Rifiuti. Discarica Falcognana: anche il ministro Orlando chiede chiarezza

ROMA – Contro la discarica sostitutiva di Malagrotta a Falcognana, ieri i comitati cittadini dei residenti hanno voluto protestare con una festa ferragostana. Dalle 18.00 fino a notte inoltrata centinaia di persone si sono riunite davanti all’attuale discarica dell’Ecofer e, tra musica e degustazione di prodotti locali tipici, a rischio scomparsa se venisse realizzata una seconda Malagrotta, hanno festeggiato, per dire ancora no ad un imminente scempio ambientale. 

Nella mattinata di ieri intanto una delegazione di residenti si è anche recata a Castel Gandolfo, con striscioni di protesta,  per assistere ancora una volta all’Angelus di Papa Francesco.  

La protesta resiste dunque anche nel giorni di festa e al caldo di questi giorni. Tanto più che anche per oggi è prevista alle 18.00, un’assemblea pubblica di sensibilizzazione a Pavona, quartiere a ridosso di Albano.

Anche perché i dubbi, le perplessità e i misteri che ruotano attorno a questa vicenda della discarica non sono ancora stati sciolti. 

Una tra le perplessità insistenti sarebbero infatti anche i costi di realizzazione e avvio della struttura. Così come scrive e firma il presidente del comitato di quartiere Vigna Murata, avvocato Carla Canale:  si parla di qualcosa come  215 milioni di euro che rapportate al costo per metro cubo (così viene valutato) di immondizia diventa pari a 215 euro. Un terzo in più di quanto costa mediamente il conferimento di rifiuti pericolosi. Motivo questo che, sommato all’alto valore culturale, naturale e archeologico della zona ha portato il Comitato di quartiere Vigna Murata a presentare un esposto alla Corte dei conti per “effettuare un’indagine, quanto più sollecita possibile e  l’acquisizione e il sequestro preventivo di tutta la documentazione relativa all’individuazione del sito di Falcognana, nonché dello stesso sito qualora i lavori per la realizzazione della discarica dovessero avere inizio, ma soprattutto dei fondi già resi disponibili, di cui ai capitolati di spesa previsti, prima che vengano erogati”.  Inoltre la richiesta è anche di: “verificare se, nonostante la sussistenza dei vincoli ambientali (Vincolo Bondi sull’Agro Romano), nonché le altre condizioni ostative  che rendono inattuabile la realizzazione della discarica nella zona di Falcognana, rendano il capitolo di spesa assolutamente inutile, inopportuno e oneroso per l’Erario.

Ma questo è solo uno dei tanti nodi che man mano stanno venendo al pettine. Perché un altro problema che si è sollevato solo due giorni fa, riguarda invece la Ecofer, la Srl titolare della discarica per materiale derivante dalle autodemolizioni dell’Ardeatina, scelta per ospitare i rifiuti già trattati di Roma. Il problema relativo alla riservatezza dei suoi proprietari era scoppiato in seguito ad un articolo del Messaggero, nel quale si parlava appunto di un cambio di ragione sociale da parte della società, avvenuto il 5 agosto scorso,  in cui  è stato firmato un contratto di cessione del 60 per cento della Ecofer per 8,1 milioni di euro, alla Aria Srl, società schermata. Prima del 5 agosto la Srl faceva invece capo a Fiori (imprenditore bolognese) e a due fiduciarie: Cordusio (39 per cento) e Sofir di Bologna (60 per cento). La ricostruzione fatta dal Messaggero ha colto  l’attenzione del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando il quale ora vuole vederci chiaro.  Ha quindi incaricato il prefetto Giuseppe Pecoraro affinché svolga delle verifiche ad hoc sulla struttura societaria della Ecofer, visto che risulta impensabile conferire la gestione  di una discarica a una ditta di cui non si conosca la reale conformazione societaria. Dal canto suo la Ecofer giustifica la riservatezza dei proprietari con ragioni di sicurezza e di protezione dalla malavita organizzata.

Altro punto  venuto alla luce oggi riguarderebbe invece proprio una seconda ipotetica relazione di Goffredo Sottile. In una nota  Paolo Pollak, capogruppo PDL del Municipio IX Roma EUR ha  dichiarato: “Secondo alcune indiscrezioni, dopo la prima relazione del Commissario Sottile, di cui si è  venuti a conoscenza solo attraverso alcuni profili facebook, allo studio ora ci sarebbe una seconda relazione che fugherebbe dubbi e chiarirebbe quegli aspetti, in particolare riguardanti la mobilità, che hanno portato a scegliere Falcognana come futuro sito della discarica. Le istituzioni preposte chiariscano se si tratta solo di una voce, così come spiegassero la motivazione per cui il vincolo Bondi non venga preso in considerazione e perché né Regione, né Comune, né Municipio abbiano fatto esplicita richiesta di parere alla Sovraintendenza”. Ma questo della Sovrantitendenza in realtà è un altro mistero. 

Di fatto esisterebbe una relazione tecnica prodotta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e consegnata al Ministero dell’Ambiente che boccia in maniera inappellabile la scelta del sito Ecofer di Falcognana.  Da qui infatti l’appello di qualche giorno fa da parte del Presidio No Discarica Divino Amore  a rendere pubblica la relazione “per mettere la parola fine su questa insostenibile decisione”. Infatti  “L’occultamento di questo documento di eccezionale importanza per gli abitanti del territorio che si riconoscono in questo Presidio, costituisce un vulnus di assoluta gravità rispetto al principio della trasparenza che è a fondamento dell’azione amministrativa e un grave danno per diritti e interessi dei cittadini del territorio (salute, ambiente, filiera agro alimentare etc.)”.

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