Buona Scuola. A rischio assunzioni precari

ROMA – “L’unico decreto legge che il Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio dovrebbe varare riguarda le assunzioni dei precari che non possono essere presi più un giro”.

A prendere posizione, mentre è in corso un confronto tra il ministro Giannini e il Premier Renzi, è il sindacato Gilda. “Ci auguriamo – aggiunge – che il Governo non si sottragga a questa unica vera urgenza e che definisca con chiarezza l’organico, visto che nella bozza del decreto legge non c’è alcun riferimento al numero di assunzioni”. 

“Il mostro giuridico che il Governo stava preparando, e che minacciava di intervenire su materie di natura strettamente contrattuale come lo stato giuridico degli insegnanti, la carriera e le retribuzioni, è stato bloccato. La retromarcia di Renzi – sostiene il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio – è anche frutto della vasta mobilitazione promossa dalla Gilda domenica scorsa e che ha portato in poche ore migliaia e migliaia di docenti a inondare di appelli via web il presidente della Repubblica”. 

“Ci auguriamo che la discussione su La Buona Scuola venga portata in ambito parlamentare – conclude Di Meglio – e che si apra un confronto serio e approfondito con i sindacati. Ci rivolgeremo ai parlamentari con le nostre osservazioni per migliorare il disegno di legge del quale speriamo di poter leggere presto il testo definitivo”. 

Sull’argomento è intervenuto anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, secondo il quale “nel merito, l”idea di consegnare la scuola  pubblica al mercato e per di più da un mercato drogato dal finanziamento alle scuole private è delirante ed inaccettabile”.

“Il decreto sulla scuola non va ritirato ma va diviso in due – secondo Ferrero – : l’assunzione dei precari va fatta per decreto e fatta subito, il riordino degli elementi normativi deve essere fatto per ddl e prevedere un”ampia discussione”.  E poi:”Gli annunci che si susseguono sui contenuti del disegno di legge –  sottolinea Ferrero – lasciano comunque ancora intendere che il governo voglia continuare nel solco del documento “La buona scuola“, le cui linee guida sono inaccettabili, come hanno anche dimostrato studenti e insegnanti: no alla consegna al mercato e ai privati della scuola pubblica”.

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