Guerra all’Isis in Iraq. Generale Tricarico, armare i droni predator

ROMA – Armare gli aerei senza pilota Predator per i raid di bombardamento contro l”Isis in Iraq.

E” il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis) ed ex Capo di Stato Maggiore dell”Aeronautica Militare a sottolineare all”Adnkronos “l’esigenza di prendere in esame anche questa possibilità. Mi sembra strano -rileva- che si parli solo di Tornado e non si consideri invece una questione accantonata da tempo, che riguarda gli armamenti dei Predator”. I droni dell”Aeronautica militare italiana, infatti, vengono impiegati solo per compiti di ricognizione perché sono privi dei kit tecnologici necessari per un utilizzo in missioni di bombardamento. La base dei Predator italiani è ad Amendola (Foggia). In questi mesi due aerei di questo tipo sono stati schierati in Kuwait per contribuire alla missione in Iraq. “Quando sarà possibile l”impiego a regime degli F-35 la musica cambierà e potremo contare su un apporto di capacità notevole”, aggiunge. Gli ultimi sviluppi geopolitici in Iraq e Siria sono per Tricarico “la riprova che il settore della Difesa non può essere falcidiato impunemente, ma anzi va mantenuto in grado di operare con efficacia”.

Tornado e caccia Amx

Non solo i 4 Tornado attualmente di stanza in Kuwait per i raid aerei italiani di bombardamento contro l”Isis in Iraq. Oltre ai ”caccia” utilizzati finora in versione ”Ids” (sorvoli di intelligence e ricognizione dall”alto), nelle pianificazioni militari in corso presso gli stati maggiori si prende in esame la possibilità di un successivo, eventuale utilizzo dei velivoli Amx schierati nella base di Istrana (Treviso), proprio come avvenuto di recente con le missioni aeree nell”ambito dell”operazione in Afghanistan. A questo fine non sarebbe invece possibile utilizzare i due ”Uav” Predator, velivoli senza pilota ora schierati in Kuwait che però sono disarmati e sprovvisti del kit tecnologico specifico per effettuare missioni di bombardamento. 

Per quanto riguarda gli Eurofighter, poi, è ancora in corso il test di validazione per un utilizzo di sistemi d”arma aria-suolo, quindi il loro utilizzo per missioni di bombardamento viene escluso almeno a breve termine. “Gli equipaggi che oggi effettuano missioni aeree di ricognizione sull”Iraq mantengono sempre una ”combat readiness” in grado di esprimere certe capacità. Se ci verranno richieste, siamo pronti a metterle a disposizione del Paese”, dicono all”Adnkronos fonti militari qualificate, precisando quindi che “si tratta di una valutazione politica. Noi siamo sempre allertati h24 e pronti a qualsiasi impiego”.

L’Italia contribuisce alla missione ”Prima Parthica” in Iraq con 530 militari appartenenti a tutte le Forze Armate. Dall”ottobre dello scorso anno è schierata in Kuwait una task force che comprende due velivoli a pilotaggio remoto Predator, un aereo per il rifornimento in volo KC 767 e quattro caccia A-200 Tornado in versione IDS (per la ricognizione e sorveglianza). Il nostro Paese è impegnato in questi mesi nelle basi di Erbil e Baghdad anche nell”addestramento in chiave anti-Isis delle forze di sicurezza curde (i Peshmerga) ed irachene che si oppongono all”avanzata del Califfato.

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