Pomezia. Altra discriminazione sui bambini. Vergogna comune e ministra

ROMA – Ancora un caso vergognoso di discriminazione attuata su persone innocenti come i bambini, colpevoli di essere nati da genitori poveri.

Questa volta a prendere una decisione davvero discutibile è stata la giunta grillina di Pomezia, la quale ha deciso di istituire due menù per le scuole materne; uno di 4 euro e l’altro di 4,40. Insomma due prezzi differenti per due pasti diversi, uno con il dolce finale e l’altro senza. Per fortuna proprio due giorni fa il fondatore del M5S era andato a Porta a Porta elogiando Benedetto Croce, promotore dell’onestà e dell’equità all’interno delle istituzioni. Ma se governare significa praticare atti discriminatori nei confronti di piccole creature, allora il famoso “rese” tanto decantato dai pentastellati sarebbe un passo obbligatorio.

Non è da meravigliarsi se questo caso ha scosso l’opinione pubblica e innescato una raffica di polemiche. A partire dal Presidente alla Regione Lazio Nicola Zingaretti che parla di una scelta “ignobile  del Comune di Pomezia che nega ai bambini più poveri il dolce alla mensa e lo dà a quelli più ricchi che pagano la retta. È una vergogna”.

Il segretario del Pd Pomezia, Stefano Mengozzi, parla di scelta scellerata da parte dell’amministrazione comunale.  “Scegliendo di fornire un pasto più ricco ad una tariffa più alta si è deciso di violare il principio di uguaglianza, rendendosi responsabili di potenziali conseguenze sulla crescita e formazione dei bambini. Il Partito democratico si era battuto lo scorso anno contro l’aumento esponenziale dei costi del servizio mensa e ora sta conducendo una battaglia, con il pieno sostegno dei nostri parlamentari, contro il doppio pasto. Questa giunta sta portando la città alla deriva, con un sindaco che quando fa sbaglia”.

E non è tutto.  Anche la Federconsumatori di Roma e del Lazio ha fatto sentire la sua voce.  «Ma chi ha deciso a Pomezia di offrire due pastinelle scuole, uno comprensivo di dolce e l’altro senza? Chi pensa di imitare maldestramente la giunta leghista del comune lombardo che approvò qualcosa di molto simile a questa ignominia? Vergogna! Non c’è altro da aggiungere”. Così  la presidente, Simonetta Cervellini. E ancora: “Come si può pensare di umiliare un bambino con una famiglia povera alle spalle – aggiunge – costringendolo a toccare subito con mano cosa voglia dire l’ingiustizia e la disuguaglianza? Ecco perché si deve immediatamente revocare la decisione. Non ci bastano gli innumerevoli motivi che ci hanno fatto già vergognare nel mondo? Solidarietà è un bene pubblico che va coltivato già da piccoli. Ne abbiamo davvero bisogno soprattutto oggi”.

 

Ma la polemica non finisce qui. Infatti a scatenare le proteste è arrivata anche la frase del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, la quale in un’intervisa a Radio Capital,  ha detto: “Non conosco bene il caso, ma io sono per l’autonomia scolastica e non mi sembra una situazione di discriminazione”.

Mimmo Pantaleo, segretario generale FLC CGIL, ha replicato precisando che «in questo caso l’autonomia scolastica non c’entra nulla e la mensa scolastica non è un ristorante dove si sceglie à la carte, ma, al contrario, rappresenta un importante momento educativo. Se la ministra dell’Istruzione non ha chiaro tutto ciò, c’è davvero di che preoccuparsi». 

“40 centesimi. È questo il prezzo della discriminazione imposto dall’amministrazione del Comune di Pomezia. Una misura vergognosa quella che vede la differenziazione del menu a mensa per i bambini, a seconda del reddito. Un’idea vergognosa, ai limiti dell’assurdo, che non si riesce a capire nemmeno come possa esser stata concepita”. Così Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori,   che chiede all’amministrazione di ritirare immediatamente questa decisione ridicola e discriminatoria. “In caso contrario – avverte Trefiletti – siamo pronti ad avviare tutte le opportune azioni legali del caso, come del resto abbiamo già fatto ad Adro, quando alcuni alunni furono messi a pane e acqua perché i genitori non avevano pagato le rette della mensa scolastica.

 

Dal canto loro, i pentastellati si difendono. Valentina Corrado consigliera del M5S Lazio scrive in una nota che  “il centrosinistra è in evidente crisi e diffonde voci false solo a scopo elettorale per cercare di riprendere lo svantaggio. Si parla di una delibera – aggiunge la consigliera – di indirizzo del consiglio comunale risalente allo scorso dicembre, tirata fuori ad hoc a pochi giorni dal voto solo per scopi strumentali. Ieri il sindaco Fucci ha diramato un comunicato stampa, ignorato dai più in cui si spiegano dettagliatamente i motivi e l’iter che ha condotto alla redazione del nuovo capitolato mensa”.

“Non si tratta di discriminazione tra ricchi e poveri – aggiunge – ma di libertà di scelta per quanto riguarda l’alimentazione. L’amministrazione comunale, in seguito a numerosi incontri con i rappresentanti dei genitori ha accolto la proposta di un menù differenziato”.

 

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