero fa buon viso a cattiva sorte non usa più la la parola “ paccata” e in audizione al Senato ostenta ottimismo. Si dice convinta che l’accordo possa essere trovato entro il 23 marzo.  Cgil, Cisl, Uil non si sbottonano più di tanto. Non è un tabù, parola tanto usata da Monti e  Fornero, la data del 23 marzo. Il problema è quello di fare un buon accordo.

Marcegaglia: Miliardi? Ci danno una paccata e basta
Marcegaglia  lancia un sasso nello stagno, prende di mira il ministro del Lavoro. “Miliardi? Credo- afferma- ci daranno una ‘paccata’ e basta”.”Solo una battuta-precisa- si può anche chiudere nei tempi stretti posti dal governo ma l’esecutivo deve fissare “punti fermi” e indicare “le cifre: è necessario che si capiscano le cifre” Poi avvete: “Attendiamo la proposta sulla flessibilità in uscita perché la riforma si tiene su tre gambe, tre temi: contratti, ammortizzatori, flessibilità in uscita. Daremo un giudizio complessivo quando vedremo tutte le parti”.

Rete Imprese Italia:   Alle condizioni attuali non firmeremo accordi
“Il ministro ha detto che il governo è compatto e tira dritto per la sua strada” fa sapere Mauro Bussoni, direttore di Confesercenti in rappresentanza di Rete Imprese Italia,  a queste condizioni non firmeremo.C’è un insostenibile gravame sul costo del lavoro per le piccole imprese – afferma Bussoni -. la riforma, così come ci è stata proposta, costerebbe alle nostre aziende e al milione e 800mila lavoratori che rappresentiamo, circa 1,2 miliardi in più all’anno, in aggiunta ai 2,7 miliardi di contributi già versati. Situazione illogica, perché si fanno pagare di più le piccole e medie imprese, che sostengono il Paese”.  Conclusione: l’incertezza regna sovrana ,mentre tutti gli indicatori economici danno un  quadro drammatico della situazione del Paese in piena crisi. La recessione non si allontana anche se  Monti dice che stiamo uscendo dalle difficoltà I numeri , dal costo della vita, al fisco che colpisce pesantemente lavoratori dipendenti e pensionati, alla disoccupazione crescente, ai precari che quando va bene restano precari, alle donne sottopagate e senza lavoro, dicono altro. L’ottimismo a senso unico  fa parte del vecchio bagaglio berlusconiano. Prima si abbandona, meglio è.

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