Roma. Rischio chiusura per lo storico Caffè Aragno

Lo storico ritrovo culturale in via del Corso era la meta di intellettuali come Ungaretti, Oscar Wilde e Marinetti

 

ROMA – E’ necessaria una vera e propria mobilitazione per evitare che possa compiersi un tale scempio culturale e lavorativo. E’ stato per oltre un secolo uno dei simboli del ritrovo artistico e creativo della “Città Eterna”. Ebbene, lo storico Caffè Aragno rischia di chiudere con la relativa perdita del lavoro per i suoi 77 dipendenti. E’ un destino inaccettabile per un luogo sacro nel cuore della Capitale. Gli intellettuali, la classe dirigente di Roma e i romani stessi devono mobilitare le coscienze, in primis quella del Sindaco, per bloccare questa tragedia annunciata.

E’ scampato alla demolizione nel 1883. E’ sopravvissuto alla bomba esplosa nel 1906. Ha superato indenne l’avvento del fascismo, il rinnovo del 1932, la cessione all’Alemagna nel 1955 e alla società Autogrill poi. Stavolta il CaffèAragno rischia di scomparire. Uno dei caffè letterari più famosi d’Italia, a due passi da piazza Montecitorio, trasformato negli ultimi anni in fast food “Spizzico” per i turisti del centro romano, potrebbe chiudere i battenti entro l’estate. Per sempre. Dall’8 giugno lo storico locale di via del Corso, al numero civico 181, frequentato da Giuseppe Ungaretti e Oscar Wilde, licenzierà tutti i suoi 77 dipendenti attualmente in servizio.

“E’ assurdo, vogliono mandarci in mezzo alla strada senza preavviso, come se fosse una cosa normale, chiediamo l’intervento del governo Renzi”, protesta un gruppo di lavoratori, che stamane ha organizzato un sit in davanti all’ingresso principale del punto vendita. “Autogrill ci ha licenziato per fax!”, si legge su un maxistriscione esposto sul marciapiede. “Ci mandano via senza alcun tavolo di trattativa, senza alcun rispetto per la nostra dignità di uomini, donne, padri e madri di famiglia”, denuncia Cleopatra, giovane mamma con un figlio disabile. ”Per ora abbiamo indetto uno sciopero bianco, ma siamo pronti a qualsiasi iniziativa utile, ci consulteremo con i sindacati”, assicura Paola. “L’azienda ci ha comunicato l’apertura della procedura collettiva per 77 persone, di cui 8 con contratto di apprendistato, con un fax il 24 marzo scorso, alle 18.43”, dice Daniele, che spiega il suo disagio: ”Vivo con mia madre anziana, se mi mandano in mezzo a una strada, non so come fare”. Autogrill motiva così la sua scelta: “Abbiamo deciso di cessare le attività nel punto vendita di Roma a causa di condizioni economiche che nel corso degli anni sono diventate insostenibili, aggravate negli ultimi anni dalla negativa congiuntura economica generale. Il locale ha segnato nel 2012 una perdita di 700 mila euro e la situazione è peggiorata ulteriormente nel 2013 quando la perdita ha raggiunto i 930 mila euro”.

“In particolare -spiega l’azienda- si evidenziano, affitti elevati e investimenti insostenibili per un operatore di ristorazione che deve confrontarsi con margini ridotti”. A determinare la “situazione di eccedenza del personale impiegato”, scrive la società Autogrill nella lettera di licenziamento collettivo inviata il 24 marzo scorso ai dipendenti, è “il persistere del calo del fatturato di questi ultimi anni”. Nel dettaglio: nel 2012 è stato fatturato un “delta negativo rispetto all’anno precedente del 13,4%”, mentre nel 2013 si è registrato un “delta negativo rispetto al 2012 del 7,6%”, con “un conseguente peggioramento del conto economico del locale in oggetto”, che “ha evidenziato una perdita nel 2012 pari a oltre 700mila euro e nel 2013 pari a circa 930mila euro”. C’è stato, inoltre, un “incremento dell’incidenza del costo del lavoro dal 2011 al 2013 del 4,6%, passando dal 31 al 35,6%”.

Ricordato come Caffè Nazionale nel 1882, immortalato da Matilde Serao ne “La conquista di Roma” del 1885, il Caffè Aragno (all’interno dell’ottocentesco palazzo Marignoli) è stato anche “cuore di Roma” secondo Emile Zola, nonchè teatro del clamoroso schiaffo che portò al duello alla sciabola tra Massimo Bontempelli e Ungaretti nel 1926. Nelle sue sale si discuteva e si creava “La Ronda”, rivista pubblicata tra il 1919 e il 1923. Nei primi decenni del ‘900 il CaffèAragno divenne luogo d’incontro alla moda e ritrovo preferito di intellettuali e artisti già affermati e d’avanguardia. Come Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista.

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