Corruzione dilagante. Due inchieste, 30 arresti per le grandi opere

ROMA  – I carabinieri di Roma oggi hanno arrestato 20 persone nell’ambito di un’inchiesta su appalti per l’alta velocità e autostrade, mentre la Guardia di Finanza di Genova ha eseguito 14 ordinanze per l’aggiudicazione di appalti relativi al Terzo Valico.

L’inchiesta dei magistrati romani, che contestano l’associazione a delinquere, ha riguardato appalti per il Terzo Valico (la tratta ferroviaria italiana del corridoio europeo Reno-Alpi), l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e il People Mover di Pisa.

Sono finite agli arresti 20 persone (11 in carcere e 9 ai domiciliari) ed è stata eseguita un’ordinanza di obbligo di dimora, spiegano i carabinieri. Dall’inchiesta emerge un quadro inquietante di scambio di tangenti, di favori di varia natura, di ricorso a materiali scadenti, di pressioni e minacce per ottenere lavori e subappalti, come raccontano gli inquirenti di Roma e Genova. 

In manette è finito anche Giandomenico Monorchio, imprenditore di 46 anni, figlio dell’ex Ragioniere dello Stato Andrea. Giandomenico Monorchio è amministratore della Sintel, società incaricata della direzione dei lavori per la realizzazione della tratta Av Milano-Genova-Terzo Valico dei Giovi. Nella stessa indagine risulta invece solo indagato Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Pietro. 

L’inchiesta genovese, invece, si è concentrata invece sull’aggiudicazione di commesse per oltre 324 milioni di euro per il Terzo Valico, spiega la Gdf, che ha eseguito finora 13 delle 14 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dal gip.Oltre ad alcuni imprenditori sono stati arrestati dirigenti del consorzio Cociv, General Contractor (composto da Salini-Impregilo con il 64%, Società Italiana Condotte d’Acqua col 31% e Civ con il 5%), tra cui il presidente Michele Longo (general manager domestic operations di Salini) e il vicepresidente Ettore Pagani, precisa una fonte della Finanza.I reati ipotizzati a vario titolo dai magistrati genovesi sono corruzione, concussione e turbativa d’asta. Cociv e Salini non hanno rilasciato commenti. Alcuni degli arrestati sono destinatari di ordinanze in entrambe le inchieste. 

Inutile aggiungere che questi episodi  rappresentano l’ennesimo campanello d’allarme sulla persistenza di pratiche corruttive che sono ormai insite nel sistema Italia e rendono labile il confine con le associazioni mafiose che usano la corruzione come arma privilegiata per infiltrarsi nell’economia legale

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