Processo Thysssen. Pene ridotte per gli imputati

Sconto di pena per gli imputati del rogo Thyssen del 2007, rabbia dei parenti delle vittime

TORINO – Ancora una riduzione di pena per i sei imputati del processo del rogo Thyssenkrupp, costato la vita a ben sette operai nel 2007. Sgomento, rabbia, amarezza e incredulità dei parenti delle vittime dopo la lettura della sentenza decisa dalla  Corte d’assise d’appello di Torino, cui la Cassazione aveva rimandato il fascicolo per rideterminare le condanne degli imputati. “Questa non e’ giustizia” hanno urlato alcuni. “Hanno trattato il caso come un banale incidente sul lavoro. A parlare è Laura Rodinò, sorella di Rosario, una delle vittime del rogo, “non hanno ancora capito che mio fratello e gli altri ragazzi sono morti per fare i vigili del fuoco e non perché stavano lavorando. Ogni giorno erano costretti a buttarsi nelle fiamme, questa non é giustizia”. 

I parenti delle vittime, non hanno potuto di fatto costituirsi parte civile nel processo, avendo firmato un accordo di risarcimento dalla Thyssen. “Quando abbiamo firmato quell’accordo eravamo confusi e sotto choc, se potessimo tornare indietro oggi non rifaremmo quella scelta”, dichiarano alcuni parenti. Antonio Boccuzzi, ex operaio Thyssen scampato al rogo divenuto parlamentare del Pd, e presente nell’aula della Corte d’Assise, si è detto deluso e rammaricato per le continue riduzioni di pene e ha commentato: “Sono deluso per questa ulteriore riduzione di pena, in quattro sentenze abbiamo visto sia il ridimensionamento delle imputazioni che delle condanne””. “Io resto convinto che l’ipotesi di omicidio volontario (per Espenhahn, ndr) formulata dalla Procura di Torino in primo e secondo grado per un caso come questo fosse corretta. Mi auguro che in Cassazione – ha continuato – l’eventuale ricorso ventilato dalle difese venga rigettato”.  “Con quella di oggi ci sono state quattro sentenze e ogni volta è stato tolto un pezzettino”. 

Gli imputati sono tutti stati condannati per omicidio colposo plurimo in concorso con incendio doloso e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni. Per Harald Espenhahan, amministratore delegato, 9 anni e 8 mesi di reclusione, contro  i precedenti 10 anni; per Daniele Moroni 7 anni e 6 mesi contro i 9 precedenti; per Raffaele Salerno 7 anni e 2 mesi contro gli 8 anni e 6 mesi precedenti; per Cosimo Cafueri 6 anni e 8 mesi contro gli 8 anni precedenti; 6 anni e 10 mesi per Marco Pucci contro i 7 anni e 6 mesi precedenti; 6 anni e 10 mesi per Gerald Priegnitz contro i 7 anni precedenti.

Tuttavia secondo Ezio Audisio, legale dell’ex  amministratore delegato Harald Espenhahn, è stata “apprezzabile la riduzione per tutti gli imputati ma non soddisfacente, quantomeno per la posizione di Espenhahn – ha sottolineato – è stato uno sconticino, auspicavamo una riduzione più consistente”. Il legale ha quindi ribadito la possibilità di un ulteriore ricorso in Cassazione ricordando che ci sono 45 giorni di tempo dal deposito delle motivazioni della sentenza previsto entro 60 giorni, quindi entro il prossimo autunno: “Leggeremo le motivazioni – ha dichiarato – e vedremo se c’è la possibilità di un ulteriore ricorso”.

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