Referendum. Il Cdm ha deciso, si voterà il 4 dicembre

Polemiche sulla data 

ROMA – E’ terminato dopo 25 minuti il Consiglio dei ministri, che ha deciso la data del 4 dicembre per il referendum sulla riforma della Costituzione. La seduta è durata poco meno di mezz’ora. 

“Nel merito la questione è semplice. Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il CNEL si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no? Questo è il quesito referendario. Così stabilito dalla Legge, non dal marketing”. Lo scrive sulla sua e-news settimanale il premier Matteo Renzi ricordando quanto stabilito oggi dal Consiglio dei ministri: “si voterà il 4 dicembre, dalle 7 alle 23″. “Vogliamo avere un Paese più stabile e più semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D’Alema-Berlusconi o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei più grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare?”, prosegue il premier. “La partita è tutta qui. Qui e ora – conclude – Chi vuole cambiare, ci dia una mano. Dandoci del tempo, chiamando un po’ di amici, facendo il volontario sulla rete o tra la gente. Oppure costituendo un comitato”. Il presidente del Consgilio invita anche a dare un “piccolo contributo economico, prezioso per la campagna di comunicazione, che abbiamo iniziato a far girare”.  

La data, tuttavia, ha sollevato un coro di critiche

“Il referendum al 4 dicembre e’ l’ultima squallida trovata di Renzi che gli si ritorcera’ contro perche’ la gente lo mandera’ a casa”. Cosi’ il capogruppo della Lega Nord a Montecitorio sulla data per il referendum. “Renzi si comporta come lo studente impreparato – prosegue Fedriga – che rimanda sempre l’esame perche’ impreparato ma alla fine verra’ comunque bocciato”. 

“La riforma costituzionale è stata approvata a colpi di maggioranza e in modo antidemocratico all’interno dello stesso Pd. Tutta l’estate abbiamo parlato di un referendum che doveva tenersi ad ottobre ma il governo ha scelto una data distante in modo da poter utilizzare la legge di bilancio per regalare mancette elettorali agli italiani”. Così la deputata del Movimento cinque stelle Giulia Grillo ha commentato la scelta del 4 dicembre come data del referendum costituzionale annunciata oggi dal governo. “Non c’era motivo per rinviare così tanto la data del referendum. Le poche risorse pubbliche a disposizione vengono usate per scopi personali” ha concluso Grillo.

“Finalmente gli italiani conoscono la data di scadenza di questo governo abusivo: il 4 dicembre si vota per il referendum costituzionale e se vince il no Renzi va a casa”. Così scrive su Facebook, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.  

 “La scelta dell’ultimo giorno utile per il referendum, il 4 dicembre, – afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea – parla nuovamente del carattere antidemocratico di questo governo. Renzi ha paura dei No ed è per questo che fa slittare la data del referendum costituzionale: si merita una valanga di voti contrari alla manomissione della Costituzione! Diciamo No a questo esecutivo che senza vergogna vuole calpestare la Carta e il sacrosanto diritto del popolo italiano a deciderne il futuro. Renzi alle urne proprio non ci vuole  andare!”. 

Contrario anche Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: ”Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, com’era ormai prevedibile sceglie di collocare la consultazione costituzionale nella data più lontana possibile: il 4 dicembre. Semplicemente il premier mai eletto tenta così, ancora una volta, di prendere tempo e di scappare dalla democrazia. Spera di sfruttare ancora per parecchie settimane i media e le televisioni prima dell’inizio della par condicio”. Aveva detto che per individuare la data del referendum avrebbe sentito le opposizioni, avrebbe coinvolto anche le formazioni politiche che non sostengono il suo governo. Come al solito ha fatto l’esatto contrario di quanto annunciato. Non ha consultato nessuno. Ha imposto al Consiglio dei ministri il suo volere e i membri del suo esecutivo hanno ancora una volta accettato passivamente i diktat del capo”. “Questa ‘schiforma’ costituzionale – il suo percorso parlamentare e anche questa fase di coinvolgimento del popolo sovrano – rappresenta alla perfezione il concetto di democrazia di Matteo Renzi – dice ancora il deputato azzurro – . L’ha voluta, l’ha scritta, se l’è votata, se l’è cantata e suonata. Tutto da solo!. Il premier non stia sereno. Anche con la data del referendum sotto Natale sarà sconfitto. Gli italiani diranno ‘no’ per mandarlo a casa e per ripristinare la democrazia nel nostro Paese”.  

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